Non ho quasi chiuso occhio la notte precedente, come una bambina che si appresta ad andare in gita con la scuola l’indomani. Verso le 04.15 del mattino ho aperto gli occhi e mi sono girata e rigirata nel letto, sino a che la sveglia delle 06.00 non ha suonato. Io e mio marito abbiamo consumato una rapida colazione insieme, senza Alice che era dai nonni per evitarle una levataccia data la tenera età! Ci ha raggiunti felicissima di aiutarci, verso le 11 del mattino, accompagnata dal santo nonno! Fila di un’ora per accedere al box degli organizzatori, poi finalmente arriviamo al nostro stand prenotato circa due mesi fa: il n. 913. E’ lì mi si è aperto il noto e colorato mondo dei mercatini dell’usato sono entrata in un’altra dimensione, una delle poche che amo, per l’appunto quella del vintage, dell’usato, del riciclo, del riuso, delle collezioni, della creatività, dell’antico, del pezzo che mi manca, del cappello originale, di quei grembiuli de’ottocento tutti pizzi e crinoline….insomma la dimensione del tempo che fu. Se come penso, sono anch’io una reincarnata, sicuramente sono vissuta non prima di un paio di secoli fa, sicuramente mi occupavo di commercio e vendita, di acquisti e di donazioni!Ieri eravamo circa in 350/400 espositori, tanti li conoscevo già, tutti ordinati, come tante api operaie a sistemare le proprie cose sulle assi e cavalletti portati da casa, o su casse improvvisate a mò di tavole. I due capannoni erano colmi ed invasi da stand con abiti ovunque, scarpe, vecchi frigoriferi, lavandini, divani, quadri, sci e abbigliamento da montagna, collezioni di tutto, di ogni genere, cose mai viste che mi hanno arricchita ancora una volta l’animo! Noi espositori eravamo accompagnati quasi tutti dai mariti, dai bimbi piccoli, da figli grandi, dagli amici e amiche e abbiamo notato che tante persone non Italiane hanno iniziato a fare questi tipi di vendita. Preciso che li possono fare solamente i privati, non in possesso di Iva, il Comune e gli Organizzatori ligi alla Legge e precisi fanno prima di accettarci i dovuti e necessari controlli. Non li possono far gli ambulanti o i commercianti, per loro ci sono gli appositi mercati a loro dedicati dove devono vendere con ricevuta e con il registratore di cassa cone nei negozi. Ci siamo portati il pranzo da casa, come quasi tutti i miei “colleghi”, nel frigo da pic-nic, per la gioia di Alice che ama questo tipo di giornate, all’insegna dell’amicizia, dell’allegria, della famiglia, dello stare insieme ai genitori. Non c’era Riccardo, il fratello di Alice purtroppo! Non è mai venuto con noi, mi dispiace tanto ma “è grande” e si diverte sicuramente con gli amici la domenica, e non tra cose impolverate. Ma il mio pensiero ed il mio cuore sono sempre a lui incollati, infatti alle 20 mi ha telefonato, avevo appena terminato la doccia e lui aveva appena stranamente, terminato di studiare! Spero che venga a Canali, dove abito, in giugno per la Festa di Paese, nella quale consuetudine vuole che io esponga anche lì. Abbiamo venduto parecchie cose, naturalmente con prezzi modestissimi, ma la felicità che ho visto negli occhi delle donne con il velo in testa è impagabile! Conu n apio di donne alle quali spiegavo che sono molto più educate di certe mie compaesane, mi sono commossa e mi è venuta la “pelle d’oca” loro lo hanno notato e mi hanno detto che io ho “il cuore”. Hanno comperato 6 bicchieri di cristallo anni 40/50 incisi a sbalzo con il piede quadrato a 4 euro, pentole e pentolini di rame (lo adorano!)per 5 euro un servizio intero, un tappeto enorme da sala, a 15,00 euro. Adorano i tappeti e tappezzano le loro case di tappeti, anche uno sopra all’altro, è la loro tradizione e cultura che vuoel così! E poi ho venduto un paio di cache pot per le piante, coperte all’uncinetto della nonna, quadri a punto a croce e mezzo punto, una cassetta da Banca porta banconote ad un signore marocchino, dove metterà i suoi importanti documenti. E poi zaini per i bambini a tre euro, contenitori per la cucina a 0,50 e 1,00, vasi di cristallo, Limoges, bomboniere di ottone e cristallo decò, ….sono entrati migliaia di visitatori, complice la giornata fredda e pungente che ha favorito l’entrata al calduccio di moltap iù gente di quella prevista. Avevamo la costante presenza dei Vigili del Fuoco, delle ambulanze, dei Volontari delle Croci Rosse ,ma per fortuna è andato tutto bene e nessuno ha avuto bisogno del loro importantissimo aiuto! Concludo dicendo che la regione Emilia Romagna ha deciso di togliere quell’ assurda tassa o “patentino” o “lasciapassare” da 200,00 (duecento!) euro per partecipare a dieci mercati in un anno. Devono essere piovute proteste da ogni parte di Reggio Emilia e province attigue per aver deciso di toglierla, non è facendo i mercatini dell’usato che si sfavorisce la vendita del negozio. Anzi! I commercianti dovrebbero collaborare con noi piccoli privati, dal momento che quando c’è un mercatino e ce ne sono tanti ogni domenica dell’anno, i bar, le gelaterie, la farmacia, i supermercati, le tabaccherie, le edicole, e chi lo desidera può rimanere aperto tutto il santo giorno! Quindi se c’è lavoro per noi, che lo facciamo per hobby e per passione, ce n’è anche per loro, data la quantità enorme di persone che visitano questi mercati! E che regolarmente comprano un giornael, bevono il caffè, vanno al forno pasticceria, devono fare pipì e quindi con la scusa della bottiglietta d’acqua si recano mille volte al bar…Terrò sempre alla mente, il bel viso di un papà extra comunitario che ieri ha pagato lo zaino di mia figlia con Violetta, solo 3 euro: mi dite come avrebbe fatto ad andare a comperarlo in negozio a 85,00 Euro? Se mi chiedete perché l’ho venduto, rimettendoci ben 82,00 euro, la risposta è presto detta: un compagno di classe di Alice le ha volutamente tagliato le fibbie che vanno sulla schiena per farle un dispetto, per un gusto di vendetta di non si sa cosa, la maestra stessa non lo ha capito e non ha indagato più di tanto….Io e altre mamme lo abbiamo considerato un piccolo atto di bullismo, che ha causato nella mia bambina uno sconcerto e un’irrequietezza durata poi parecchio tempo. Da parte dei genitori nemmeno una scusa, una parola, o il risarcimento danni del nuovo e terzo zaino, acquistato. Tengo a precisare che l’aveva appena sfoggiato, per sostituire quello della prima e seconda elementare, morto di morte naturale. Quel genitore che lo acquistato però era felice ugualmente, lo riparerà come potrà e lo farà indossare a sua figlia, che sarà felice di poter aver lo zaino tanto in voga tra le bambine italiane! Questa è la fratellanza e l’integrazione con i non Italiani che intendo io. Invece mi vergogno profondamente per la parte meschina dei genitori di L. B., che non si sono degnati di dire a me o a mio marito, nemmeno una parola. Comunque stanchezza serale a parte, ossa rotte oggi, tanta sonno che smaltirò pian piano la giornata è stata irreale e non vediamo l’ora di ripetere l’esperienza. Ma nelle vostre città ci sono questi tipi di manifestazioni?