Una brutta storia (Edizioni E/O, 439 pagine, 16 €) è il romanzo d’esordio di Piergiorgio Pulixi nella collana Sabot/Age, già attivo dai tempi di Perdas de Fogu nel collettivo Sabot.
La storia è ambientata in un’anonima città del nord Italia. Biagio è il capo di una banda di criminali che controllano il traffico di droga. L’Ispettore Mazzeo è il leader carismatico della Narcotici. Cosa succede se Biagio e Mazzeo sono la stessa persona? Che il traffico di droga viene controllato da una banda di sbirri corrotti, spietati con i rivali e uniti dalla sete di soldi e potere.
Ma la vita di strada, si sa, logora. E così Biagio programma il colpo della vita; un colpo che potrà renderli tutti ricchi sfondati. A rompere l’equilibrio perfetto della banda di sbirri/criminali e i loro piani, però, c’è la morte accidentale di un ceceno, tale Goran Ivankov, ucciso da una banda di nigeriani alle dipendenze di Mazzeo durante una rapina punitiva ai danni di un supermarket. Goran non è un ceceno qualsiasi. E’ il fratello di Sergej Ivankov, boss di una delle più potenti organizzazioni criminali della Russia. E fa della vendetta la sua filosofia di vita. Lo scontro tra le due gang sarà inevitabile e spietato: chi vincerà? La banda in divisa o quella in doppio petto? E quale sarà il prezzo da pagare?
Tra corruzione, droga, potere, denaro, sesso e violenza, Pulixi ci condurrà attraverso un romanzo corale che attinge sia dal noir mediterraneo che dai grandi film e serie tv americane, in una miscela esplosiva e ben riuscita. Pulixi è meticoloso e la sua scrittura è dettagliata, minuziosa. La storia è ricca di flashback e descrizioni, che rendono credibili i numerosi personaggi di questa storia, ma al contempo non è mai carente in azione, grazie alle numerose scene di violenza e sesso, che concorrono a mostrare la psicologia dei personaggi, sviscerandola minuziosamente.
Questo romanzo è un diesel, che parte lentamente per poi riscaldarsi e decollare, divenendo praticamente impossibile da fermare. Una storia dura, spietata, dove la violenza non è camuffata da piroette, katane e veleni esotici, ma viene mostrata nel suo reale aspetto, crudo e doloroso. Dove il crimine e il criminale vengono analizzati con attenzione e freddezza, mostrando come l’aggressore sia sempre un ex aggredito, e come la pietà e i rimorsi debbano essere stuprati e uccisi sempre di più, ogni volta, fino a perdere del tutto l’umanità, e a sacrificare tutto ciò che nella vita c’è di buono, in primis l’amore.
Consiglio questo romanzo agli amanti delle storie corali, dove i molti personaggi non fungono solo da mezzi per l’intreccio ma anche e soprattutto da modelli, da esempi per analizzare e spiegare le radici del crimine. Agli amanti de I Soprano, di Scarface, del noir mediterraneo e dei romanzi di Carlotto.
Voto: 8/9
Aniello Troiano