Magazine Talenti

Una seconda occasione

Da Juliekohler @brideinblack

E’ tutta colpa della svolta romantica, penso.

Luigi mi guarda. Le parole non dette hanno aleggiato sulle nostre teste per tutta la sera. E tutto d’un tratto ho voglia di tirare fuori la storia della svolta romantica. D’altronde, tutto è iniziato da lì e vorrei proprio dire due parole su cosa siamo stati allora, prima di provare a vedere cosa possiamo essere adesso. Ciò che mi frena è l’impossibilità di evitare banalità o frasi fatte, che poi è ciò che Luigi detesta di più – di me o in generale, anche se solo per darsi un tono. E, se questo deve essere un nuovo inizio, non posso permettermi errori da principiante.

Volevo a tutti costi che la mia svolta romantica fossi tu. Ho solo peggiorato le cose. Lo penso senza dirlo. Può bastare a farmi sentire meglio. Non so esattamente perché ora sono qui con lui – e cosa mi aspetto che possa mai accadere tra noi. Continuo a non avere un’idea precisa sul perché continuo a farmi trascinare dal corso delle cose, senza opporre resistenza, senza scegliere davvero ma far scegliere agli altri per me. Mi sono domandata mentre venivo qui, su questa stessa terrazza di più di due anni fa, perché il passato continua a tornare. Mi sono chiesta il motivo per cui la sequenza degli eventi abbia un che di circolare e si finisca sempre col tornare al punto di partenza. Stesse o altre persone, medesimi o differenti luoghi, pensieri uguali, l’esperienza – il già vissuto – che può rendere tutto diverso ma poi non serve a niente. Siamo alla fine di tutto e tra un attimo saremo all’inizio di qualcosa diverso – eppure già vissuto.

I suoi occhi nerissimi mi mettono in soggezione. E mi viene in mente che, quando desideravo disperatamente Luigi, sono riuscita solo ad avere Alessio. Ora, invece, vorrei avere davanti Alessio - me lo sposerei uno come Alessio – mi manca accarezzare i suoi capelli biondissimi mentre mi dormiva addosso, rivorrei quel lungo, interminabile dicembre in cui è stato soltanto mio. E, invece, ennesima beffa, ora mi trovo a pochi centimetri da Luigi, il solito tavolino a dividerci, la medesima terrazza, quell’identico tramonto sanguinante a far da scenografia. Luigi che non fa per me, non più almeno.

Nonostante questo, non potevo perdere l’occasione di rincontrarlo. Forse, perché volevo vedere come sarebbe andata a finire, o più probabilmente per tentare la rivincita, girare le carte e vincere la mano, almeno per una volta. Da sempre, sono una perdente delle relazioni e puzzo di fallimento così forte che lo si sente a chilometri di distanza; ma ora – in questo attimo preciso – ho l’occasione di mettere sul tavolo un bel colore o un full d’assi, di lasciare l’avversario senza parole, di attaccare addosso a lui la mia sfavillante etichetta con su scritto perdente.

Mi ha telefonato due giorni fa – ed erano passati quasi due anni dall’ultima volta in cui avevo sentito la sua voce. Il mio più grande rammarico è quello di non esserci mai capiti, di aver caricato di aspettative qualcosa che avrebbe potuto essere così semplice, di aver trasformato una storia che avrebbe potuto essere bella in un’ossessione morbosa. Dovremmo ripartire da zero. Come se non avessimo mai avuto un passato. Riprovarci. Ha detto questo. Inaspettatamente e con una naturalezza disarmante. Il primo pensiero è stato che fosse ancora il solito eccellente manipolatore. Il secondo è stato di tre sole parole: Magari stavolta no.

Luigi è colui che ha cambiato tutto. Lui mi ha mostrato tutto un mondo, nuove possibilità a cui non avrei mai pensato. Ma non solo. Mi ha fatto scoprire la parte peggiore di me, facendomi precipitare negli angoli più bui che possedessi. Mi ha reso consapevole di quanto fossi fragile e umana. Ora c’è solo un maledetto tavolino a separarci. E io posso avere la mia rivincita. Qualsiasi cosa questo possa voler dire.

Gli sorrido. Mi sorride.

E’ ora di calare le mie carte. Non è ancora chiaro se vincerò questa mano: cosa dirò, cosa accadrà alla fine di questa serata, se ci sarà un dopo o solo una rivincita rapida e definitiva. In fondo, è tutto qui: in questa incoscienza, in questa incertezza continua – nelle svolte subito dietro l’angolo. Insomma, è proprio per questo che vivo.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :