Magazine Pari Opportunità

Una lettera …per riflettere!

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Ieri ci è arrivata una lettera di una nostra assidua lettrice e preziosa commentatrice, che ci ha fatto riflettere ulteriormente su diverse cose.

Non è la prima volta che un commento, un messaggio in bacheca o privato ci dia stimoli ulteriori o spunti su temi inesplorati.

Alessia ci scrive una lettera molto bella, ed è un piacere condividerla con tutti-e voi

Vi scrivo privatamente perchè al momento non posso accedere al blog.
Ma non ce la facevo ad aspettare. Sono talmente amareggiata che per la prima volta mi chiedo se quello che stiamo facendo abbia ancora un senso.
Non è tanto il fatto di avere un atteggiamento rinunciatario quanto quello di constatare con profonda incredulità che le nostre parole di donne e uomini non solo non vengono prese in considerazione ma relegate nell’immaginario collettivo come uno sfogo isterico del momento, inutile, stupido.

E’ una richiesta di confronto sul da farsi perchè personalmente non so più come dovremmo agire nel prossimo immediato. Cambiare radicalmente gli strumenti coi quali intervenire?
Dopo quanto successo durante il servizio del Tg1 non solo non si sono sentite scuse di sorta ma si è continuato imperterriti a proporre sul palco di Sanemo carne umana femminile come specchietto per allodole, come hai scritto nel tuo post.
Oggi i titoli del festival sui vari quotidiani on line intitolano “Sexy” di qua e di là, addirittura tra le prime notizie importanti, riferendosi alle vallette (termine orribile) di questa trasmissione, che quest’anno sta avendo successo, seguita da quei milioni di italiani per cui mi chiedo se valga ancora la pena lottare.
Perchè quando si investono tempo ed energia per qualcosa di importante in cui si crede fermamente (che poi è semplicemente allinearci agli standard europei per quanto riguarda l’egualianza di genere, promuovere il rispetto della figura femminile nei contesti sociali e politici, combattere le violenze) ci si ritrova di fronte a questo: richieste accorate beatamente ignorate e perpetuazione di uno squallore mediatico dilagante.
Penso a Valentina S. e alla sua lotta contro la tratta di donne e bambine che deve trovarsi di fronte persone che non vogliono capire cosa rappresenti la violenza verso le donne nel mondo dello sfruttamento sessuale, a Lorella Zanardo, che ha capito che far cambiare mentalità ai vecchi del nostro paese non è possibile, e a tutt* coloro che si impegnano quotidianamente per una società che possa essere definita civile e mi chiedo: chi ce lo fa fare?!

Anche Lorella sostiene che è inutile insegnare a chi non vuole imparare e questo paese NON VUOLE IMPARARE!

Spero vivamente di essere smentita. Spero che nelle nuove generazioni si possa riporre un minimo di fiducia. Ma come, senza modelli, mi chiedo?

Sotto tutti schiavi in queta società, schiavi degli interessi politici. Nessuno, o comunque troppo pochi, hanno il coraggio di togliersi il bavaglio e parlare.

Perchè ascoltare 3.600 sclerati e rischiare il posto, la faccia? Mi riferisco a tutt* quell* che hanno fatto finta che il nostro appello non esistesse!

E’ molto più semplice continuare a seguire le direttive di un paese che ormai sta sprofondando nella melma.

Si potrebbe dire che al timone ci sono i soliti quattro vecchi provenienti da anni di cultura berlusconiana ma ho il timore che non sia solo questo il probelma.

Non ho un account facebook personale perchè questo genere di social network non mi piace ma ultimamente ho imparato a conoscerlo tramite lavoro e devo dire che ciò che ho potuto constatare non è per nulla rassicurante. Mi riferisco a come questi giovani si stanno approcciando alla vita. Sincermante per quanto ho potuto vedere i modelli insegnati dai vecchi si stanno ripetendo ancora, ancora e ancora. Pensare che ho un figlio di tre anni e mezzo che sta per affacciarsi a QUESTO mondo mi fa sentire completamente disarmata.

Io sono decisamente stanca, penso che quello che ci spetta di diritto a questo punto dovremmo pretenderlo e prendercelo, ora più che mai! Si tratti anche solo di far sentire le voci della società che sono quotidianamente sommerse!

Altrimenti che fare? Scappare? Lasciare la nave affondare da sola?

O continuare a combattere? Sia chiaro, io non combatterò più contro i mulini a vento.

Alessia R.

