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Una Repubblica fondata sulla “Stabilità Finanziaria”

Creato il 19 aprile 2013 da Coriintempesta

euro

Articolo inviato al blog

di: Luciano Lago

Nella giornata del 16 aprile il dr. Grilli, ministro dell’Economia e delle Finanze del governo “tecnico” di Monti e soci, a proposito dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, ha espressamente dichiarato che” il limite del 3% sul deficit di bilancio è un numero sacro ed inviolabile, per noi è come la Bibbia”. Non ha aggiunto “ce lo ha chiesto l’Europa” ma è stato chiaro a tutti che questo intendeva come massimo ossequio ai trattati.

In altri termini, per i “tecnici” di fiducia dell’oligarchia europea, la stabilità finanziaria viene prima di tutto, non importa che le imprese chiudano perché avanzano crediti non saldati con le P.A., non importa che i mancati provvedimenti di spesa del governo accrescano il numero dei disoccupati, la sofferenza delle piccole imprese ed il ristagno dell’economia, no questo è secondario, la priorità si trova tutta in quel numerino imposto anche dal Fiscal Compact: il 3% di deficit massimo.

Se qualcuno aveva dei dubbi su Grilli, sapevamo che è considerato uno dei “super tecnici” della compagine di Monti ed in effetti Vittorio Grilli nella sua carriera è stato un tecnico ombra per tutte le compagini governative, sia che fossero di centro sinistra sia che di centro destra. Un personaggio trasversale e superiore alla politica partitica, come i poteri che di cui è espressione. E’ stato Direttore generale del Tesoro da maggio 2005 fino a novembre 2011, con la conferma in tale ruolo dai ministri Domenico Siniscalco (Berlusconi III), Tommaso Padoa-Schioppa (Prodi II) e Giulio Tremonti (Berlusconi IV). Un tecnico che non ha mai avuto bisogno di essere eletto.

E’ stato uno degli artefici della svendita delle società di Stato “per entrare in Europa”, conclusasi con l’alienazione delle maggiori imprese statali. Di questo ancora gli sono grati a lui stesso come anche ai Prodi, agli Amato ed ai Ciampi, i grandi “privatizzatori” che si sono avvalsi dell’opera di tecnici esperti come Grilli e come, a suo tempo, Draghi, un altro “super tecnico” che oggi ricopre il prestigioso incarico alla BCE.

Un uomo di totale fiducia quindi dei poteri dell’oligarchia finanziaria che tiene i fili del governo tecnico di Monti e soci e da cui si aspettano presto altri “progressi” nelle “privatizzazioni” prossime delle aziende pubbliche italiane ancora partecipate dallo Stato (ENI, ENEL, Finmeccanica, ecc.) a cui la finanza sopranazionale guarda con forte interesse per fare “business” a spese dell’Italia.

D’altra parte, se questo personaggio mantiene sul suo comodino a posto della Bibbia i trattati europei, sembra chiaro che la fiducia in lui da parte dei membri dell’oligarchia europea, come i Barroso, i Von Rumpuy e lo stesso Mario Draghi, è una fiducia ben riposta. Basta una telefonata e Grilli “esegue prontamente” gli ordini, un pò come una volta facevano i vecchi “ragionieri” di fiducia di ogni titolare delle imprese lombarde.

A questo punto ci sembra opportuno e ci permettiamo di suggerire che il nuovo Presidente della Repubblica, presto eletto, proponga al nuovo Parlamento una modifica costituzionale importante: al posto di quell’articolo 1 ormai obsoleto (l’Italia è una Repubblica fondata sul LAVORO……) che suona tanto di ipocrita e stonato in un paese che in un solo anno di governo tecnico ha accumulato ben un milione di nuovi disoccupati, sostituiamo presto tale articolo con altro, “L’Italia è una Repubblica fondata sulla STABILITA’ FINANZIARIA”.

Potrebbe essere una riforma anche richiesta dall’Europa in un futuro prossimo, tuttavia noi in Italia potremmo anticiparla dimostrandoci “attenti e solerti” come i “primi della classe”.

Tutto sarà più attuale e realistico ed anche a Bruxelles e Francoforte i personaggi dell’eurocrazia saranno molto contenti di noi italiani, sempre disponibili ad “adeguarci” anche prima che venga richiesto.


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