Una generazione che le ha viste tutte

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Un articolo apparso su “Repubblica” venerdì scorso profetizza l’imminente scomparsa di gran parte delle sale cinematografiche diverse da quei multiplex che sparano neon colorati e odore di popcorn nel buio di tutte le periferie italiane.
A partire dal 2014, infatti, anche la versione da grande schermo dei film in uscita non arriverà più nelle cabine di proiezione sotto forma di un’ingombrante bobinona con avvolte addosso centinaia di metri di pellicola, ma il tutto si ridurrà a un piccolo, impalpabile file ad altissima definizione.
Questo comporterà enormi investimenti per nuove e modernissime attrezzature che, verosimilmente, i piccoli esercenti faranno fatica ad ammortizzare visto il calo inarrestabile del numero di spettatori.
Non è troppo difficile ipotizzare che, passo dopo passo, sia proprio il concetto di sala cinematografica, a diventare obsoleto, e che in un futuro recente ci troveremo a guardare i film-novità solo ed esclusivamente sul divano di casa nostra senza più dover mettere l’impermeabile per uscire di casa.

E’ un mondo che, in maniera inevitabile, evolve e si trasforma, rivoluzionato dalla tecnologia che tutto reinventa.
E noi, Vecchiotti di questi anni, apparteniamo a una generazione fortunata, perché siamo forse gli unici che potranno dire di aver vissuto sia il prima che il dopo, e di essere stati testimoni di questo passaggio del testimone dall’analogico al digitale.
La musica che da un padellone di vinile nero si è spostata su un’ipod. I libri, evaporati dalla carta per passare su un ebook reader. E ora anche i film, e con essi l’esperienza di una sala piena di centinaia di persone che assistono mute alla stessa emozione a colori.
Noi saremo quelli per cui “condividere” era un verbo che comportava la presenza fisica di un altro essere umano, ma che poi hanno imparato a farlo in altro modo, cliccando un’icona sotto una foto social.

Siamo l’unica fetta di storia che avrà guardate lo stesso bel film prima al cinema, poi trasmesso in prima tv, poi registrato su un VHS, poi addizionato di contenuti extra in un disco DVD, e infine riscaricandolo in formato AVI da Itunes.
Siamo quelli che c’erano prima della trasformazione definitiva, ci sono stati durante e – se la fortuna ci assiste – ci saranno anche dopo.
Siamo insomma una generazione – forse l’ultima, forse addirittura l’unica – che, con cognizione di causa, potrà dirne di averle viste davvero tutte.


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