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Una qustione di coerenza di Emilio del Giudice (Scienziato di risonanza internazionale, è molto noto anche per le ricerche svolte assime all’ora scomparso Giuliano Preparata,. In Italia svolgeva attività di ricerca in seno all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Milano INFN)
La materia vivente può essere descritta in modo molto semplice, ovvero come l'intreccio di due livelli: un livello chimico, rappresentato dalle molecole, e un livello elettromagnetico, rappresentato dai campi elettromagnetici che governano il movimento di queste molecole. Le perturbazioni alla materia vivente possono quindi evidenziarsi in queste due parti: o dal lato chimico, se nella materia vivente entrano delle molecole capaci di disturbare l'insieme di reazioni che avvengono fra le stesse, in parole povere dei veleni, oppure nell'altro aspetto, quando entrano dei campi elettromagnetici che perturbano, nascondono, disturbano i campi elettromagnetici naturali. Un aspetto importante però da non sottovalutare è che la materia vivente è capace di autoregolarsi e di difendersi. E questa è una precisazione importante da fare, per reagire contro una tendenza che è fin troppo presente, purtroppo, in molti movimenti ecologici, e cioè quella di considerare la natura debole, per cui è necessario assumere un'attitudine di "astinenza". Mi spiego. OGNI QUAL VOLTA CHE SI IDENTIFICA UN QUALCOSA DI PERICOLOSO,LA LOGICA DELL'"ASTINENZA" PORTA IMMEDIATAMENTE A VOLERLO ELIMINARE. Ma, se si ragiona in tali termini, si ottiene come risultato che, dall'ambiente, si deve togliere proprio tanto il che diventa semplicemente impossibile. Allora cosa succede se non reagiamo in questo modo? Moriamo tutti se non difendiamo questa "povera" natura? Niente affatto, perché la natura è capace di prendere le sue contromisure, ovvero di difendersi. Quindi, un sano ecologismo deve mirare non a far sparire i nemici dall'ambiente, ma a rafforzare le difese, conto i nemici dei vari esseri viventi. Lo stesso dicasi per i disturbi, le malattie in cui l'essere umano può incorrere. La concezione dominante della patologia nella nostra cultura non è quella di una possibile evoluzione dell'essere vivente. Il disagio viene invece percepito come la conseguenza di una specie di complotto esterno, di una invasione, in cui c'è il "cattivo" della situazione, ovvero il patogeno, che può essere di volta a volta un essere vivente cioè un batterio o un virus, oppurepuò essere un veleno, o un campo elettromagnetico. Insomma, un qualsiasi agente che entri nella, fino a quel momento presunta pacifica, comunità delle nostre cellule e generi quindi il caos. Più o meno una concezione modellata sulla lotta al terrorismo che così tanto dilaga oggi. Ovvero, nella nostra società, a un certo punto, arrivano i terroristi e portano morte e distruzione. Ovviamente la reazione immediata che abbiamo perseguito fino ad ora è stata quella di imbracciare a nostra volta le armi e cercare di sparare a zero su questi molestatori. ESATTAMENTE LA STESSA STRATEGIA È ADOTTATA NEL CASO DELLE MALATTIE. Quando ci si trova dinnanzi a una malattia, questa non può essere considerata come una nostra spontanea creazione, in quanto noi siamo buoni, non possiamo farci del male! (Non si considera minimamente che il nostro organismo, spesso, con quell'azione, stia tentando di difendersi adottando quelle contromisure!) Quindi bisogna trovare il colpevole. Ovvero, di fronte all'influenza si deve subito identificare il virus "terrorista" che ci causa il disagio, così da eliminarlo il più in fretta possibile. SI DEVE AFFRONTARE LA QUESTIONE DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA. La caratteristica più fondamentale fra quelle che noi scienziati abbiamo capito finora della materia vivente è la sua coerenza. Ovvero, già come sospettava Epicuro nell'antichità, la materia è dotata di fluttuabilità spontanea. I vari corpi fisici possono infatti oscillare da soli, oppure in concordanza di fase, cioè dar luogo a una specie di corpo di ballo. Quindi possono danzare singolarmente, facendo tutti i possibili movimenti, tutte le possibili oscillazioni e impiegare così un sacco di energia. Oppure possono danzare collettivamente in modo che un gran numero di persone metta in fase i propri movimenti e danzi insieme a ritmo. A questo punto, la danza collettiva è paragonabile a una esperienza orgastica, in cui i due amanti, nell'orgasmo, si muovo in fase, e il movimento di ognuno è premessa e conseguenza del movimento dell'altro. Ovvero l'uno si muove grazie ai movimenti dell'altro e l'altro si muove grazie ai movimenti del primo. IL DISPENDIO ENERGETICO DEL SINGOLO È MINIMO, MA L'INSIEME DELL'ENERGIA CEDUTA DAI VARI SINGOLI CHE PARTECIPANO A QUESTO BALLO AUMENTA PROPRIO GRAZIE AL RITMO D'UNISONO MANTENUTO DA TUTTI, CHE GENERA QUINDI UN CAMPO DI FORZA. Questo è ciò che definiamo coerenza. Tanto più elevata è la coerenza che muove all'unisono e compattamente gli elementi, quanto maggiore risulta la loro inattaccabilità.
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