pare che sia cosa saggia non tornare nei luoghi in cui si è stato bene per evitare delusioni, ma in Portogallo c'ero stata così tanti anni fa che in pratica non ricordavo nulla di come ci fossi stata. rammentavo invece la bellezza dei posti, il fatto che per noi tutto fosse molto economico, le foto che scattai: elementi sufficienti per farmi desiderare di tornarci. di Lisbona invece ricordavo solo un pomeriggio caldo in cui ci trascinammo in giro in due perchè il terzo era rimasto in hotel col caghetto, l'ascensore sul quale non ricordo se salimmo e la Torre di Belém da lontano; ricordo anche che dalla finestra del nostro moderno hotel si vedeva un fabbricato fatiscente dal quale ogni mattina un grassone mostrava le chiappe pelose, con grande sconcerto di mio padre. sono quindi partita per questo viaggio non sapendo bene che cosa aspettarmi da questa città, ma perlomeno senza pregiudizi nè positivi nè negativi. che dire? mi è piaciuta un casino!
come al solito si è camminato di più, ma del resto camminare è la maniera migliore per vedere bene le cose (e fotografarle). oltre a fare su e giù per la parte storica di Lisbona, abbiamo fatto alcune gite: a Sintra, Coimbra e Cascais. non sono assolutamente in grado di dire quale sia stato il posto o la cosa che mi sono piaciuti di più, ma posso affermare che riprendere l'aereo per tornare a casa non è mai stato così difficile. il nostro albergo era a cinque minuti dalla stazione di Cais do Sodré e altrettanto da Praca Luis de Camoes, nel quartiere del Chiado. posizione comodissima. la mattina, visto che in hotel non ce la davano, andavamo a fare colazione al Café A Brasileira, uno dei più antichi e famosi di Lisbona, dove prendevamo cappuccino e due paste, delle quali una era sempre la deliziosa pastel de nata. a pranzo e a cena si riusciva a mangiare in due come porcelli con cifre tra i 15 e i 20 euro, specialmente avendo la fortuna di infrattarsi fuori mano. senza farlo apposta, siamo capitati lì proprio in concomitanza con la festa di Sant'Antonio che vede il suo cuore pulsante nel Bairro Alto. già alle dieci di sera le strade erano quasi impraticabili per la folla e, al rientro in hotel, ci siamo trovati a navigare controcorrente in una fiumana di gente che si stava riversando verso gli stand che vendevano cibarie di ogni tipo, in particolare sardine grigliate. persone che gozzovigliavano e cantavano per strada, altre che indossavano buffi copricapi a forma di sardina o parrucche verdi ricciolute, famiglie al completo e gruppi di amici; per tutta la notte abbiamo sentito cantare e ridere per strada e la mattina dopo, che ci siamo svegliati presto per andare a Coimbra, bottiglie vuote e ubriachi erano allegramente disseminati in giro.
Cascais inizialmente non era in programma, ma vista la facilità con cui si poteva raggiungere, non ci siamo voluti privare del piacere di vedere l'oceano (e di cuocerci anche noi come sardine!). e insomma, magari è meglio che mi fermi qui, e non solo perchè non voglio annoiarvi oltre, ma anche perchè mi sta venendo il magone...