Una breve parentesi...
Da Babibo
@babibo5
Care Lettrici e cari Lettori,il 13 gennaio di quest’anno è nata la mia prima figlia, Marianna. Ci tenevo a comunicarvelo non solo perché ne sono felicissima, ma anche perché il lieto evento ha avuto una forte influenza sul mio essere donna e, non lo escudo, sul mio lavoro di educatrice. Un’ influenza positiva o negativa? Secondo me è presto per dirlo, né voglio presuntuosamente rispondermi da sola. Ma se per influenza si intendono il risultato di un’accresciuta consapevolezza come essere umano e l’esito di una straordinaria lezione di umiltà di fronte al miracolo della vita, azzarderei ad accordarle un’accezione più che positiva!Riguardo alla mia professione di educatrice, ritengo che l’essere mamma mi abbia avvicinato moltissimo agli altri genitori. E’ proprio vero che la nascita di un figlio rivoluziona la vita, in tutti i sensi! Si apre un nuovo e straordinario capitolo di vita. E sono talmente forti le emozioni, le speranze e i sogni per lui ogni singola volta che lo guardi negli occhi, che ora posso veramente affermare: “lo si capisce solo quando ti nasce”.Per la prima volta mi sono trovata a chiedere consigli rispetto a problematiche quotidiane (come faccio per le colichette? Che pediatra scelgo? Quali pannolini uso? Come si fa a tagliare le unghiette senza mozzare l’intero ditino?!?), a confrontarmi e a trovare conforto nelle parole rassicuranti delle mamme e dei papà che, avendo figli un po’ più grandi, “c’erano già passati”. Ma la cosa più straordinaria che ho notato è la spontanea solidarietà che nasce tra noi genitori, spesso accompagnata dalla consapevolezza che insieme, cioè uniti come vera e propria comunità o famiglia allargata, ci si può aiutare e si possono sconfiggere i demoni dell’ansia, dell’insicurezza e della solitudine. Una accresciuta empatia dunque, che rafforza la relazione tra educatrice e genitori.
Credo di poter affermare che l’essere mamma mi abbia migliorata come persona ed anche come professionista.Non mi resta che concludere: grazie Marianna.
Le immagini pubblicate provengono da Google immagini.
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Care Lettrici e cari Lettori,il 13 gennaio di quest’anno è nata la mia prima figlia, Marianna. Ci tenevo a comunicarvelo non solo perché ne sono felicissima, ma anche perché il lieto evento ha avuto una forte influenza sul mio essere donna e, non lo escudo, sul mio lavoro di educatrice. Un’ influenza positiva o negativa? Secondo me è presto per dirlo, né voglio presuntuosamente rispondermi da sola. Ma se per influenza si intendono il risultato di un’accresciuta consapevolezza come essere umano e l’esito di una straordinaria lezione di umiltà di fronte al miracolo della vita, azzarderei ad accordarle un’accezione più che positiva!Riguardo alla mia professione di educatrice, ritengo che l’essere mamma mi abbia avvicinato moltissimo agli altri genitori. E’ proprio vero che la nascita di un figlio rivoluziona la vita, in tutti i sensi! Si apre un nuovo e straordinario capitolo di vita. E sono talmente forti le emozioni, le speranze e i sogni per lui ogni singola volta che lo guardi negli occhi, che ora posso veramente affermare: “lo si capisce solo quando ti nasce”.Per la prima volta mi sono trovata a chiedere consigli rispetto a problematiche quotidiane (come faccio per le colichette? Che pediatra scelgo? Quali pannolini uso? Come si fa a tagliare le unghiette senza mozzare l’intero ditino?!?), a confrontarmi e a trovare conforto nelle parole rassicuranti delle mamme e dei papà che, avendo figli un po’ più grandi, “c’erano già passati”. Ma la cosa più straordinaria che ho notato è la spontanea solidarietà che nasce tra noi genitori, spesso accompagnata dalla consapevolezza che insieme, cioè uniti come vera e propria comunità o famiglia allargata, ci si può aiutare e si possono sconfiggere i demoni dell’ansia, dell’insicurezza e della solitudine. Una accresciuta empatia dunque, che rafforza la relazione tra educatrice e genitori.
Credo di poter affermare che l’essere mamma mi abbia migliorata come persona ed anche come professionista.Non mi resta che concludere: grazie Marianna.
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