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Una "liberazione" difficile

Creato il 26 agosto 2011 da Tnepd

 

Libia: Cresce l’umiliazione della NATO per l’aumento delle incursioni aeree

Non si bombarda una città “presa”

da Tony Cartalucci

dal sito Land Destroyer

(traduzione di levred per gilguysparks.wordpress.com)

 

Ogni aereo da guerra della NATO che passa sopra le coste della Libia e rilascia i suoi ordigni sulla città di Tripoli è un richiamo evidente che, non solo i ribelli sostenuti dalla NATO non sono riusciti a conquistare la città, ma i combattimenti superano la loro capacità di affrontarli senza il costante sostegno aereo. Come ogni bomba fa a pezzi le infrastrutture già tartassate dalla NATO – la più recente è la distruzione di una stazione dei pompieri nel distretto di Abu Salim – al mondo sono date quotidiane conferme di quanto siano state ipocrite e premature le disperate rivendicazioni di “vittoria” della NATO, fatte ormai quasi una settimana fa. Ad aggiungere ingiuria all’ insulto, il ministro degli esteri britannico William Hague stava implorando il Sud Africa di liberare i finanziamenti per i protetti della NATO a Bengasi e ha suggerito che non farlo porterebbe “il rischio di un disastro umanitario”. Hague non ha ancora spiegato come il persistente bombardamento aereo di una città, densamente popolata, non stia già causando un accertato disastro umanitario.

 

Ora ci sono rapporti che le brigate di Al Qaeda della NATO sono state bloccate prima di entrare nelle città costiere della Sirte e Bin Jawad, sia in quelle comprese tra Bengasi e Misurata. In realtà, leggendo tra la retorica, vediamo che i ribelli hanno non solo fallito a realizzare qualcosa che va al di là della più simbolica delle vittorie, nel caos immenso seminato in tutta Tripoli, sono in realtà in una posizione più debole che mai, con le loro forze allungate in più posizioni di fronte ad un esercito libico trincerato su più fronti.

 

Col cantare vittoria mentre sta conducendo attacchi aerei quotidiani su una “città catturata”, per coloro che sono in grado di mettere insieme i pezzi, la NATO manifesta una debole presa nella campagna pasticciata che ha tirato fuori. Naturalmente non è in alcun modo possibile che la NATO ritenesse che la Libia potesse essere presa in pochi giorni, non settimane, e deve essere profondamente consapevole che anche se Tripoli cadesse domani – cosa non molto probabile – ci saranno ancora intere città sotto il controllo del governo libico insieme al vasto entroterra meridionale della Libia. L’occupazione era il vero finale di partita della NATO, fin dall’inizio, in attesa solo del pretesto giusto per iniziare lo sbarco di truppe sul terreno. Ottenere quel pretesto si è dimostrato essere difficile.

 

L’occupazione non può iniziare fino a quando i capi terroristi di Bengasi non siano in grado di stabilirsi abusivamente a Tripoli abbastanza a lungo per chiamare le forze della NATO per l’assistenza, o la NATO possa creare abbastanza caos, uccisioni, e lesioni permanenti da ottenere il consenso dalla “comunità internazionale” per implorare una “forza di stabilizzazione.” Comunque sembra che le forze ribelli non siano capaci di produrre neppure risultati senza i costanti bombardamenti della NATO dall’alto, tradendo i resoconti dei media secondo cui “Tripoli sarebbe caduta” o che la NATO avrebbe raggiunto una sorta di vittoria.

 

L’AP(Associated Press) ha riportato che loro sostenevano fossero i ribelli che legavano e giustiziavano gli attivisti che avevano eretto una tenda vicino al compound di Bab al-Aziziya come segno di solidarietà con Gheddafi. Tale report, se vero, sembrebbe certamente come l’inizio del genocidio, come aveva previsto il dottor Webster Tarpley, se i terroristi di Bengasi avessero mai raggiunto Tripoli. La NATO spera forse che questo sarà il catalizzatore di cui ha bisogno per influenzare gli schieramenti politici occidentali che resistono all’idea di una “forza di stabilizzazione”. C’è una complicazione però.

 

Francia, Stati Uniti, Regno Unito, e Qatar hanno tutti ammesso di avere forze speciali a terra, per assistenza, armamento e addestramento dei ribelli. Qualsiasi caos o atrocità attribuita a questi ribelli coinvolgerebbe poi direttamente le forze della NATO che li guidano. La celebrazione della prematura vittoria della NATO si è trasformata in un’umiliazione impantanata da ribelli inefficaci sul terreno, ha reso visibili le menzogne, e il pubblico è ora consapevole del fatto che forze speciali occidentali stanno in realtà guidando gli imprevedibili, brutali ribelli.

 

Spetta ai media alternativi esporre questi fatti ad infinitum in modo che la NATO non sia in grado di vendere le proprie menzogne ​​sul raggiungimento della vittoria o nel rappresentare ora i ribelli come “cannoni assassini senza freno”*  per richiedere l’intervento della NATO.

 

Naturalmente c’è il concertato tentativo di riconfezionare le provate bugie di febbraio per quanto riguarda le presunte atrocità contro i civili di Gheddafi, insieme alla classica finta paura delle “ADM”(armi di distruzione di massa), e usare questo come pretesto per truppe di terra. Anche queste bugie devono essere energicamente denunciate, costringendo la NATO a continuare la sua situazione di stallo tattico fino alla scadenza di settembre o costringendolo a continuare a distruggere la sua reputazione e a esporre il suo vero programma criminale di fronte al mondo mentre inciampa in maniera poco elegante sulla linea del traguardo.

 

Mentre la NATO e i suoi sponsor aziendali credono che una vittoria in Libia spianerà la strada per le operazioni in Siria e oltre, i globalisti e la loro macchina di propaganda non hanno mai preso un pestaggio così duramente come lo hanno fatto in Libia, un paese di soli sei milioni di persone. L’attivismo, informando gli altri, e il boicottaggio delle 500 aziende Fortune in agguato dietro a queste guerre, fa effettivamente la differenza e sono cose che tutti noi possiamo fare anche solo 10 minuti al giorno.

 

[*n.d.t. letter. "murderous loose cannons" è un'espressione figurata risalente al '700, che si riferiva agli oscillanti e pericolosi cannoni su ruote dei ponti dei galeoni - persona imprevedibile che può causare danni se non tenuta sotto controllo da altri]


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