La musica può essere il filo invisibile che lega le persone, che consente loro di scoprire e di scoprirsi.
Può essere confronto, accordo e disaccordo.La musica è storia ma anche moda, insegnamento e intrattenimento.
"Musica" è la parola chiave di questa nuova collaborazione, che vede, di nuovo, affiancato MikiInThePinkLand a LA is My Dream.
"Una nota di colore" è il nostro modo di raccontarvi qualcosa di noi, un modo per conoscerci e per farci conoscere. Una sorta di "get ready with me" che tanto va in voga su YouTube, con la differenza che il risultato finale è dettato unicamente dalla musica.
E' con un po' di tristezza che scrivo questo post. Un anno fa non ci avremmo mai creduto. Parlavamo di questo progetto da tempo, Pianificavamo, rimandavamo, e alla fine ci siamo decise. O la va o la spacca. Ed io direi proprio che è andata.
Avere Patty come compagna di viaggio è stato bellissimo. Entrambe ci siamo messe in gioco, confrontandoci con tipi di musica mai ascoltata prima, oppure con album che hanno significato qualcosa per entrambe. Se avete seguito la nostra rubrica, avete potuto vedere come la stessa canzone può suscitare emozioni diverse, come diversi sono gli stati d'animo ci spingono a rifugiarci nello stesso tipo di musica, con risultati differenti.
E' stato bellissimo leggere i vostri commenti, realizzare che anche a voi quel cd è piaciuto, oppure suscitare la vostra curiosità.
Una Nota di Colore è stato un percorso piacevole e divertente, che non è proprio finito. Chi lo sa, potremmo pensare ad una versione 2.0.
Colgo l'occasione per ringraziare Ery del blog In Principio Erano i Truccosetti, che ha risposto con un tag alla nostra rubrica, parlandoci della sua canzone preferita.
Detto ciò, veniamo al succo del post...
La scelta dell'album toccava a me, ed essendo l'ultimo appuntamento volevo assolutamente chiudere in bellezza. E come se non parlandovi di uno degli album più emozionanti che siano stati registrati? Di uno dei concerti più spettacolari che sia siano tenuti e di una delle band che più amo in assoluto?
Ve l'ho detto spesso, amo il gothic metal e le belle voci femminili, quelle potenti, acute, ma anche piene e profonde, per questo motivo non potevo non innamorarmi di Sharon Den Adel la prima volta che l'ho sentita:
I Within Temptation sono una band olandese che nasce nel 1996; hanno all'attivo cinque album in studio, due EP, tre DVD con relativo CD audio ed un LIVE acustico.
Famosi non solo per la loro bravura, i WT stupiscono anche per la spettacolarità delle scenografie dei loro concerti ("progetto cinematografico" sono le parole con cui la stessa vocalist definisce il gruppo) e per la particolarità e versatilità delle loro collaborazioni, che vantano nomi come Tarja, Anneke Van Giersbergen, Keith Caputo, George Oosthoek e tantissimi altri.
Nonostante la band sia annoverata nel gothic metal, i WT si sentono decisamente più symphonic rock, senza chiudersi ad influenze di vario genere. La componente celtica, decisamente più riconoscibile nell'album Mother Earth, consente di trattare il profondo tema del legame uomo-natura, la madre terra e di spaziare su tematiche decisamente più introspettive, dall'amore al dolore nelle loro varie forme. Tutto questo è decisamente poco per descrivere una band come i WT, l'unica cosa che posso fare è consigliarvi calorosamente di ascoltare qualcosa.
Il 7 Febbraio del 2008 è una data importantissima per il percorso ed il successo dei Within Temptation: riempiendo l'Ahoy Hall (Rotterdam) con oltre 10.000 persone, si esibiscono in una performance memorabile, accompagnati dalla Metropole Orchestra. Due ore di puro godimento, lasciatemelo dire. Non credo di essere in grado di descrivervi ciò che provo ogni volta ascoltando e guardando il Black Symphony, perché per alcune cose le parole sono decisamente insufficienti.
Sarà l'atmosfera, i cori, l'orchestra, le scenografie, gli effetti speciali, il connubio con una performance tecnicamente perfetta, fatto sta che questo, per me, è IL concerto.
