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Una “megalopoli” nel mezzo: ISTANBUL

Creato il 02 dicembre 2014 da Esther Piz @EstherPiz
Raccontare un viaggio, dopo diversi mesi, è come immergersi nel passato, è rivivere quelle emozioni provate, nella speranza che il ricordo possa bastare. Ma non basta !

La soluzione potrebbe essere quella di ripartire e ripercorrere le stesse strade, magari con il cambio di stagione, ma non è cosi semplice come scoccare le dita; allora, che fare? Semplice, riguardo le oltre 1800 foto scattate  e mi dico che “alcune città restano negli occhi,  altre riescono a colpire anche il  cuore”.

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Istanbul è magia. Una megalopoli nel mezzo !!! Qui c’è l’Europa , ma c’è anche l’Asia. È Occidente e Oriente, c’è modernità, ma c’è anche tanta antichità. C’è il vecchio , il nuovo, le idee, la religione, i vestiti, i rituali, il cibo, il caffè, il richiamo dei muezzin, c’è il mare, il verde, i tulipani, le passeggiate,il çay , il relax, il disordine, le moschee, le chiese, i gatti, i tramonti, i mercanti , le griffe contraffatte,  bellissimi gioielli, tante leggende e uno dei chiodi della croce di Gesù… e chi più ne ha, più ne metta ;-)

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Ad Istanbul, io e l’inglesino,  ci siamo andati in primavera per un intera settimana. L’inizio del viaggio è stato anticipato da una settimana di cattivo tempo che ha fatto precipitare le temperature al punto che, preoccupati del clima che avremmo trovato, siamo partiti in tenuta invernale. Allo sbarco in Turchia  sembravamo Totò e Peppino a Milano: per fortuna, l’imbarazzo “vestiario”, è durato solo fino all’arrivo in hotel.

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Abbiamo alloggiato nel quartiere di Beyoǧlu al NY-IST . Posizione e alloggio da consigliare ;-) la zona è molto vivace, comoda sia per spostarsi che per uscire la sera.

Istanbul è una città immensa: pare che da ovest ad est ci sono ben 120 Km ! E’ necessario avere le idee chiare su come ottimizzare il tempo che si ha a disposizione. Prima di partire ho preso informazioni: ho letto alcuni Blog tra cui ho trovato ricco di informazione quello di Zingarate , ho stampato e portato con me la guida sul design di ZERO, ho rivisto film come  il “Bagno Turco – Haman“,  la” La sposa Turca“, ” Un tocco di zenzero“, “Skyfall” e la serie TV “Squadra Omicidi Istanbul” . Ho comprato la Lonely Planet che però non ho trovato esaustiva poi sul posto. E adesso che sono in Italia e che il viaggio lo sto raccontando, posso dire che ci vogliono almeno 7 giorni per cogliere l’essenza di questa città. Come per ogni città che si vede per la prima volta, non si possono saltare i luoghi turistici (del resto non si può venire a Napoli e non vedere Piazza Plebiscito, no?), ma il vero viaggio si fa solo passeggiando nei quartieri “popolari” del popolo. E’ lì, dove si vive la vita di “tutti i giorni” che si scopre l’essenza di un luogo e delle persone che ci abitano ….

6 GIORNI – 6 ITINERARI e 10 cose da sapere prima di partire 

1 – Clima mutevole : vento, sole, caldo, fresco, sole, pioggia . Insomma preventivare il classico vestiario a strati del Viaggiatore.

 2 – Dimenticarsi i tacchi a casa.  È praticamente impossibile metterli .

3  – Evitare di dormire nel quartiere di Sultanahmet se si ha voglia di immergersi nella  vita degli Istambulioti . Bello, ricco di storia ma turisti à gogó :-)

4 – Mangiare, appena sfornata una “Simit”, la ciambella che è leggermente salata croccante e piena di semini. Buonissima come spuntino

5 - Puntare sul vegetariano se dopo un po’ si è stufi di mangiare carne. Ottimo ZENCEFIL .

 6 - I Trasporti pubblici sono efficienti. Anche se in alcune zone ci si arriva solo con gli autobus. Il traffico è pazzesco e a tratti si paralizza. Gli autobus sono stracolmi, altro che Napoli :-( . Si viaggia con la ISTANBULKERT che si usa come una prepagata.

 7 – Consigliatissima la gita sul Bosforo. Da fare con i traghetti locali e sostare per il pranzo nella parte Asiatica. Moderna, Ricca,Verde e Bellissima!!!