 Di giorni nei quali ho provato lo stesso sconforto di Alessia ce ne sono stati e ce ne saranno ancora tanti. I momenti di sconforto, quando porti avanti progetti o lotte scomode, arrivano puntuali come nuvole nere, avvolgendo i tuoi pensieri e pregiudicando la tua lucidità d’analisi e di sintesi. Ma voglio partire proprio con la frase di chiusura di questa lettera : “Sia chiaro, io non combatterò più contro i mulini a vento “, perchè dietro questa frase c’è un saggio consiglio.

Mi associo a questa presa di posizione di Alessia: anch’io d’ora in poi non combatterò più contro i mulini a vento, e con questo intendo dire che non perderò più un attimo con gente che non può e non vuole cambiare.

 Non esiste un solo spazio del web dedicato alle tematiche della parità, delle donne o del welfare, che non venga occupato (con una violenza paragonabile ad un uragano) da alcuni soggetti, sempre i soliti, che si organizzano come squadristi nei loro spazi per mandare le loroazioni punitive con commenti deliranti, offese e minacce. E’ ovvio che il loro intento è quello di scoraggiare qualcuno, è un po’ come vivere in un paese sotto regime: tutto è monitorato, controllati anche gli spazi personali, infondo i blog non sono altro degli spazi nostri personali  ( è come se fossero le nostre case) e non c’è scritto da nessuna parte che noi dobbiamo ospitare te che magari sei anche poco educato, o che dobbiamo essere gli psicologi di qualcuno o il telefono amico o il nemico su cui scagliarsi con una violenza inaudita.

Ora però vorrei soffermarmi sul contenuto di questa lettera.

 Qualche settimana prima che iniziasse Sanremo scrissi un post su un servizio mandato dal tg1 su Ivana Mrazova: “La donna del festival“.

Con degli screenshot ho analizzato immagine per immagine il comportamento dei due presentatori. Il pezzo ha ottenuto migliaia di visualizzazioni anche perchè si è organizzato un appello con annessa raccolta firme grazie all’associazione Pulitzer e i risultati sono stati anche abbastanza soddisfacenti. 3600 firme oltre alle lettere di contestazione recapitate alla rai e vari messaggi di disappunto mandati a chi di competenza, ricordando loro che per la rai versiamo  una cifra pari a 112,00 euro l’anno.

Due o tre settimane fa però all’Arena della domenica condotta da Massimo Giletti la nostra contestazione è stata totalmente mistificata.

Il presentatore, coadiuvato da altre persone in studio -che non erano al corrente della polemica- ha lasciato credere ai telespettatori che un gruppo di femministe ha contestato la presenza di Ivana Mrazova .

Partiamo col presupposto che su 3600 firmatari, gli uomini risultano tantissimi: quindi definirlo un gruppo di femministe con aria di sufficienza, oltre che essere offensivo (caro Giletti campi anche grazia al tributo delle femministe), è anche un grossa balla!

La polemica era nata per l’ennesima umiliazione verso le donne. Una ragazza di vent’anni manipolata con frasi suggerite quasi fosse una marionetta, con continue e ossessive inquadratura sul decolletè e un giubbotto che le viene sfilato da i due presentatori per mostrare ancor di più le sue grazie, era questo che contestavamo. A noi della presenza di Ivana Mrazova o di qualsiasi altra importa ben poco .

A quanto pare però quel servizio in questo Sanremo non è stato che una  goccia nell’oceano dello svilimento.

La prima serata vedeva come ospite Celentano. Un Celentano che ha detto -per me e per il resto degli italiani pensanti – cose abbastanza ovvie. La reazione di tutti gli altri è stata ben diversa. I titoloni dei giornali lo accusavano di follia e farneticazione; nelle interviste pilotate all’interno degli sterili contenitori pomeridiani, la gente lo invitava solo a cantare. Certo, perché per gli italiani medi cantare non significa anche comunicare. Quindi mi chiedo: qualcuno ricorda De andrè, Gaber o Rino Gaetano? Oppure il Festival è diventato popolare solo nel 2012? Dimenticavo che “Il cielo è sempre più blu”, quindi Celentano pensasse a cantare “Azzurro” e quando lo spettacolino è finito si rimettesse il suo bavaglio.

 I preti e il vaticano erano sconvolti perchè Celentano si è permesso di affermare  che “Famiglia cristiana” e “Avvenire” siano giornali inutili.

Ora mi chiedo: il Vaticano, quando Belen si smutandava guidata da qualcuno (Servizio mandato ieri da “Striscia la notizia”), dov’era? Come mai in Italia i nudi di serve non vengono contestati da nessuno e una gesto fuori dal coro o l’inizativa libera di una donna che decide di mostrarsi senza mutande viene contestata con vigore?

Ma mi chiedo anche come personaggi alla Gianni Morandi si pieghino perfettamente e senza batter ciglio a queste logiche, a questi circhi inumani. Penso che quando nella vita si è riusciti a raggiungere un certo tipo di fama e quindi di credibilità (e anche di indipendenza economica) la dignità valga più di qualsiasi compenso.

