Magazine Diario personale
Jonathan Franzen
Le Correzioni
Einaudi Super ET, pagg 599, € 12,50
voto 10
Avete presente quando un romanzo “vi fa compagnia”, quando la sua lettura vi fa sentire in stato di grazia, quando, se siete abituati a sottolineare o annotare dei passaggi che vi hanno colpito, con quello rinunciate a farlo, perché quasi a ogni pagina c’è uno spunto originale, una riflessione intelligente, un guizzo ironico e tagliente, una descrizione che vi lascia ammirati e a bocca aperta, un modo di cogliere l’animo umano che vi commuove nel profondo? Quei libri che impiegate molto a leggere, perché le pagine si lasciano gustare, assaporare, ogni singolo frammento di pagina, indipendentemente dalla cazzo di sopravvalutata trama? (perchè qui la trama ovviamente c’è, come in tutte le storie, ma se siete di quelli che leggono solo per sapere chi ha sposato chi o chi ha ammazzato chi, o se il doppio gioco della spia era in realtà un – telefonatissimo – triplo gioco carpiato, o se il nostro eroe riuscirà a bloccare il timer della bomba atomica, guarda caso, all’ultimo secondo, allora lasciate perdere, questo gioiello è troppo prezioso per voi.) Quei libri che vi colmano di gratitudine nei confronti dell’autore, che vi rendono partecipi di quel misterioso miracolo che è l’Arte, perché l’incanto è così bello da farvi sentire al tempo stesso il fruitore e il co-creatore dell’opera, e che pur avendo moltissime pagine vi paiono sempre troppo brevi, perché vorreste non finissero mai? Be’, tutto questo, e anche qualcosa di più è il capolavoro d’ottima scrittura di Jonathan Franzen che ho recentemente letto per disintossicarmi da certa roba italiota che avevo DOVUTO sorbirmi, diciamo così, “per lavoro”.
Sì, perché Le Correzioni è anche un’ulteriore dimostrazione dell’incredibile squilibrio fra il catalogo Einaudi “Strangers” (in cui figurano Meravigliosi Scrittori quali Amis, Auster, Franzen, Roth, Saramago e Vargas Llosa) e la corrispondente sezione italiota contemporanea (Ammaniti, Bajani, Ballestra e Baricco, tanto per circoscrivere lo sfacelo alla lettera B...) Motivo? Forse, che il lavoro di selezione, per fortuna, in America lo fanno gli americani, e in ogni altro Paese i relativi padroni di casa. Se lo facessero i “nostri”, ci cuccheremmo il Moccia del Maine, la Tamaro del Kansas, il Giordano dell’Illinois, la Melissapì dell’Ohio, la Avallone del Portogallo ecc. (i signori dell’Einaudi sono quelli che in Tutta colpa di Tondelli mi fanno dire da una segretaria scortese e dalla voce mummiesca – le davi cent’anni o giù di lì – di non spedirgli nulla perché non desiderano ricevere “invii spontanei”: gli scrittori italiani se li scelgono spontaneamente per altre vie, e i risultati SI VEDONO).
Mi sono chiesto spesso come sia possibile una simile discrepanza all’interno dello STESSO catalogo (il che vale per TUTTI i nostri grandi editori). Com’è possibile che nessun giornalistozzo culturozzo la denunci e se ne indigni pubblicamente? La terra di Dante si arrende all’evidenza di essere retrocessa nella serie C2 della Liga Letteraria Mondiale, o c’è sotto qualcosina d’altro, magari dovuta alla conformazione mafiosa e meritofobica e truffatorella dell’attuale territorio lobotom-italico? Siamo arrivati al punto di dover sospettare che gli unici “autori” di romanzi in italiA siano oggi i Traduttori! Come direbbe Totò: “Siamo nel Congo Belga o ALTROVE?” C’era una volta la Vergogna...
Dimenticavo: qui nessun personaggio si esprime come un banale goffo deficiente per far sembrare la storia “più vera”, perché con gli Scrittori Veri, mettiamocelo in testa una volta per tutte, questo non succede MAI; alla verità essi arrivano attraverso l’Arte e l’Intelligenza, cioè attraverso il lavoro ingegnoso della Scrittura, non sbobinando un registratorino in cui s’è impigliata la merda che passava per strada!!
Se amate il genere Romanzo e i grandi scrittori, non fatemi incazzare: leggetelo e non ve ne pentirete.
Parola di Scriba.