8 – Acquistare saponi,f rutta secca e gioielli

9 - Entrare in tutte le moschee: sono edifici bellissimi. Nei cortili antistanti  si respira PACE. Qui è il preludio alla preghiera e mentre riposi (sono spesso gli unici luoghi dove sederti e riprendere fiato dai rumori e dalla folla ), si può osservare gli usi della gente comune. 

10 – Scoprire ed immergersi nei storici quartieri di Fatih/Fener/Balat attraverso i racconti di Kadir un simpatico ragazzo conosciuto prenotando il tour proposto da SCOPRIRE ISTANBUL. ( Altro blog ben fatto ! e tour consigliatissimo :-))

Io e l’inglesino abbiamo fatto così :

1′ giorno – ŞIŞHANE –  SULTANAHMET ( I PARTE) 

All’arrivo è tutto nuovo, bisogna prendere confidenza con il luogo e capire come muoversi . Siamo arrivati di sera per cui solo la mattina scopriamo che siamo vicinissimi a Piazza Takisim. Questo non è solo il punto nevralgico per la storia politica di questa città, ma è soprattutto il punto da cui puoi partono tutti i trasporti per tutte le direzioni .

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Noi decidiamo di prendere il metró e di scendere a Şişhane. All’uscita è tutto abbastanza moderno. L’idea è quella di arrivare a Sultanahmet facendo la strada lunga e attraversando la parte bassa di Beyoǧlu . Camminiamo per Okçu Musa Cd.,  una strada tutta in discesa e piena di negozi che vendono lampadari, non riusciamo a capire lo stato del quartiere. Arriviamo al SALT, un interessante spazio espositivo,  non entriamo, ma ci soffermiamo ad ammirare la Scalinata di Camondo che si inerpica in maniera sinuosa .

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Continuiamo la discesa fino ad arrivare a Karaköy  dove prendiamo il modernissimo tram  per arrivare a Sultanahmet , il quartiere con il nome del sultano Ahmet . Questo distretto è il posto più turistico di tutta Istanbul, qui c’è un concentrato di cose da vedere e da fare . Ma ad ogni decisione corrisponde una fila da rispettare. :-( Superato l’antico Ippodromo, che al tempo dei Bizantini era utilizzato per le corse dei carri, facciamo la nostra prima fila per entrare nella Moschea Blu. Troppa folla, ma questo è il nostro primo incontro con una realtà vista, fin’ora, solo in TV .

L’edificio è affascinante con le sue maioliche di Iznik . Un aneddoto racconta che il sultano aveva chiesto a Sedefkâr di rivestire i minareti d’oro.  Ma la richiesta era così impossibile che l’architetto fece finta di capire che dovesse costruire 6 minareti anziché i 4 richiesti giocando con la somiglianza delle parole turche altin=oro/alti=sei.

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Tale furbizia gli costò la testa, perché i sei minareti crearono uno scandalo diplomatico e religioso. Pare che il numero dei minareti di una moschea rappresenta il potere di un Sultano a cui è dedicata. Ahmed, per quanto importante, non raggiunse mai la fama di Solimano o di Maometto II il Conquistatore . Inoltre all’epoca l’unica Moschea con 6 minareti era quella di La Mecca e nessuna Moschea poteva averne un numero uguale o maggiore. comunque, nonostante tutto, i minareti sono ancora là e splendono nella loro maestosità.

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Usciti dalla Moschea Blu, facciamo un giro nel quartiere e girato l’angolo sembra di essere piombati nell’entroterra turco con abitazioni di legno e donne intente nei lavori di tutti i giorni … finalmente ci sembra di essere a Istanbul !!!

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Fatto il giro LUNGO ;-) siamo pronti per affrontare un’altra fila  per entrare a AYA SOFYA, una maestosa costruzione innalzata, per volere dall’imperatore Giustiniano, che, nel tempo, è stata chiesa, poi moschea e oggi muse. Anche qui un aneddoto carino: All’interno, nella navata laterale c’è la colonna piangente, con un piccolo foro. Secondo la leggenda si dice che se infilando un dito nel foro e questo ne esce umido, allora si guarirà da eventuali malattie di cui si soffre: questo perché la colonna fu benedetta da San Giorgio dei Miracoli.

( Anche davanti alla colonna c’è una fila da fare :-( ma poiché vale sempre l’assunto “non è vero ma ci credo ” abbiamo preferito andarcene sapendo di averci provato )


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