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Una lettera

Creato il 08 agosto 2011 da Fabio1983
Anna Paola Concia si è sposata qualche giorno fa con la sua compagna Ricarda. Naturalmente è dovuta andare fuori dall’Italia e siccome Ricarda è tedesca potrebbe non essere una scelta casuale quella di pronunciare il fatidico sì a Francoforte. Il papà 83enne della deputata non era in Germania il giorno delle nozze. Però le ha inviato una lettera commovente che lei (ha fatto benissimo) ha pubblicato sul suo sito. La Concia sostiene che si tratti di “un esempio per tutti”. Io aggiungo che deve essere un punto di partenza, non certo di arrivo.
Cara Ricarda ed Annapaola,Solo voi potete sapere quanto é stato duro, difficile ed anche doloroso arrivare a questo giorno di felicità.Purtroppo io non saró con voi ma ci saranno fratelli e nipoti che vi faranno sentire l’affetto che meritate.Già da domani tornerete ad affrontare l’intolleranza e in qualche caso addirittura l’odio per chi ha fatto una scelta di amore. Un amore diverso ma non per questo meno intenso e meno puro.Ho oltre 80 anni e neanche per me é stato facile capire e d accettare fino in fondo. Ma quello che voglio dirci é né a me né ad altri che dovete rendere conto, ma solo l’una all’altra. Perché il diritto di amarvi é scritto più in cielo che in terra. “In paradiso i matrimoni non ci sono ma l’amore si”.Benvenuta tra noi Ricarda. Per me sarai una figlia, sorella degli altri miei figli e come loro ti amerò.Paola voglio ringraziarti per avermi donato ancora a questa mia tarda età la voglia di ribellarmi all’ingiustizia.Auguri Papà
C’è poi Avvenire che dice alla Concia di avere sbagliato a dare in esclusiva a Vanity Fair le foto del suo matrimonio. Lei ribatte spiegando che quelle immagini non sono state vendute e che la ragione per cui ne ha concesso la pubblicazione è ben altra che non un istinto mediatico. Il quotidiano della Cei, a cui ovviamente non era stato richiesto un endorsement, dovrebbe anche ricordare cosa fa Anna Paola Concia, il ruolo che ricopre e quali sono le sue battaglie. E che i giornali talvolta pubblicano schifezze, reali, che nessuno si azzarda a criticare.

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