Cosa rende una storia capace di sedurre il bravo lettore? Quali gli ingredienti in grado di prenderlo al lazzo, e trascinarlo nelle pagine fino all’epilogo?
Costruire un mondo è una fatica notevole, ma non è sufficiente. Non solo deve avere le sue leggi e rispettarle (e se le infrange, bisogna fornire dei motivi convincenti).
Soprattutto, deve fornire a chi legge una bussola per non perdersi.
Questo dimostra come possedere titoli di studio, o una padronanza assoluta della lingua, non sono quasi mai elementi sufficienti. Bisogna andare da qualche parte, indicare una destinazione.
Meglio ancora: la direzione è bene che non si veda.
Scrivere non è piantare segnali stradali che indichino la direzione. Questa ci deve essere (mi contraddico? Solo in apparenza) ma agire come un fiume carsico. L’ideale è quando questa si disveladopo, una volta che la lettura è finita. Magari settimane dopo.
Rientri in metro a casa e d’un tratto comprendi che quella storia non era solo un insieme di personaggi ed eventi raccontati con maestria dall’autore. Ma questi elementi, hanno depositato in te qualcosa che deflagra.
La direzione d’un tratto è chiara. La superficie delle cose ha mostrato tutta la sua meschinità e impotenza, e si aprono le porte a qualcosa che vive e respira dietro. Il mistero. Il pozzo nero che nessuna “educazione” o scuola sarà mai in grado di domare.
Scrivere è anche questo. Indicare una direzione perché il lettore non giri a vuoto, e nemmeno la storia.
