Giulia Lanzolla sognava che le librerie invisibili, di cui parlava nel suo blog, divenissero realtà. Così è stato: alcuni mesi fa ha aperto “La casa sull’albero”, libreria indipendente a Cassano delle Murge, città in provincia di Bari.
Noi l’abbiamo intervistata; tra l’altro, i lettori attenti ricorderanno che Giulia ha temperato anche con noi.
Aprire un’attività commerciale di questi tempi è un atto di coraggio. Scegliere di metter su una libreria indipendente in un paese di provincia forse un atto di follia. Decidere di farlo a 27 anni qualcosa di impensabile. Come nasce l’idea di aprire “La casa sull’albero”, libreria indipendente anziché una di catena? Raccontaci un po’ la tua storia.
L’idea di aprire una libreria nasce da lontano. Mi è sempre piaciuto scrivere e per anni ho collaborato con piccole testate locali occupandomi soprattutto di cultura. Qualche anno fa spinta dalla mia passione ho aperto un blog, Le librerie invisibili, nel quale parlavo di libri: recensioni ma anche curiosità e dibattiti legati al mondo dell’editoria. Dal rapporto con gli utenti del blog ho scoperto la mia vera vocazione. Non credo di volermi definire “folle”, sicuramente non è facile diventare imprenditrice in un campo oggi bistrattato come quello del commercio di libri, ma io ho voluto provarci e dare una possibilità al mio paese di avere la sua prima libreria.
Quali sono state le maggiori difficoltà (se ce ne sono state) che hai riscontrato da giovane imprenditrice?
La burocrazia in primis, i mille aspetti che non conoscevo della gestione amministrativa di un’impresa, seppur piccola. Quando si ha una piccola attività bisogna saper fare tutto: in tanti vedono il lavoro di libraio solo dal punto di vista del romantico rapporto con i libri. La realtà invece è fatta di tante altre cose, dai rapporti con i clienti a quelli con i fornitori, le istituzioni, la programmazione degli eventi culturali e poi, purtroppo, la montagna di scartoffie e scadenze con le quali fare i conti.
Quali sono, invece, le soddisfazioni?
Le soddisfazioni vengono dai clienti quando sono apprezzano il lavoro che facciamo, quando partecipano assiduamente ai nostri incontri, tutte le volte che mi dicono che “a Cassano una libreria ci voleva proprio”.
Da cliente e appassionata di libri, quali librerie frequentavi?
Rimpiango il non aver mai avuto una libreria di fiducia. Il rapporto che si crea con il libraio che conosce i tuoi gusti e ti sa consigliare è prezioso. Io non ho avuto questo tipo di incontri, ho spesso frequentato librerie di catena. Da buona conoscitrice dei libri e dei miei gusti mi sono sempre orientata da sola.
Cosa significa gestire una libreria indipendente?
Rispetto alla libreria di catena ci sono tanti pro ma anche dei contro. Indipendente significa poter decidere autonomamente che direzione dare alla propria attività. I libri e i giochi presenti in libreria sono frutto di una lunga scelta, per esempio da noi non si troveranno mai le aziende di giocattolo classico da supermercato, ma solo giochi educativi, di qualità. Allo stesso modo cerchiamo di dare spazio, soprattutto nei libri per bambini, alle piccole case editrici che spesso fanno un lavoro più prezioso dei grandi gruppi editoriali.
Chiaramente una libreria di catena è inserita in un sistema che le porta dei vantaggi sia economici, che di pubblicità. La sua vita è facilitata ma non sempre ha la libertà di esprimersi in maniera autonoma. Spesso è sacrificato il lavoro dei librai che specialmente nelle grandi realtà non hanno la possibilità di seguire i clienti perché sono oberati di troppo lavoro. Noi siamo felici di essere indipendenti nonostante tutte le difficoltà che questo ci comporta.
Fai in qualche modo rete con altre librerie indipendenti del territorio e non?
Sono inserita in una rete di librerie indipendenti per bambini che si chiama Cleio che conta circa 40 librerie sul territorio italiano. Cleio mi permette di avere rapporti diretti con tanti piccoli editori per l’infanzia, nonché con aziende di giochi. Far parte di un gruppo inoltre mi fa sentire meno sola, so sempre a chi rivolgermi per un consiglio o una difficoltà. Le librerie indipendenti dovrebbero collaborare di più, sono la fetta più rilevante del mercato, ma non hanno la forza delle grandi catene.
Conosci editori indipendenti?
Dalla nostra apertura abbiamo avuto la possibilità di collaborare con diversi editori indipendenti sul territorio, con i quali abbiamo organizzato piccoli eventi. Inoltre ci rapportiamo con tantissimi piccoli editori per l’infanzia; è un panorama che non conoscevo e che spesso ti riserva scoperte interessanti.
Di recente ho letto che anche in Italia ci sono segnali di riscossa per le librerie indipendenti. Come hai accolto questo dato e cosa fai per sensibilizzare i clienti, considerato che in Italia i lettori sono ancora scarsi (o almeno è quanto risulta dalle indagini dell’Istat)?
I numeri della lettura in Italia sono effettivamente scarsi. Il dato paradossale è che il numero dei lettori è stato in continua crescita (come sarebbe ovvio in un Paese in cui cresce il tasso di istruzione) dagli anni Sessanta a pochi anni fa. Poi la battuta d’arresto e l’inizio della discesa. Le differenze con altri Paesi europei sono troppo consistenti per semplificare dando la colpa all’avvento del digitale. In Italia gli adulti non leggono: né per svago, né per formazione professionale o personale. Leggono invece i bambini e i ragazzi, l’unica parte viva e in continua crescita del mercato. Io lo percepisco come un segnale positivo: se riusciremo a non perderli per strada saranno i futuri lettori di domani. Per questo motivo io cerco di sensibilizzare soprattutto i genitori ed ho in mente tanti progetti da proporre alle scuole per i prossimi anni.
Cosa ne pensi delle librerie on line? Quanto influiscono, secondo te, sugli acquisti dei lettori-clienti?
Le librerie online creano non pochi problemi alla concorrenza. Il loro modo di lavorare permette di risparmiare moltissimo sui costi che invece un locale fisico deve affrontare, per questo motivo possono permettersi di essere in sconto costante su quasi tutto il catalogo. La legge Levi sul prezzo del libro ha contribuito ad attenuare il problema ma non l’ha eliminato. Un negozio online non offre tutti i servizi che offriamo noi. Spesso non valutiamo che se tutti ci servissimo online le nostre città si trasformerebbero in grandi dormitori. I negozi fisici permettono l’incontro, si basano su rapporti di fiducia tra il cliente e il venditore, animano la vita della città.
Come consideri le varie iniziative per promuovere la lettura? Tu in che modo contribuisci?
Credo che oggi la promozione della lettura in Italia venga ancora considerata di interesse marginale e per questo celebrata in eventi eccezionali ma di durata effimera. Le piccole librerie, gli editori, le associazioni, la scuola, tutti lavorano nel loro piccolo per promuoverla, ma a livello istituzionale non si investe in maniera sistematica. Con la libreria proviamo a promuovere la lettura attraverso i nostri eventi, collaborando con gli editori e le associazioni locali. Speriamo di poterlo fare sempre di più con le scuole e con le istituzioni.
Non ci resta che augurare a Giulia un futuro pieno di iniziative e ulteriori desideri da realizzare.