Solitamente ci ricordiamo dei sindacati solo quando c'è uno sciopero o riceviamo notizia di qualche vertenza. Eppure, in tempi così difficili, anche queste organizzazioni cercano di darsi da fare, non solo nel proteggere i lavoratori, ma anche nell'aiutare chi il lavoro non lo ha più. Per il momento, abbiamo notizia di iniziative nella sola città di Milano, ma speriamo che trovino rapida diffusione anche nel resto d'Italia.
La prima che segnaliamo è il Fondo Anticrisi, sottoscritto da Comune di Milano, CGIL, CISL e UIL. Si tratta di un fondo che ha lo scopo di offrire aiuto economico alle famiglie, in cui un membro ha subito la perdita del posto di lavoro o una ridotta capacità finanziaria (nei casi di cassa integrazione, ad esempio). Il sistema non è di certo originale: la novità è che, da quest'anno, possono accedervi anche i lavoratori atipici. Il progetto prevede l'erogazione di due tipi di contributi, entrambi una tantum della somma massima di 5.000 €: il primo inteso come aiuto economico vero e proprio; il secondo come sostegno abitativo alle giovani coppie (la somma sarà destinata al pagamento di un canone d'affitto o delle spese per l'acquisto della prima casa).
La seconda iniziativa, invece, è Ricolloca Mi, stavolta realizzato grazie agli accordi presi con la Provincia di Milano e Forma.Temp. Anche in questo caso, niente di rivoluzionario: l'idea, per esempio, è presente nella stessa riforma Fornero (una delle poche parti accettabili), anche se mancano indicazioni su organizzazione e risorse (a chi spetterà organizzare i corsi: Ministero del Lavoro, Regioni o Comuni? E i fondi?). Il progetto è, comunque, utile: prevede l'erogazione di corsi di formazione professionalizzanti, allo scopo di favorire il ricollocamento di disoccupati di lungo corso, lavoratori in cassa integrazione o in mobilità. Si è deciso di replicare anche per quest'anno, visti i discreti risultati raggiunti con la prima edizione del 2010/2011: 623 i partecipanti ai corsi, 261 i ricollocati (circa il 41%). Per entrambe le iniziative, occorre rivolgersi al Centro per l'Impiego di Milano.
Purtroppo si tratta di iniziative locali che aiutano solo una minima parte dei tanti disoccupati. Vista l'entità del problema lavoro (e la BCE sostiene che peggiorerà), non sarebbe male che progetti del genere avessero un respiro di carattere nazionale, sia per quanto riguarda l'applicazione che le risorse da impiegare, in un quadro ben delineato e sostenibile.