La scena si apre con una suggestiva inquadratura in bianco e nero dell'orchestra. Il pubblico applaude, scalpita, per poi ammutolirsi quando il coro comincia ad intonare un intro oscuro e suggestivo che promette uno spettacolo sensazionale. Alle voci dei coristi si uniscono oboi e viole e violoncelli e poi i violini, il ritmo dettato dalle percussioni, in un crescendo da brivido accompagnato da alcune immagini della band tesa dietro le quinte. Dieci minuti che accrescono l'ansia, l'aspettativa. Ti ritrovi a trattenere il fiato per poi rilasciarlo al suono delle campane e all'ingresso spettacolare della band.
Si apre così il primo dei quattro momenti dell'esibizione, quattro come gli elementi, e questo io lo associo al fuoco. Rosso fuoco come il vestito di Sharon:
Un ingresso maestoso ed un inizio potente. Il concerto si apre con Jillian, una canzone che parla di delusioni inaspettate e di solitudine, una canzone che emoziona e coinvolge. Sharon impressiona subito con i suoi acuti mozzafiato ed una presenza scenica fuori dal comune.
Un' alternanza di strofe potenti e passaggi più lenti e dolci, in cui la voce della cantante è un sussurro, per poi esplodere acuta e potente nel finale.
Con The Howling si cambia decisamente registro: un intro epico ed oscuro per una canzone in tutto e per tutto metal. la seconda traccia di questo concerto è caratterizzata da un ritornello orecchiabile che nulla toglie alla durezza della strofa e all'intreccio delle chitarre.
Stand My Ground ha un inizio dolce, lento, all'orchestra si aggiungono poi gli elementi metal della band in un'esplosione di suoni accompagnata da lingue di fuoco che rendono l'atmosfera ancora più suggestiva. Questo è forse uno tra i brani più noti e grande successo internazionale. E' una canzone che affronta i rimpianti, il passato, i sensi di colpa, una canzone che esorta a girarci indietro, affrontare i nostri fantasmi per poi guardare al futuro.
Stand my ground (resistere)i won't give in(non mi arrenderò)no more denying(non più negazione)i've gotta face it (devo affrontarlo)won't close my eyes(non chiuderò gli occhi) and close the truth inside (non chiuderò dentro di me la verità)if i don't make it (se io non lo farò)someone else will (qualcun' altro lo farà)stand my ground(resistere)
The Cross è forse, di tutto il concerto, la canzone che mi piace di meno, la considero una sorta di pausa prima di uno dei cavalli di battaglia, che vede l'ingresso sul palco di Keith Caputo:
What Have You Done è un altro grandissimo successo della band. Criticato dai puristi per cavalcare sonorità decisamente più commerciali. Per me è un capolavoro che vede fondersi due voci e due generi diversi ma che insieme risultano assolutamente piacevoli da ascoltare. E poi volete mettere l'espressione di Keith di fronte ad una meravigliosa Sharon? Fa troppa tenerezza!
Con Hand Of Sorrow il palco si tinge di tutte le sfumature del fuoco. Sharon esplode in tutta la sua magnificenza, con la voce e con il corpo, ammaliando il pubblico e flirtando con il chitarrista prima di un assolo di chitarra da far venire i capelli bianchi. Con questa canzone ci si avvia verso la conclusione della prima parte del concerto, in cui il calore del fuoco si spegne e lascia spazio ad un'atmosfera più fredda, in cui l'unico punto di colore è sempre lei, la vocalist della band.
In The Heart Of Everything il coro è protagonista assieme alla voce piena e potente di Sharon, che conclude con un acuto celestiale.
Dal fuoco soffocante, all'aria.
La seconda parte del concerto, con una Sharon eterea, vestita di bianco, è la parte acustica, dedicata ad alcune delle ballate più belle ed emozionanti della band.
Pianoforte, voce ed orchestra per Forgiven. Sharon e Martijn rendono l'atmosfera del teatro intima e delicata, per una canzone introspettiva e dolcissima.
Finalmente si arriva ad uno dei momenti che più amo di questo concerto. Un duetto di angeli. Due voci celestiali, diverse, che si fondono in una sola.
In Somewhere, Sharon ed Anneke deliziano la platea cantando una delle canzoni d'amore più belle che io abbia mai ascoltato:
Lost in the darkness Hoping for a sign
Instead there's only silence Can't you hear my screams?
