Una caramellosa storia d’amore (tra cipolla e filetto)

Dal post di oggi si introduce una nuova presenza nella mia cucina. Anzi, sono io che mi sono introdotta nella sua, di cucina, e l’ho obbligata (con amore) a farsi spiare, fotografare e riprendere mentre spadella, taglia, sperimenta, e si diverte con i ferri del suo mestiere. E’ una donna, è bionda (e gnocca), è più giovane di me (de, mi tocca ammetterlo), è mamma, ma sopratutto CUCINA…parecchio bene. Per passione, per divertimento, per gli altri, per la sua famiglia, per cene private, per catering e anche nella cucina di un locale in Oltrarno. Insomma, Carolina dietro ai fornelli ci passa lo stesso tempo che io passo dietro alla tastiera a mettere in fila parole. TANTO. Questa è la sua pagina FB dove iniziare a seguirla. Ma io tutte le settimane ce l’avrò qui, con me, tra i miei tegami e le mie scarpette! ;)

Una vecchia cucina a carbone, una fredda serata di fine gennaio tra le colline fiorentine (il che vuol dire fredda e con umidità superiore alla media, che da queste parti mica si scherza), una casa con camino. Il fuoco scalda, ma una cena iper-calorica scalda ancora di più. Se poi il piatto prende le sembianze di un porno incontro, la serata diventa decisamente hot. Soprattutto quando il protagonista è il maiale…vestito da maiale. Ha il suo fascino, lui, ammiccante sotto gli strati di lardo (per una volta il lardo viene apprezzato in questa sede) che lo rivestono ma non del tutto (ha capito anche lui che il vedo-non-vedo è una strategia vincente), tanto che lei, la rossa impertinente cipolla, si è già spogliata dei suoi veli e si fa lentamente scaldare in padella. 23Praticamente sciolta e rotolata nello zucchero…per rendersi ancora più attraente ed appiccicosa. Lui non resiste: ingordo chiama la patata, la sbriciola e la appoggia sotto. Rapido si accomoda sopra e attende ammiccante che la cipolla gli si butti addosso. Non tarda ad arrivare. Più che una caramellosa storia d’amore a me sembra un’orgia. Di sapori, chiaramente…;)