FILM DOPPIATI? SÌ, GRAZIE!!
Un recente intervento della ministra Carrozza, condivisibile sotto vari altri aspetti, si è concluso con un auspicio che mi ha lasciato piuttosto perplesso: la graduale diminuzione, sino a giungere magari alla totale eliminazione, di doppiaggi italiani per film e programmi stranieri, affinché i bambini, i ragazzini, e con loro la popolazione intera, possano essere facilitati nell’apprendimento delle lingue originali, e in particolare dell’utilissimo e indispensabile inglese.
Davanti a teorie di questo tipo, la mia reazione non riesce mai a essere univoca.Da un lato non posso non pensare che se padroneggiassi l’inglese (o il francese) al livello di una vera lingua madre, potrei già da tempo essere felicemente scrittore in paesi più intelligenti e civili, affrancato da meritofobie, politicizzazioni, favoritismi, nepotismi e puttanismi italiosi. In altre parole, se per liberarci dalla prigione italiA e dalle sue stupide cosche dobbiamo (parzialmente?) liberarci dall’Italiano, anche se è una delle lingue più ricche e più belle del mondo, magari è giusto provare a farlo. (Spassoso però lo spettacolo di giornalistozzi-scrittorelli che frignano perché l’italiA è “fuori mercato” per i Talenti, fingendo che nel LORO campo vada tutto come deve andare!)
Al tempo stesso, non posso non scorgere in tali atteggiamenti gli schifosi virus del gregariato mentale, del provincialismo, della sottomissione volontaria, del servilismo, della leccaculaggine. Tipo quelli che in una nuova tassa italiana che gli italiani dovranno pagare al fisco italiano c’infilano la paroletta angloide “service”, come se una nuova tassa non fosse già abbastanza antipatica di suo, senza bisogno di aggiungerci un nome sciocco e fuori luogo e culturalmente autostuprante. O quelli che invece di dire “mobile” dicono “mobàil” perché l’hanno imparato dall’odiosa pubblicità radiofonica e televisiva. Movaff… O quei patetici cronistelli che all’estero non saprebbero ordinare un caffè in un bar, però nei servizi per le tv italiane credono di farsi belli farfugliando “sold out” invece di “tutto esaurito”, o “rumors” al posto di “voci”.
Forse, se la lingua mondiale del profitto, della politica, del tecnoglionimento, dell’economia iperconsumista, dello sfruttamento e dello schiavismo anziché l’approcciabile inglese fosse il più ostico e astruso cinese (e non è detto che non lo divenga, presto o tardi), oppure il giapponese, il russo o l’arabo, certi capoclasse saputelli e faciloni sarebbero un po’ meno zelanti nell’auspicare genuflessioni mentali e linguistiche. L’orgoglio di una nazione – la Francia insegna – si vede da queste cose, non dall’inquinare il cielo con le frecce tricolori.
p.s. approfitto per dire comunque Grazie ai bravissimi Doppiatori italiani, che col loro stupendo e superprofessionale lavoro mi hanno permesso per tutta la vita di stragodermi i più bei film tradotti magistralmente nella mia lingua. Così bravi che spesso gli attori sembrano parlare italiano persino nel labiale! [Almeno un paio di famosi attori americani hanno dichiarato di preferirsi di gran lunga doppiati in italiano: per la bravura del doppiatore, per il timbro della sua voce, per la bellezza fonetica della nostra meravigliosa lingua.] Che la mia sia solo pigrizia? Benissimo. L’ho sempre detto lo Zio è il padre dei vizi, e che Pigro è bello (oltre che cosa buona e giusta, nostro piacere e fonte di salvezza)! E poi, visto che si parla sempre (e spesso a sproposito) di difesa dei posti di lavoro, perché mai rompere i coglioni a eccellenti lavoratori come doppiatori, traduttori e interpreti? Un lavoro che non inquina e ci migliora e abbellisce e facilita la vita, e tutti a dargli contro. E tutti a strepitare invece per la riapertura di fabbriche venefiche…
ERESIA SUPERFLASH
Un intero stadio CHIUSO per colpa di alcuni "cori" a malapena udibili e cantati, in trasferta, da frange minoritarie di fecciolina ultrà. (Ho visto la partita e non ho captato nulla, mentre ho sentito i tifosi di casa, in soverchiante maggioranza, imperversare coi loro slogan da Lord: "Ci sentiii?! Pezzo di merdaaa...") Chiuso a TUTTI, anche a chi ha fatto sacrifici per pagarsi un abbonamento.
La psicotica fregola antirazzista delle autorità calcistiche non solo sconfina (oltre che nel patetico) nell'illegale e nell'incostituzionale, e nella violazione dei più elementari diritti individuali (e del buon senso) ma ha talmente devastato i testicoli da farmi venir voglia di DIVENTARE razzista per provocazione. E a proposito: ma se io scrivo che i napoletani mi stanno simpatici, compio una grave "discriminazione in base ad appartenenza territoriale"? Mavaff...
A quando retrocessioni in serie D per un "arbitro cornuto" sussurrato da un singolo vecchietto, ma col labiale intercettato da qualche fanatico piedipiatti del bon ton da stadio? E intanto petardi, bombe carta e fumogeni continuano a farla da padroni, a rendere inguardabili le partite e pericolosi i luoghi in cui si svolgono. Complimenti vivissimi.
"RESPECT" è la parolina magica che manda in visibilio gli accigliati e irreprensibili professorini di etica pallamutandara della Fifa (gli stessi che hanno assegnato i mondiali 2022 al Qatar, per motivi sportivi e culturali, suppongo). Ma anche castigare pesantemente chi non c'entra per nulla denota mancanza di rispetto. Oltre che d'intelligenza.