“R. è proprio brava e poi vuole molto bene al suo fratellino S.
Se lui combina qualche guaio lei si preoccupa subito, mi dice:
‘mamma, non lo sculacciare, non dargli botte! Tanto poi lui se le scrolla di dosso….”
“Il Consiglio d’Europa, dopo avere condotto con successo una campagna sistematica per mettere al bando la pena di morte in tutta l’Europa, prosegue ora gli sforzi per abolire le punizioni corporali nei confronti dei bambini in tutti gli Stati membri.
La violenza è una delle violazioni più gravi dei diritti umani e se picchiare un adulto è un atto reprensibile, lo è ancora di più picchiare un bambino. Per legge, i bambini hanno il diritto di godere almeno dello stesso livello di protezione e dello stesso rispetto della loro dignità umana e della loro integrità fisica degli adulti.
Dal maggio 2010, i seguenti paesi: Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Lussemburgo, Moldova, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia e Ucraina hanno adottato una normativa nazionale per vietare le punizioni corporali nei confronti dei bambini, in qualsiasi circostanza. Altri paesi europei le hanno vietate nelle scuole o negli istituti, ma non hanno ancora sancito un divieto generale.
Oltre a questo divieto a livello europeo, il Consiglio d’Europa invita i governi a mettere in atto programmi genitoriali, al fine di aiutare i genitori a educare i figli eliminando la violenza in seno alla famiglia” (Abolizione delle punizioni corporali inflitte ai bambini, Consiglio d’Europa).
R., e il suo fratellino S., sono i bambini maestri di oggi.
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