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Una perizia di vent’anni fa dimenticata: il snague trovato in via Poma non è di Raniero Busco

Creato il 23 novembre 2011 da Stenazzi

C’è una novità importante in vista dell’apertura, domani, del processo d’appello per l’omicidio di via Poma. Angelo Fiori, medico legale tra i più noti e stimati, ha scritto ai difensori di Raniero Busco, condannato in primo grado per l’omicidio della sua fidanzata di allora, Simonetta Cesaroni (la ragazza fu uccia il 7 agosto 1990 in via Poma, a Roma). Fiori ha ricordato come, durante le indagini, 20 anni fa, venne incaricato dal gip di analizzare le tracce biologiche rinvenute sulla maniglia della porta che conduceva all’ufficio dove fu assassinata Simonetta. Il medico stabilì che il sangue sulla porta era del gruppo A mentre sia Simonetta sia Raniero Busco erano del gruppo 0. Fiori, che ricorda come Busco si presentò spontaneamente per far prelevare un campione del proprio sangue, si chiede come mai non è stato sentito durante il processo di primo grado e come mai quella perizia, molto importante, non sia stata citata. Dice Fiori: «Si deve dedurre che il sangue della maniglia non è di Busco, bensì di un’altra persona che evidentemente si è ferita colpendo Simonetta», a meno che non si possa immaginare «che gli assalitori presenti fossero due e che comunque uno soltanto si è ferito, ma non Busco».

È molto probabile che la giuria del processo d’appello decida la realizzazione di una nuova super perizia che analizzi nuovamente tutte le tracce biologiche (come è avvenuto recentemente per Perugia).


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