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Una messa funebre a luce rossa

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Una messa funebre a luci rosseLa reazione è sempre la solita, e scatta in automatico. Dici che passerai due giorni ad Amsterdam e inevitabili partono i sorrisini maliziosi, le battutine allusive, le deduzioni facili.

C’è il museo Van Gogh, nella capitale olandese, ci sono i mulini a vento e sterminati campi di fiori da mozzare il fiato. Ma nessuno pensa a una visita culturale o bucolica, quando ti vedono fare le valigie. La mente, in maniera del tutto spontanea, va subito a droga e puttane.

Così, per non venir meno al luogo comune, nella mia unica sera olandese non ho potuto fare a meno di concedermi una stereotipatissima passeggiata nel cuore del Rossebuurt tra ragazze in vetrina, musei del sesso, condomerie e semi di marijuana sparsi su tavolini e fette di torta. E in posti come quello non ci sono vie di mezzo: o vai fuori di testa per l’eccitazione cadendo in balia di voglie e smarrimenti, oppure resti lucido e osservi tutto con la freddezza di chi non si sente coinvolto, e quindi non può far altro che cogliere lo strano miscuglio di tragico e di comico che trasuda dai muri dei bar e dalle luci a neon dei bordelli. Le frotte di maschi in gruppo coi loro commenti a metà tra lo sbruffone e lo spaventato, le occhiate tentatrici e vogliose di donne mezze nude che ti cercano di farti salire il desiderio senza preoccuparsi di nascondere la noia e il disgusto, la lotta tra forza attrattiva e repulsione di quei materassi da sveltina nei retrobottega.

Per mia natura, sono piuttosto incline a cedere alle tentazioni e a ricercare lo stordimento (nel sesso molto più che negli stupefacenti poiché, essendo io un ipocondriaco cronico, il batticuore provocatomi dalle sostanze chimiche o le visioni conseguenti all’assunzione di allucinogeni finiscono sempre con il sembrarmi più un principio di ictus che non lo sfondamento delle porte della percezione).

L’altra sera, però, lo shuffle del mio ipod ha voluto che arrivassi in Raadhuistraat con nelle orecchie la maestosità del Confutatis dal Requiem di Mozart, e così quelle scene di fanciulle da fottere e vita fottuta venivano accompagnate dalla colonna sonora della più straordinaria messa funebre mai scritta, creando un insieme meraviglioso e terribile allo stesso tempo.

Rex gloriae, libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni et de profundo lacu.

Ebbene.. guardare gli ammiccamenti delle signorine dietro il vetro, scannerizzare con gli occhi il loro corpo seminudo sotto quei bikini indossati apposta per mostrare meglio la mercanzia, capire qual è la propria reazione di fronte ai loro occhiolini adescatori, guardarsi dentro per sentire dove sta il confine tra piacere e distruzione, tra amore e violenza, tra godimento e disgusto, e intanto sentir risuonare nelle orecchie e nell’anima la straordinaria potenza rivelatrice dell’opera divina scritta in punto di morte da un grandissimo puttaniere, è un’esperienza irripetibile che avvicina al senso del nostro essere vivi, e al naturale convivere di piacere e decadimento tipico della natura umana.

Insomma‌ ascoltare il Requiem di Mozart camminando per il Red Light District può regalare sensazioni più intense, travolgenti e illuminanti di qualunque orgasmo da scantinato o di qualunque droga potente. E’  insomma un trip che consiglio vivamente a tutti.

Tag:  viaggiatore solitario

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