Sono arrivata in Galles il 21 gennaio e non sono ancora morta di freddo! Forse però morirò di fatica...
Sto uscendo in kayak quasi tutti i giorni e per le prossime quattro settimane non avrò neanche una giornata di riposo. E poi volerò direttamente in Spagna per il Symposium Pagaia, "fully booked" già da diverso tempo! Insomma, fino a dopo Pasqua sarà tutta una tarantella di pagaiate...
Questo è il "mio" Galles!
In previsione di tali fatiche, per un giorno sono rimasta a casa, in estatica contemplazione del temporale che si avvicina dal mare e che presto avvolge il cottage con una pioggia battente e rumorosa. Poco dopo, come spesso, il sole torna a fare capolino tra le nuvole e penetra dalle finestre, illuminando la tastiera su cui sto scrivendo queste righe. Questo posto è davvero speciale! E ci sono un sacco di cose da fare/vedere/scoprire...Quando non sono in kayak, mi piace dedicarmi ad esplorare i dintorni, da sola, seguendo il filo dei miei pensieri, intricati come le strade che scendono nelle vallate dello Snowdonia...
Una delle più grandi centrali idroelettriche d'Europa, scavata sotto le vecchie cave di pietra di Dinorwig.
La mia giornata tipo, quando vado in kayak, è all'incirca questa: sveglia alle 7, quando spesso fuori il vento sbatacchia i rami spogli del mio albero preferito; un po' di pratica yoga, doccia e colazione (mi accontento dei corn-flakes perchè il porridge richiederebbe troppo tempo!); riordino l'attrezzatura (ho comprato un nuovo casco!) e sistemo tutto in macchina; parto intorno alle 8, programma il navigatore in attesa che si sbrini il parabrezza e guido come una lumaca verso la meta del giorno. L'appuntamento è di solito fissato per le 9 del mattino da qualche parte intorno all'isola di Anglesey e dopo alcune ore in mare, inclusa la sosta per il pranzo (il momento talvolta più freddo della giornata, ma anche più breve!), rientriamo alla base intorno alle 17, prima che faccia buio.Cioccolata calda con marshallow (!) in un cafè di Llanberis.
Una volta caricato il kayak sulle barre gonfiabili mi rimetto in macchina e spesso scelgo deliberatamente di perdermi per i sentieri che corrono sinuosi tra i campi coltivati ed i pascoli di pecore (non mi è mai piaciuto guidare un'auto, lo trovo quasi noioso, specie se confrontato con le lunghe scorribande in motocicletta della mia gioventù... ma qui è tutta un'altra cosa, persino piacevole!). Faccio grandi scorpacciate di paesaggi gallesi, tanto ho il riscaldamento a palla e la radio sintonizzata sul canale della musica classica.Porthmadog, all'estremità meridionale della penisola Llyn.
Dopo circa un'ora di guida mi arrampico su per lo sterrato e parcheggio davanti al "mio" cottage (davvero uno dei più belli e caratteristici della zona!). Lavo e stendo tutta l'attrezzatura da kayak: Debbie ha sistemato sotto la grondaia una grande tinozza per la raccolta dell'acqua piovana, in giardino un lungo filo per i panni e nel garage una serie di ganci per appendere i vari pezzi.Mi serve una lunga doccia calda per recuperare un po' di energie ed una temperatura corporea decente. Sistemo la spesa, cucino qualcosa al volo (adesso capisco perché qui tutti cenano alle 19!), faccio andare la lavatrice, scarico le foto per aggiornare il blog e faccio una bella chiacchierata con l'uomo di Ferro (che grande invenzione Skype!).
Beddgelert, ai piedi dello Snowdonia.
Poi preparo i panini imbottiti per il giorno dopo (il pane qui non è granché ma l'hummus si sposa a meraviglia con le verdure crude, peperoni, sedano e pomodorini!), stendo i panni e se non sono ancora crollata dal sonno guardo la televisione insieme alla padrona di casa, con cui parlo sempre molto volentieri (anche perché mi corregge tutti gli errori di pronuncia e grammatica senza farmi cadere nello sconforto dell'eterna scolara somara!).Capita spesso che Debbie cucini anche per me, piatti fumanti dal profumo invitante, minestre di verdure o zuppe di funghi... oppure qualche manicaretto come il pancakes del Pancake Day (il nostro martedì grasso) o anche una strepitosa torta alle noci che ha resistito per pochi giorni ai nostri continui assalti...
I curiosi disegni di sabbia sulla spiaggia di Portmeirion.
Quando invece vado in piscina o al cinema, oppure mi trattengo fuori casa per una presentazione in zona di viaggi in kayak, allora rientro a notte fonda e sbrigo tutte le faccende con tempi accelerati. Una sera sono rimasta per oltre un'ora a fissare la prima falce di luna dalla vetrina di un gommista miracolosamente aperto: avevo bucato, e pure scoperto di aver comprato un'auto usata senza ruota di scorta e con pneumatici vecchi come il cucco! Un'altra volta (prima di forare) mi ero persa (letteralmente, non figuratamente!) tra i sentieri sempre più stretti della costa orientale di Anglesey, quelli segnati dal cartello "one track road" dove a malapena passa un'auto senza strusciare tra le siepi intrecciate nei muretti a secco di ardesia... che mi sono fermata a lungo a guardare e riguardare!Chissà perché finisco sempre per tornare al mare...
Insomma, mi sembrano giornate di 48 ore, come le ho sempre sognate, sin da piccola!Comincio però ad accusare i primi segni di stanchezza (ho dimenticato la pagaia nella base di Phil e forse ho anche perso il mi cappello preferito... fortuna che il te inglese tiene ben svegli!).
Soffro anche un po' di nostalgia (nell'ordine esatto di Mauro, della mia pagaia groenlandese e del mio cuscino di piume!), ma ho iniziato ad apprezzare questa strana sensazione di essere la sola, indiscussa, assoluta padrona del mio tempo!
Prima di addormentarmi, come sempre leggo un po', ora rigorosamente in inglese.
La stanza nel sottotetto è calda ed accogliente e anche quando il vento sembra voler strappar via le tegole di ardesia, io crollo in un sonno profondo e rigenerante.
Non ho mai dormito così bene in un letto non mio!