Never stop hoping
Need to know where you are But one thing's for sure You're always in my heart
I'll find you somewhere
I'll keep on trying Until my dying day I just need to know Whatever has happened The truth will free my soul
Lost in the darkness
Tried to find your way home I want to embrace you And never let you go
Almost hope you're in heaven
So no one can hurt your soul Living in agony Cause I just do not know Where you are
Wherever you are
I won't stop searching Whatever it takes me to know
Con The Swan Song si spicca letteralmente il volo.Si approda in una dimensione onirica, dolce e rassicurante. Una canzone che fa sentire il calore del sole sul viso e che infonde tantissima speranza.
Dalla speranza alla malinconia... Memories chiude la seconda parte del concerto. Ci si comincia ad allontanare dalle atmosfere impalpabili e leggiadre per lasciare spazio ad un ritmo più scandito. Il tema della canzone è il ricordo e può essere associato a diverse situazioni, prestandosi ad interpretazioni intime e personali. Amo questa canzone,
Secondo me, la terza parte è quella dedicata alla terra e Sharon sfoggia un abito splendido, nero, che si accende sotto ai riflettori delle sfumature del verde tipiche delle piume di corvo che lo adornano.
Our Solemn Hour è un inno solenne, a cui il coro gregoriano conferisce una prospettiva ancora più mistica.
The Other Half (Of Me) è il terzo duetto del concerto, che vede contrapporsi gli acuti puliti di Sharon con il growling di George Oosthoek. Il ritmo serrato delle chitarre, quasi death metal, si contrappone al principio base del gothic metal: due voci contrastanti che lottano per prevalere l'una sull'altra, in uno scontro affascinante e coinvolgente.
Non amo il growling, ma George è eccezionale e la sua voce bassa e profonda lo rende tutt'altro che fastidioso.
Spettacolari anche gli effetti speciali e le inquadrature che rendono il tutto quasi psichedelico.
Frozen è una delle prime canzoni dei WT di cui ho visto il video e ricordo che mi entrò dentro quasi violentemente. Il soggetto della canzone è la violenza sui minori, tanto che tutto il ricavato della vendita del singolo è andato all'associazione Child Helpline International.
Sapete che mi piace, per ogni album che ho sentito e di cui vi ho parlato, individuare una canzone che sia una sorta di biglietto da visita della band di turno.
The Promise è l'acme musicale e scenografico di questo concerto ed è anche una delle canzoni più belle della band, oltre che la più lunga, con i suoi otto minuti.
In questa canzone più che nelle altre vi è una fusione perfetta tra gli elementi dell'orchestra e la band ed è anche la dimostrazione che la Den Adel non è umana... No perché una non può sgolarsi e saltare e dimenarsi per oltre un'ora e poi tirare fuori acuti così limpidi, precisi e leggiadri come se avesse appena iniziato a cantare.
Angels è tutto il contrario di ciò che il titolo suggerisce. L'atmosfera è oscura e i temi sono le menzogne e la rabbia. Grandiosa la coreografia con trampolieri travestiti da strane entità, angeliche per alcuni... demoniache direi io.
Improvvisamente, se chiudete gli occhi, è come risvegliarsi in una foresta. Si può sentire il vento tra le fronde, il gorgoglio del ruscello, i versi degli uccelli. L'orchestra riproduce magistralmente tali suoni, ricreando lo scenario perfetto per uno dei capolavori della band: Mother Earth.
Sarò ripetitiva, ma la performance di Sharon lascia, ancora una volta senza parole. In questa canzone più che nelle altre è in grado di mantenere tonalità altissime per tutta la durata della traccia, senza mai ricorrere al falsetto.
E siamo alla chiusura di questa terza fase, la fase di terra, come mi piace definirla...
The Truth Beneath The Rose, che mi riporta ala mente la fiaba de La Bella e La Bestia ( <- sorry, ma se si parla di beshtie!!!) è forse la traccia che più di tutte mi fa immaginare uno scenario fantasy, parla di lotta tra il bene ed il male e del lato oscuro di noi stessi:
Con Deceiver Of Fools, un inno che dà voce ai sottomessi, agli oppressi, ai sofferenti e che in altri concerti aveva fatto da opener per il suo intro immenso, si apre l'ultima fase del concerto, la fase di acqua, colore sfoggiato dalla bellissima Sharon per esibirsi nelle ultime tre canzoni.
