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Una proposta

Creato il 07 febbraio 2012 da Fabio1983
Premier e ministri stanno tentando di farlo capire in tutte le salse: la fase congiunturale che stiamo attraversando ci obbliga a rivedere gli schemi, a mutare i paradigmi, a immaginare nuove possibilità. Cosicché il posto fisso diviene monotono (poi Monti corregge il tiro, ma neanche troppo), i laureati dopo i 28 anni sono degli “sfigati” (un Martone di “runettiana” memoria) e gli italiani altro non sono che dei “bamboccioni”. Perché l’assioma di Annamria Cancellieri (“Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà”) non va molto più in là dell’espressione che già fu di Tommaso Padoa-Schioppa. E l’articolo 18? Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, non ha mai offerto al riguardo scampoli di trattative: “Non deve essere un tabù”. Il linguaggio usato è quello tipico dei professori che dalla cattedra osservano con somma perplessità i propri studenti. I tecnocrati al governo, insomma, dimenticano di tanto in tanto di essere premier e ministri. Almeno a parole. Perché non si può negare che in fondo pongano in essere delle questioni relative a modi di fare consolidati, ma vituperati in passato da illustri colleghi ed editorialisti. In Italia il posto fisso è ormai una chimera, ci si laurea spesso in ritardo (l’età media dei laureati italiani è tra le più alte dell’Ue), vige una cultura familista (che però, va detto, è talvolta l’unico modello possibile di welfare) e dell’articolo 18 usufruiscono pochi eletti avendo il 95% delle aziende italiane meno di dieci dipendenti. E poiché si invoca una maggiore flessibilità del lavoro (che, sottinteso, non deve tramutarsi in precariato) e poiché si è inclini ai cambiamenti in seno alle statistiche allarmanti riguardo la disoccupazione femminile e i giovani sempre più sfiduciati, non appare così astrusa la proposta di alcuni giorni fa del professore straordinario in Demografia all’Università di Padova, Gianpiero Dalla Zuanna, sulle pagine del Corriere della Sera.
Il resto non lo aggiungo, che già era tutto qui.

(anche su T-Mag)


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