Magazine Salute e Benessere

Una giornata polemica

Creato il 12 settembre 2012 da Luigi2010

Una giornata polemica

Ormai da qualche anno ai primi di settembre andiamo a visitare la fiera SANA a Bologna. E’ una fiera che si occupa di benessere, alimentazione e prodotti bio. Come sempre animati dalla curiosità e dalla speranza di scoprire cose nuove o comunque stimolanti. Ma quest’anno non è andata così, sarà perché a fine anno finisce tutto (maya) o perché c’è la crisi fatto sta’ che questa volta mi aveva preso il tarlo della polemica.

Non trovando novità o cose stimolanti mi ero concentrato su quello che gli espositori comunicavano al pubblico e qua il tarlo della polemica da silente che era, è emerso in tutta la sua virulenza. Cercavo stand che parlassero della Stevia ma non ne trovavo, poi mi appare davanti una parete con scritto Stevia. Bene ho pensato, entro e vedo che espongono delle marmellata dolcificate con la stevia. Incuriosito ne prendo una in mano, la consistenza era quella di un succo di frutta, guardo l’etichetta e nel bel mezzo in evidenza sotto la scritta Confettura di fragole” appare la scritta “Zero calorie”. Rimango colpito, una marmellata a zero calorie non l’avevo ancora vista. Giro la confezione, c’è l’etichetta nutrizionale e leggo “calorie 160 Kc.” per 100 gr. Mi avvicino a un operatore dello stand e gli chiedo come mai nell’etichetta c’è scritto “Zero calore” mentre nel retro in caratteri più piccoli nella tabella nutrizionale riporta 160 calorie ?? La signora sorride dandomi l’impressione di quella sorpresa con le mani appunto nella marmellata. Rimango in silenzio in attesa della risposta, la risposta è stata disarmante. Il motivo era perché hanno usato la stevia come dolcificante ed essendo la stevia a zero calorie hanno ben pensato di scrivere nella parte centrale dell’etichetta “Zero calorie” chiaramente per indurre il consumatore frettoloso a pensare che il prodotto fosse a zero calorie. Vi risparmio quello che non gli ho detto. Continuando nel nostro girovagare notavo con un certo fastidio che un sacco di persone (per lo più donne) giravano con un borsone ingombrante sponsorizzato dai big delle diete “in Chetosi” e mi chiedevo che cosa potevano contenere per giustificare il fatto che si trascinavano questi borsoni di carta trasformandoli in uomini sandwich. Entriamo nel padiglione pressoché dominato dai “in Chetosi”, mi avvicino a uno di questi e allungo il collo per vedere il contenuto di una delle borse che distribuivano. La hostess molto gentilmente mi invita a prenderla, “la prenda pure una borsa”, dico, “no grazie volevo solo vedere il contenuto”, “… contiene il nostro catalogo prodotti!. La guardo e gli dico “solo il catalogo prodotti ?? e la gente si trascina un borsone come questo solo per il catalogo prodotti ?? Ma come minimo ci deve essere una bottiglia di vino”. L’hostess sorride (è il suo lavoro) e io mi allontano sconsolato pensando che forse il vero motivo è che fa figo andare in giro con la borsa dei “in chetosi”. Ormai il tarlo della polemica aveva preso il sopravvento e la successiva vittima è un’azienda che produce pasta e l’occhio mi cade sulla loro confezione nella quale riporta in evidenza la scritta “A basso indice glicemico”. Prendo in mano la confezione e cerco il valore dell’indice glicemico. Dal momento che dichiarano che il loro prodotto è a basso indice ci sarà un numero da qualche parte. Non l’ho trovo, prendo la confezione mi avvicino a un addetto dello stand “mi scusi non ho gli occhiali (non è vero erano nello zainetto), mi trova per cortesia il valore dell’indice glicemico sulla confezione ??”. Lui mi guarda e mi dice “non c’è”, come non ce ribadisco, se lei dichiara che è a basso indice mi deve dare il valore, il tono che avevo usato non era proprio da lord inglese, lui chiaramente in imbarazzo reagisce dicendomi” mi scusi ma con chi parlo ??” (della serie non sa chi sono io) e io gli rispondo “sono un consumatore che si è rotto le balle di essere preso per il culo”, nel frattempo mio fratello che sino a quel momento mi accompagnava si era dileguato. Il battibecco è continuato qualche minuto poi mi sono allontanato quando affermò che tutta la pasta è a basso indice glicemico e che quindi loro potevano riportarlo sulla confezione. Ormai mi sentivo il cavaliere mascherato, vendicatore dei consumatori e mi aggiravo in cerca della mia prossima vittima, mio fratello era sempre più distante da me. L’occhio mi era già caduto un paio di volte su uno stand che proponeva una bevanda in bottigliette tipo birra e aveva uno slogan del tipo “una bevanda speciale”. Si bevanda speciale pensai, in quel momento non c’era nessun visitatore, mi misi davanti allo stand con le mani ai fianchi un po’ alla Duce e rivolgendomi al responsabile esordii dicendo “voglio proprio sapere che cosa ha di speciale questa bevanda !”. Il responsabile, una persona di mezza età con il capello lungo che gli andava spesso negli occhi, inizio a raccontarmi tutto sulla bevanda. Rimasi in silenzio ad ascoltare per 15 minuti. Mi raccontò dell’impegno, della ricerca, della passione che c’era dietro a quelle bottigliette, rimasi veramente colpito. Era veramente una bevanda speciale, ottenuta attraverso la fermentazione del malto, senza alcool, senza zuccheri aggiunti (22 Kc), leggermente frizzante. In Italia non è ancora in commercio ma a inizio anno 2013 dovrebbe essere in distribuzione. Vi segnalo il link se volete approfondire. Il tarlo della polemica ebbe una battuta d’arresto, ma non se ne andò definitivamente sino a sera, quando a cena la mia nipotina di due anni davanti a una torta con tante candeline, si mise a cantare “tanti auguri ziooooo”.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :