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Ovvero: all’inizio c’era solo il vodka lemon. Evoluzioni alcoliche della Faye
Bei tempi quando ancora non bevevo. O forse no, meglio ora, è tutto molto più divertente, ma sicuramente il mio fegato, il mio stomaco e la mia linea stavano meglio prima.
Io ero astemia, ma non perché non volessi bere, semplicemente gli alcolici mi facevano cagare. Il gusto, non ero abituata al sapore. Il vino… roba da rabbividire. La birra… meglio una coca cola.
E poi cosa è successo? Poi sono diventata single, e ho avuto la necessità di uscire e di fare un sacco di vita sociale. Bere in compagnia probabilmente è uno dei gesti più sociali che ci sia. E quindi, proprio a causa della mia insofferenza ai sapori, ho iniziato con dei cocktail leggeri, di quelli pieni di succhi di frutta, con superalcolici abbastanza neutri, come la vodka.
Ora, sarà che ho origini polacche, ma la passione per la vodka m’è rimasta. Un po’ meno per i coktail dolci, perché man mano che aumentavo il livello di resistenza, mi sono orientata su bevande meno stucchevoli. E così il Vodka Lemon è diventato il cocktail per eccellenza, quello che mi trovate in mano praticamente in ogni foto alcolica. Si perché il vodka lemon è fresco, dissetante, anche sgrassante, non è stucchevole. E poi è uno di quei cocktail da maratoneta, che se la serata si preannuncia lunga, se ben distribuito e centellinato ti mantiene in un costante stato di ebbrezza senza causare troppo malessere. Poi mettici che la mattina non accuso nessun sintomo post sbronza… insomma il mio cocktail perfetto.
Era.
Dico era perché questa cosa che non bevevo né vino né birra la vivevo un po’ come una limitazione. Non tanto per la birra, anche se in effetti è della giusta gradazione quando non si vuole partire direttamente di superalcolici.
Ma il vino! Il vino è socialità, il vino è pasteggio, il vino è storia, mitologia e tradizione, è romanticismo, è seduzione. Non essere in grado di apprezzare un buon vino è stata veramente una mancanza, una lacuna da colmare. E così ho iniziato un percorso di “avvicinamento e abitudine al sapore”. Un po’ come quando vai la prima volta al ristorante cinese e ti sembra che tutto ha lo stesso sapore, mentre dopo un po’ inizi ad apprezzare le diverse pietanze, anzi non ne puoi fare a meno.
Così ho fatto io col vino, obbligandomi ad assaggiarlo e a sorseggiarlo. Ovviamente l’ho fatto per bene, sono andata in enoteca, ho iniziato con dei vini buoni da bere stuzzicando taglieri di salumi e formaggi, ho imparato che se dico che voglio un vino dolce per cena vengo guardata male perchè pensano subito a un passito… E poi di punto in bianco mi si è sbloccato! Come se avessi fatto un upgrade. Si è sbloccato il sapore del vino, e mentre prima facevo facce disgustevoli al solo sentirne l’odore, adesso riesco a bere e ad apprezzare. Anche il vino rosso!! E quello mi faceva venire direttamente la pelle d’oca!!
Insomma sono traguardi importanti.
C’è solo un piccolo problema: se in una sera come quella di sabato, invece dei miei soliti vodka lemon, inizio con la birra per aperitivo, passo al vino per cena, e continuo con vodka lemon e rum liscio… poi non mi devo lamentare se finisco la nottata in bagno con le dita in gola ^^