Un sondaggio di Pew Research Center relativo all’Internet & American Life Project, condotto a maggio di quest’anno su 2.252 maggiorenni statunitensi ha provato a sfatare (almeno per quanto riguarda la popolazione a stelle e strisce) alcuni dei miti che vorrebbero i più anziani come totalmente disinteressati alla vita digitale o addirittura assolutamente incapaci di costruirsene una, per quanto personalizzata secondo le proprie esigenze. La ricerca mostra infatti come la dieta social-mediatica degli adulti appartenenti alla fascia d’età superiore ai 50 anni sia sempre più ricca di microblogging e presenza sui social network.
Una “rinascita digitale” dei non-nativi che vede ad esempio un uso quotidiano di Twitter (e degli altri servizi di status update) per il 6% di appartenenti alla fascia 50-64 e per il 3% degli over65. Sembra sempre poco rispetto al 18% degli under 30, comunque più avvantaggiati dal contesto sociale e formativo alla condivisione via web, ma rimane comunque un dato significativo se si pensa che soltanto un anno fa le persone con più di 50 anni avvezze all’uso di Twitter erano il 5% del totale, contro l’11% del 2010. Un raddoppio che si va a sommare all’incidenza dei cinguettii nella routine di un giorno ideale sui social media degli adulti con presenza online, che nella fascia d’età compresa tra i 50 e i 64 anni era dell’1% lo scorso anno ed è passato all’attuale 6%.
I più giovani, come da copione, sono letteralmente stregati dai social network (e sfortunatamente non è possibile avere a disposizione il dato relativo ai minorenni): il 60% dei soggetti sotto i 30 anni ha dichiarato infatti di visitarli quotidianamente, e la diffusione di questi comportamenti sociali nella dieta mediatica giornaliera è superata soltanto dalla ricezione e dall’invio di e-mail, pratica che coinvolge il 62% degli under 30.Ma Facebook e gli altri siti di social network cominciano ad essere popolati anche da persone più adulte, come dimostra la presenza di ultracinquantenni (in un giorno medio sono uno ogni cinque della categoria, nel 2009 erano la metà) e di over65 (il 13% della fascia d’età considerata, più che triplicati rispetto al 4% dello scorso anno).
La partita si pareggia sostanzialmente sul terreno delle mail e nell’accesso online alle news del giorno. Nel primo caso spicca il 67% dei trentenni e quarantenni, ma anche il 60% degli ultracinquantenni e il 55% degli over65 (più di uno su due), che è comunque un elemento che dovrebbe far riflettere sulle tante mezze verità relative al digital divide della popolazione più anziana e che evidenzia invece la posta elettronica come nuovo grande strumento di comunicazione per i meno giovani.
Nel secondo caso, invece, l’approvvigionamento di notizie vede quasi sullo stesso piano le persone dai 18 ai 65 anni, con percentuali che oscillano dal 42 al 45%, mentre gli over65 mantengono comunque il più che discreto livello di un componente su tre attivo giornalmente nel campo dell’informazione personale.
Su un ambito leggermente più allargato, invece, che tenga in considerazione non un giorno tipico ma un uso regolare degli strumenti sotto osservazione, la quota di adulti con presenza online sale addirittura al 92% nella fascia d’età 50-64 e all’89% tra i più anziani di 65 anni per quanto riguarda l’utilizzo dello strumento e-mail, e rispettivamente al 76% e al 62% degli utenti Internet alla ricerca di informazioni relative all’attualità.
Insomma, pur con le loro tempistiche dilatate e i loro approcci soft frutto di diverse esigenze e curve di apprendimento, anche i meno giovani si stanno avvicinando al web con interesse e umiltà, dimostrando di non essere affatto esclusi dalle opportunità della vita digitale e anzi ponendo con forza interessanti sfide per creare una user experience alla loro portata.