Fino a qualche mese fa qualcuno continuava a dare la colpa di tutto a Berlusconi, ma la realtà è che Berlusconi non è soltanto un soggetto ma ormai è diventata una dottrina, uno stile di vita, un modo molto discutibile di vivere e pensare.

Alessia, nella lettera, si dice preoccupata per il futuro del suo bambino in quanto puoi crescere tuo-a figlio-a tutti inculcandogli ideali di tolleranza, di anti-sessismo, di pace, ma quando entrerà nelle scuole, si scontrerà con il resto della società e non tutti i genitori educano i figli secondo certi ideali.

Capisco la sua preoccupazione, e, sono sincera, non farei mai crescere un-a bambino-a in questo paese -se mai un giorno avrò un figlio.

Un paese che fa delle diversità l’unico modello da seguire. Diversità tra orientamenti sessuali, tra religioni, razze e origini.

Un paese che insegna ai bambini futuri uomini di fare soldi e comprarsi le belle donne perchè se no sei solo un sfigato, e alle bambine future donne insegna l’arte di farsi bella a qualsiasi costo perchè tu sarai la merce che qualcuno comprerà.

E’ una cultura selvaggia, primitiva ma con una facciata piena di lustrini, e la colpa possiamo darla soprattutto alla tv.

Ennio Flaiano trent’anni fa diceva:

Fra trent’anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i governi ma come l’avrà fatta la televisione

E’ una delle frasi più vere e illuminanti che io abbia mai letto. I bambini non ricevono un’educazione sessuale a scuola, spesso le tv sono le loro baby-sitter o i loro parcheggi.

Cosa apprendono questi bambini dalla TV? Le bambine si rifanno a modelli di donne à la Paris Hilton -ragazza banale, ricca e superficiale-, che vive in un mondo tutto rosa, senza ideali, senza sogni e senza brutture, mentre i bambini ammirano personaggi come Briatore, Corona, Berlusconi che credono di poter comprare tutto, tranne la dignità ovviamente.

E questa tv è la stessa che poi si meraviglia delle violenze e degli stupri  selvaggi, di donne ammazzate dal compagno o dall’extracomunitario sparato perchè un folle con le loro stesse ideologie un giorno si è svegliato e ha sparato all’impazzata o di un ragazzo pestato solo perchè omosessuale.

Vi meravigliate di questa violenza? Ma chi da anni semina l’odio per il diverso? Sono anni che lasciano credere che sono solo gli extra-comunitari che violentano le donne (un po’ come le locandine  che il fascismo affliggeva sui muri ), hanno inculcato loro stessi questa mentalità dove le donne sono dei pezzi di carne da scrutare, rifare e ricucire e poi si meravigliano che qualcuno si senta giustificato a prendere  ”l’oggetto-donna” e ne faccia quello che meglio crede quindi stuprarla, perseguitarla o ammazzarla.

Per molti ancora non c’è nessun nesso tra la donna oggetto proposta in tv, nei giornali con il costante aumento delle violenze e dei femminicidi. C’è un legame tra tutto ciò : il continuo bombardamento di donne oggetto, sottomesse, carine e nude, piegate e ammiccanti, trattate come pezzi di carne e disumanizzate ha inculcato nelle menti una giustificazione alla violenza, un “guarda tocca e fanne quello che meglio credi”.

Proprio nel nostro blog di pubblicità con donne nude in posizioni che fanno invidia a qualsiasi porno con slogan del tipo “Montami gratis” “Te la do’ gratis” “Dove glielo metteresti” ne abbiamo trattate a migliaia.

Che fare allora? Scappare e lasciar affondare la nave? Si può tacere davanti a tutto ciò? Ovvio che no. Bisogna protestare, nonostante cerchino di strumentalizzarti o ridicolizzarti.

Non c’è una sola lotta in questo paese che non sia stata fatta passare per estremismo. Vedo un popolo schiavo dei luoghi comuni e delle dicerie, e anche l’avvento di internet -purtroppo- non ha cambiato nulla

Perché gli italiani non si fanno domande? Perché si bevono qualsiasi cosa senza cercare le fonti vere e documentate?

Vale la pena continuare a lottare per un paese come questo? Io dico di sì, forse sono solo un’illusa, ma vorrei leggere i vostri pareri, costruttivi, sani, le vostre riflessioni.

Allora? La facciamo affondare questa nave o cerchiamo di onorare quegli uomini e quelle donne che hanno lottato per le generazioni future, costruendo anche noi a nostra volta una società meno schiava e primitiva?

Faby



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