Il capitale, la trasmissione d’arte e cultura scritta e condotta da Philippe Daverio, su Rai3, indaga sul rapporto tra uomo e creatività del grande Michelangelo. Guardare le sue opere, vuol dire approfondire il pensiero umano che l’artista ha portato ai massimi livelli.

Una tomba che pone un quesito: perché ci volle così tanto tempo per finirla? Un progetto faraonico che richiedeva senz’altro molto tempo, perchè nel pensiero di Michelangelo doveva essere il monumento eretto alla scultura che è la regina delle arti. Roma era una città di sculturi che ripetevano i canoni dell’arte classica e a Roma per essere considerato un artista si doveva essere scultori. Dunque per Michelangelo il sepolcro del Papa doveva essere l’apoteosi della scultura, il committente invece voleva semplicemente una scultura normale, per farsi ricordare. Uno scontro ideologico, una battaglia tra due caratteri forti, che terminerà con un’opera incompituta nella realizzazione. Ma per il creatore di forme nuove che furono ben presto mondiali, veggente nei campi dello spirito con una profondità che nessun artista italiano ebbe prima o dopo di lui, l’idea non è scindibile dal progetto. E ci credette profondamente.

L’opera successiva è il David, un’opera prestigiosa per un artista di soli 26 anni.Un enorme blocco di marmo difettoso che giaceva, in attesa, delle mani di Michelangelo che lo estarrà dall’informe. L’artista metterà mano nell’inerme e ne estrarrà la forma. Un tutto tondo visibile nello spazio stando dentro allo spazio. Come Dio creò la prima scultura, l’uomo, così Michelangelo creò il corpo del David. Un corpo che innova il canone della bel

In quest’opera Michelangelo deve dimostrare l’eccellenza assoluta della sua mano. E ci riesce, ma, tutto questo si conclude con la Cappella Sistina, dove Michelengelo deve diventare un pittore. Una nuova sfida, la superficie piana. Dopo, tutte le sue sculture saranno dei non finiti, in una ricerca artistica che durerà fino alla morte, dentro quel che lui stesso definiva: “l’arte che viene creando per via di levare, piuttosto che di porre”.