Ci avviamo alla fine di questo evento maestoso, con una delle mie canzoni preferite in assoluto e che molte di voi, appassionate di serie tv, ricorderanno per questo:
All I Need è una delizia per le orecchie, è triste e malinconica, una richiesta d'aiuto che emerge dal profondo della propria anima.
Siamo a due ore di concerto e iniziano a sentirsi i primi assolutamente comprensibili segni di cedimento... Sarà umana anche lei... Forse! Nonostante ciò la ballata scorre fluida, piacevole ed emozionante, un attimo di respiro prima del gran finale:
Ice Queen è un'icona della band, allegoria dell'inverno e della morte. E' un peccato non potervi mettere il video dell'esibizione e della chiusura del Black Symphony, con migliaia di coriandoli che cadono dal tetto dell'Ahoy Hall ed il pubblico in visibilio, ma purtroppo YouTube ha deciso di non renderlo disponibile nel nostro Paese, quindi, se volete sentire la canzone, potete farlo attraverso il video ufficiale, uno dei più brutti nella storia dei videoclip!!!
Lo so, mi sono dilungata tantissimo, ma, credetemi, mi sono anche trattenuta.
Per quei pochi di voi che sono arrivati fin qui (IMPAVIDI!!!), ecco il trucco ispirato a quest'album.
Ho cercato di riprodurre i quattro momenti del concerto ed ho voluto mantenere un tocco di leggerezza, perché nonostante il genere musicale, non ci vedevo proprio un trucco pesante per i WT, sarà che loro mi fanno volare, col pensiero, con le emozioni...
Il volo è un altro punto cardine che ho voluto riprodurre. Gli uccelli compaiono spesso sia nei videoclip che come sottofondo e le piume sono un vezzo che Sharon si concede spesso.
Alla prima parte, quella di fuoco, ho dedicato le labbra, con un ombré lips che vede protagonista Russian Red di MAC. Dalle labbra si passa alla guancia sinistra, su cui ho realizzato una trama gotica con l'eyeliner nero, dedicata al terzo momento del concerto, quello di terra. Un tocco di verde per riprendere le sfumature delle piume di corvo sull'abito di Sharon.
Per gli occhi ho voluto creare una forma che ricordasse vagamente (molto vagamente) un cigno, con la forma appuntita del becco ai lati del naso.
L'occhio sinistro si ispira alla parte melodica, quella di aria, su cui ho giocato con il bianco ed il marrone, ispirandomi anche al trucco sfoggiato dalla stessa cantante. Protagonista è il pigmento Vanilla di MAC (di cui mi sono follemente innamorata) e l'ombretto Darkside di Urban Decay (dalla Naked 3).
L'occhio destro si ispira alla fase finale, quella d'acqua, su cui il bianco si arricchisce delle sfumature dell'argento e del verde: Gunmetal e Money di Urban Decay (dalla palette Mariposa), che in foto purtroppo hanno dato l'effetto occhio pesto, ma vi assicuro che dal vero erano bellissime.
Detto ciò, eccomi qua:
Questo è il bellissimo trucco di Patty, che trovo si sia superata stavolta!!!
Per leggere il suo post, cliccate QUI.
Ed ora è davvero tutto.
Spero di non avervi annoiato, spero che il post vi sia piaciuto, che abbiate ascoltato qualche canzone e che abbiate apprezzato il talento di questa band almeno un po'.
Il mio sogno rimane poterli vedere dal vivo, cosa che per una serie di coincidenze non mi è stata possibile. Il 22 Marzo del 2011 infatti era previsto un loro concerto a Milano, avevamo i biglietti ma per la gravidanza di Sharon fu spostato al 17 Ottobre. Alla delusione iniziale si è sostituita l'euforia per la possibilità di festeggiare l'anniversario di fidanzamento ad un loro concerto... Non era proprio destino. In quel periodo mio padre era ricoverato per subire il secondo intervento nel giro di due mesi ed il concerto è crollato nella scala delle mie priorità. Ad oggi guardo quel biglietto con un po' di tristezza, sperando che ricapiti l'occasione.
Sì, ok. Basta.
Alla prossima,
Miki&Patty.