“Ho avuto la possibilità di conoscere il mondo artistico e culturale del Sud Est asiatico. Attraverso numerosi viaggi di ricerca, visite presso studi di artisti, colloqui con curatori e critici regionali, e una costante ricerca, il mio interesse e la mia curiosità sono cresciuti, portandomi a maturare personalmente e professionalmente”: Arianna Gellini, 30 anni, è co-direttrice di una galleria d’arte a Honk Kong, in Estremo Oriente.
Una carriera improntata fin dall’inizio a Est, quella di Arianna, che prende le mosse dalla laurea in Lingue, Culture e Società dell’Asia Orientale, all’università Ca’ Foscari di Venezia. Gli scambi con la Cina sono molto frequenti: così, dopo la laurea triennale, è tempo per lei di partire con destinazione Shanghai.
“A Shanghai ho iniziato a lavorare come interprete per diverse aziende“, ricorda Arianna, che in pochi anni compie il salto verso il mondo dell’arte. Prima come assistente gallerista, poi con un Master in Arte Contemporanea a Singapore.
Fino all’approdo a Honk Kong, “città dai forti stimoli, in continuo cambiamento“, testimonia Arianna. Nell’ex-colonia britannica un primo lavoro per lei presso “Osage Gallery”, poi la scelta di divenire curatrice indipendente, fino all’offerta di una posizione da direttrice delle esibizioni presso “Gallery Exit”.
Ospite della puntata è Davide Quadrio, fondatore e curatore della “Far East Far West Collection”: Quadrio è un punto di riferimento, nel mondo artistico e galleristico italiano in Oriente. Con lui allarghiamo il quadro alle differenti opportunità, per giovani italiani, nel mondo dell’arte in Cina. L’Italia, soprattutto, riesce a far fruttare il suo immenso patrimonio culturale e artistico al di fuori dei nostri confini… oppure vive in uno “splendido isolamento”? E come tutto questo impatta con le prospettive professionali per i nostri giovani nel settore?
Nella rubrica “Expats” ascoltiamo, come ogni ultimo sabato del mese, le lettere di voi ascoltatori: oggi tocca a Diego, giovane ingegnere che sta cercando in tutti i modi di restare in Italia, resistendo alle “sirene americane”. Ce la farà?
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La discussione di giugno: “Perché non abolire gli ordini professionali, come primo passo per aiutare i giovani ad accedere più liberamente al mercato del lavoro? Quanto -secondo voi- l’eliminazione di questo residuo corporativo potrà portare anche chi non è “figlio di” a restare in Italia? Senza dover necessariamente emigrare, perché non proviene dalla famiglia giusta?”
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Alla prossima puntata: sabato 5 luglio, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!