“Ho provato a tornare in Italia, quando non sono riuscita a trovare lavoro a New York per colpa della crisi. Allora mi è stato detto che ero troppo qualificata, oppure che non mi avrebbero pagato abbastanza per rientrare“. Così Benedetta Piantella, 29 anni, ha deciso: aprire una propria start-up di design nella Grande Mela.
Storia di emigrazione precoce, quella di Benedetta, nata e cresciuta a Parma, dove si è iscritta al Liceo Classico. A sedici anni la svolta della vita: ottiene una Borsa Intercultura e si trasferisce nel Maine (Usa), dove consegue un diploma di liceo americano. Rientrata in Italia, ottiene il secondo diploma. Dopo di che non ha esitazioni: torna negli Stati Uniti, per proseguire il percorso di studi. Si laurea, nel 2004, In Belle Arti e Arti Interattive a Boston. Da sempre appassionata di arti visive, disegno e pittura, Benedetta -negli anni “bostoniani”- si “innamora” dell’elettronica, dei sensori e degli ambienti interattivi. A quel punto scatta il trasferimento a New York, dove inanella una serie di lavori: grafica, insegnante di fotografia, corrispondente per quotidiani e blog italiani. Sempre continuando ad esporre, all’interno di mostre d’arte e fiere di design.
Nel 2006 Benedetta avvia un Master nella Grande Mela, in Telecomunicazione e Tecnologia: un anno dopo è in Italia, per degli stage. Lavora a Milano, apprezzandone la grande vivacità nel settore del design. Nel 2008 conclude il master, ma scopre un mondo nella palude della crisi economica, che offre pochissime possibilità lavorative: 200 curricula spediti, scarse offerte di impiego. Accetta una stage retribuito in una società di design newyorkese, prima dell’ultima (per ora) svolta: apre con un socio la GROUND Lab, società di design che sviluppa soluzioni open source per soluzioni sostenibili a problemi umanitari, sociali o ambientali nel mondo. In pochi mesi arrivano le prime collaborazioni, con importanti istituzioni internazionali, insieme ai primi lavori in Africa.
Ospiti della trasmissione sono l’architetto e designer Luisa Bocchietto, presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale (Adi), con la quale affrontiamo il tema delle opportunità lavorative per i giovani designer nel Belpaese. E Massimo Banzi, designer interattivo e co-fondatore del progetto “Arduino”, il più importante del suo genere in Italia.
Nella rubrica “Spazio Emigranti” raccontiamo il progetto “Interviste Performative – Andata senza ritorno?”, un’iniziativa artistica ambientata in tre città straniere, per studiare la nuova emigrazione degli under 40. Incontriamo l’ideatrice del progetto, Alice Bescapé. Che ci parla dei risultati di questa serie di interviste con i nostri giovani all’estero.
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La discussione di questa settimana: “Italia, patria del design a livello mondiale. Ma è anche la “patria” giusta per giovani e ambiziosi designer? Oppure -chi può- lascia il Paese e cerca fortuna all’estero?”
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Alla prossima puntata: sabato 26 febbraio, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!