Nono titolo di campione di Grecia consecutivo. Un dato che potrebbe bastare per spiegare la storia di una grande squadra europea, ma che è solo una piccola parte invece per il Panathinaikos. In totale nella storia dei Verdi di Atene sono 32 i titoli nazionali e quello di quest’anno ha un sapore ancora più speciale degli altri perchè arrivato partendo, forse, un po’ da “sfavoriti” rispetto ai nemici storici dell’Olympiacos.
La stagione del Pana infatti è stata sempre all’inseguimento dei cugini Rossi, in campionato hanno finito al secondo posto con 24 vittorie e 2 sconfitte, entrambe contro quelli del Pireo, e anche in finale di coppa di Grecia è arrivata la sconfitta.
La marcia ai suoi però coach Obradovic l’ha fatta scalare arrivati alla finale Scudetto e la vittoria in gara 1 ottenuta sul campo degli avversari ha fatto capire a tutti che qualcosa era cambiato. Gara 2 ha fatto andare avanti addirittura di due partite Diamantidis e compagni, che lasciata la vittoria della bandiera all’Olympiacos in gara 3, ha chiuso i giochi ad OAKA davanti al solito pubblico caldissimo.
Il nucleo resta quello formato da Diamantidis-Batiste, diventati fratellini nel gioco del pick&roll, ma poi a gente come Fotsis e Tsartsaris, sono stati aggiunti negli anni giocatori come Nicholas e Sato arrivati già abbastanza esperti e pronti per farsi sentire da subito, oppure giovani come Vougioukas, Perperoglou e Nick Calathes, che partito in sordina è diventato imprescindibile per coach Obradovic che l’ha fatto crescere in maniera esponenziale.
Insomma il Panathinaikos è un modello da seguire in tutta Europa, perchè come detto spende molto per restare ad altissimo livello, ma difficilmente sbaglia le scelte ed esegue un lavoro con i giovani davvero mirabile. L’anno prossimo in Euroleague nessuno li darà per favoriti alla vittoria finale, ma siamo sicuri che non ci troveremo qui a parlare ancora una volta di un altro double?