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Una settimana di “Vergognamoci per lui” (43)

Creato il 15 ottobre 2011 da Zamax

Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM

 

FILIPPO ROSSI 10/10/2011

Il direttore de “il futurista” ha invitato tutti gli amici della rivista on line ad un evento, un happening, un’autoconvocazione dal basso dal titolo “Oltre l’antiberlusconismo. Il racconto di una destra repubblicana”. Per ripartire dai contenuti: “laicità, patriottismo, modernità, diritti civili, libertà, Italia, cultura, integrazione, legalità, persona, giustizia giusta, ambiente: queste le parole dalle quali abbiamo voluto (ri)cominciare.” A me sembra la solita sbobba democratica, pari pari, ora che a sinistra si sono (ri)presi pure il patriottismo. I futuristi della “destra repubblicana”, ossia della destra per bene, non sono altro che i figli spirituali dei vecchi arnesi della “sinistra DC”, ossia della DC per bene: cambia solo la targhetta.

 

EZIO MAURO 11/10/2011

E’ con l’usuale, tranquilla serietà dei bari di professione che il direttore di Repubblica ci racconta della fine della Lega come soggetto autonomo e di Bossi ridottosi a fare il portaborracce del Cavaliere. Identica a quella con la quale lui, e tutti gli altri posati tartufi delle gazzette dei miei stivali, fino a poco tempo addietro deploravano il fatto che il Senatur e la Lega fossero i soggetti che da dietro le quinte tenevano in pugno i destini del centrodestra e della patria. Mio Dio, in che mani eravamo! E in che mani siamo adesso! Io deploro piuttosto il fatto che oggi la quintessenza dell’essere di sinistra sia il contegno. O meglio, un contegno: una contegnosa bronzea faccia.

 

GIOVANNI BAZOLI 12/10/2011

Umile tra gli umili, per il suo ultimo sofferto film Ermanno Olmi si è avvalso della collaborazione del pluridecorato scrittore Claudio Magris e del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Il più grande istituto bancario italiano, Intesa Sanpaolo, ha finanziato la produzione dell’opera sugli ultimi del nostro tempo. Per chiudere il cerchio di questa vicenda di poveri diavoli, il presidente dell’istituto, Giovanni Bazoli, ha scritto una sofferta recensione sul giornale di casa, il Corriere della Sera. Sofferta nel senso che da tutto l’articolo del cattolico piacione trasuda quella tristezza giansenistica che mi ha sempre fatto scoppiare dal ridere, Pascal compreso. Non voglio mica dire che la mancanza di senso dell’umorismo sia un peccato mortale per un cristiano. Qualche sant’uomo serioso ci sarà pur stato. Forse. Ma un paradiso popolato da spaventapasseri mi sembra più diabolico delle bisbocce di Arcore.

 

JIGME KHESAR NAMGYEL WANGCHUCKE’ 13/10/2011

Be’, è il re del Bhutan: un nome così può anche permetterselo. Il trentunenne “principe azzurro dell’Himalaya” si sposa oggi – incrociamo le dita, non vorremmo avere sulla coscienza qualche disgrazia – con la dolce, bella, tenera, sensibile e intelligente Jetsun Pema, studentessa di dieci anni più giovane di lui, che non vanta neanche un sessantaquattresimo di nobiltà. Per i giornali è “una favola moderna”: il monarca sarebbe stato infatti folgorato dalla nobiltà dei tratti e dell’animo di questa figlia del popolo. Non dubito. Però il volpone ha preparato scrupolosamente per anni questa folgorazione. Fin da adolescente ha vissuto con un cruccio terribile: com’era possibile che lui, futuro re del magico Bhutan, un paese più vicino al cielo e agli dei anche del Liechtenstein, dovesse per forza impalmare una delle racchie dell’esigua nobiltà bhutanese? La provvidenza, che presidia anche l’orbe non cristiano, gli venne in aiuto. I suoi infatti mandarono il ragazzetto a studiare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. E lì, il non volgare adoratore del bel sesso fu folgorato da un’altra cosa: la democrazia, la soluzione di tutti i suoi problemi! E così da qualche anno il Bhutan è una monarchia costituzionale, e vi si tengono elezioni democratiche. E, guarda un po’, proprio in questo torno di tempo il re ha pescato l’anima gemella! Eh eh… io penso che bisognerebbe studiare di più l’importanza del fattore femmina sugli sviluppi “democratici” nelle società antiche e moderne. La donna è capace di rompere con molta naturalezza ogni barriera tribale o etnica nel cervellino angusto di ogni ominide di genere maschile. Pensiamo a Roma, la prima grande città del mondo antico che dovette la sua crescita al superamento del pregiudizio etnico sin da quando era un avamposto al confine della potenza etrusca. In un certo senso, il Ratto delle Sabine fu una seconda fondazione di Roma, e, possiamo ben dirlo, quella decisiva: da allora i Romani furono tutti bastardi. E lo sono ancora, lo sono ancora!

 

FRANCESCO CARUSO 14/10/2011

Il pezzo grosso dei No-Global non sta più nella pelle, come sempre gli succede quando fiuta, estatico, aria di tafferugli. Anche questa volta la rivoluzione, con la sua geometrica potenza, è alle porte: “La manifestazione di sabato a Roma prefigura una deflagrazione sociale e si configura come un momento di esplosione della rabbia ingovernabile che, in Italia, non trova canali di espressione in nessuna forma organizzata…” e si trasfigura in una conflagrazione finale e catartica dei disvalori economicistici che hanno devastato le strutture solidaristiche intergenerazionali che reggono da sempre i territori della democrazia e della libertà, distorcendone infine anche le forme basilari che caratterizzano la rappresentanza politica, nonché le reti di comunicazione, attraverso linee parallele di sistemi corruttivi e mafiosi, ponendo in essere quindi un passo necessario al fine di poter mettere in campo un percorso permanente di giustizia sociale lungo tutte le coordinate di una società irrimediabilmente disarticolata dalle strategie destabilizzatrici del neoliberismo finanziario. Penso.


Filed under: Giornalettismo, Umorismo Tagged: Ezio Mauro, Filippo Rossi, Francesco Caruso, Giovanni Bazoli, Jigme Khesar Namgyel Wangchucké, Vergognamoci per lui

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