Il 12 settembre la Regione Emilia Romagna ha pubblicato nomi e cognomi di chi ha richiesto il contributo attraverso il bando “Una casa alle giovani coppie ed altri nuclei famigliari”. In tutto, sono 413, consultabili sul sito http://www.accasiamoci.it.
Il primo dato che colpisce è la disparità tra Emilia e Romagna. Da quest’ultima area sono giunte solamente 46 richieste su 413, pari all’11% esatto, così ripartite: 18 domande dalla provincia di Forlì Cesena, 14 da Rimini e 14 da Ravenna. E dire che la Romagna, in termini di popolazione assoluta, pesa per il 25% sul totale della Regione (dato Istat aggiornato all’1 gennaio 2013).
Sicuramente ha inciso, sull’esito finale, il fatto che nelle aree terremotate dell’Emilia si potesse presentare richiesta di contributo dal 6 giugno 2013 fino al 3 settembre 2013, mentre nel resto della Regione tutte le domande avrebbero dovute essere inviate nella giornata del 3 settembre.
Ma non credo sia l’unico motivo, visto che 20.000 euro di finanziamento per acquistare casa (30.000 per le aree colpite dal sisma) fanno gola a chiunque abbia intenzione di acquistare casa.
Questa mattina ho quindi deciso di salire in auto e fare un giro nelle aree immediatamente circostanti l’ufficio, che si trova in Viale Gramsci a Forlì. Volevo andare a vedere di persona alcuni degli interventi edilizi in cui è possibile spendere questo bonus di 20.000 € (nella sola provincia di Forlì Cesena c’erano oltre 150 unità immobiliari in cui spendere questo contributo dell’Emilia Romagna).
- Prima tappa: Via Cerchia. La strada misura tra il chilometro e il chilometro e mezzo, qui dovrebbe trovarsi un blocco di 8 appartamenti su cui era possibile, fino a qualche giorno fa, richiedere i 20.000 euro di contributo. La percorro interamente avanti a indietro, ma senza fortuna: vedo infatti parecchi cartelli “vendesi” ma nessuna indicazione più precisa. D’altronde il numero civico, sul bando regionale, non è indicato, segno che certamente si tratta di immobili in costruzione. Ripercorro Via Cerchia una seconda volta, ai 30 km/h, e finalmente individuo l’intervento, grazie ad una piccola insegna con la scritta “Immobiliare Geco’s”, che gestisce la vendita di questo complesso di proprietà della Soldini & Associati Srl (in realtà il binomio Soldini-Geco’s ha piazzato in questo elenco regionale ben 65 immobili invenduti, tutti siti in Forlì: per questi 65 immobili sono arrivate solo 2 richieste di contributo, una per questo complesso di Via Cerchia e una per un altro intervento edilizio in Via dell’Omo).
- Seconda tappa: Via Piave 19/e e 19/w. Qui la ricerca è più semplice, perché il civico è indicato. I due appartamenti costruiti dalla Euro Forlì Immobiliare Srl fanno parte di un complesso gradevole alla vista e in larga parte già abitato. L’ufficio vendite è gestito da un’agenzia immobiliare di Faenza denominata ABI (sì, proprio come il codice bancario). A non essere pervenuto non è il CAB, bensì le richieste: scorro infatti l’elenco delle domande di contributo e scopro con stupore che nessuno ha chiesto i 20.000 euro per comprare queste due abitazioni. Nonostante 20.000 euro siano tanti soldi, nonostante Via Piave sia a due passi da Porta Schiavonia, nonostante il complesso sia già in funzione.
- Terza tappa: Via Trentola. Dopo un po’ di peregrinare nella campagna forlivese, alzo bandiera bianca. Trovare un cantiere in costruzione (o costruito), senza numero civico, in una strada lunga 10 chilometri e più qual è Via Trentola, è più dura di quanto immaginassi (e forse lo era anche per chi avrebbe dovuto chiedere il contributo di 20.000 euro: per questi appartamenti della Soldini & Associati sono arrivate zero richieste). Salto alla tappa successiva.
- Quarta tappa: Via Massimiliano Kolbe (traversa di Via Due Ponti). In questo caso vado a colpo sicuro, perché il bando regionale esplicita il numero civico: 75. Siamo nella frazione di Roncadello. Mi accoglie una palazzina lasciata lì senza porte né finestre, che si affaccia su un ampio parcheggio. Vuoto.
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- Ingresso condominiale
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- Facciata edificio
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- Ingresso appartamento piano terra
Sorrido pensando che, per tagliare l’erba alta davanti all’ingresso condominiale (vedi foto), ci vorrebbe Beezy, il trattore- tosaerba di Nonno Pig. A meno che qualcuno non pensi che i clienti ragionino come Papà Pig: “A me piace l’erba alta: ha il fascino del selvaggio”. Ma ahimé è un sorriso amaro: il mio lavoro di consulente del credito sarebbe proprio quello di erogare mutui e prestiti ai potenziali acquirenti di questi immobili.
Alla fine, torno in ufficio con un interrogativo in più: ma se gli operatori immobiliari (imprese edili e/o agenzie immobiliari) avessero investito qualche denaro in un bel cartellone pubblicitario con su scritto “Qui bonus di 20.000 euro”, siamo sicuri che qualche cliente in più non sarebbe arrivato?