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Una stanza tutta per sè – Consigli di scrittura di Virginia Woolf

Creato il 25 gennaio 2015 da Mrsfog @tulipano_bianco

Una stanza tutta per sè – Consigli di scrittura di Virginia Woolf

Perché una donna possa scrivere liberamente non deve avere preoccupazioni economiche e deve poter disporre di uno spazio privato in cui liberare i suoi pensieri. Questa la conclusione a cui giunge la scrittrice inglese in questo brillante saggio, nato da un discorso da lei tenuto in un college femminile sul tema “La donna e il romanzo”.

Virgina Woolf è una figura importante della letteratura e di lei ho una conoscenza decisamente frammentaria, data da qualche lettura e da film e documentari. Mi è piaciuto molto l’Orlando ma non sono mai riuscita a finire Gita al faro. Ho amato il film The Hours ma non ho letto Mrs Dalloway. Provo quindi un certo imbarazzo nello scrivere le mie impressioni, sapendo quanto sono ignorante in materia, come se mi mettessi a scrivere qualcosa sulla Divina Commedia. Non mi sento preparata, professoressa, mi giustifico! Però… questo è uno spazio mio e libero, e mi piace appuntare quello che mi ha colpito e mi ha fatto riflettere, anche se può suonare ingenuo e frammentario.

Una stanza tutta per sè è del 1929 ma sembra scritto per le donne di oggi. Le riflessioni sulla condizione della donna si inseriscono, senza risultare antiquate, in un discorso che sta continuando ancora adesso. Ho letto da qualche parte che la Woolf era un’attivista nel campo dei diritti femminili e risulta molto chiaro leggendo quello che scrive. E’ un tipo di femminismo che io condivido appassionatamente perché non cerca la parità dei sessi in maniera pedissequa, ma la parità delle opportunità e quindi anche dei doveri oltre che dei diritti. Io mi sento molto femminile e molto femminista, in quanto sono orgogliosa di essere donna e non lo percepisco come un limite ma come una grande risorsa. Non sono contro gli uomini, non li considero inferiori, come qualcuno cerca di insinuare quando si tratta di questi argomenti. Ricercare la parità di condizioni tra i due sessi implica un reciproco arricchimento, sono le due facce della stessa medaglia e non devono avere pesi diversi, pur non essendo uguali, anzi devono mantenere le loro differenze. Nel suo saggio Virginia Woolf esorta le donne a scrivere cercando la propria voce, diversa da quella maschile. Afferma anche però che una scrittura immortale deve essere dimentica del suo sesso, dimentica di rancori e frustrazioni. Le donne non dovrebbero limitarsi al romanzo ma occuparsi di tutti i campi della conoscenza: filosofe, scienziate, saggiste e poetesse. In modo da creare un universo femminile da cui attingere un linguaggio da affinare e migliorare negli anni.

Ogni pagina che ho letto meritava di essere sottolineata e meditata, per la profondità e l’ironia con cui era scritta. Un fluire di idee e ragionamenti che sembra perdersi in mille rivoli ma non dimentica mai la sua direzione.

Ci sono immagini intimamente liriche e descrizioni terribilmente prosaiche.

Si parla di letteratura inglese e della donna nella storia.

C’è una dilatazione del tempo e dello spazio per poi passare a un’improvvisa contrazione.

C’è un tale bombardamento di idee e riflessioni che ho chiuso il libro spiazzata e un po’ sollevata.

Sono contenta di averlo letto perché sento che ha lasciato un fuoco acceso sotto la cenere e ogni tanto qualche scintilla esplode nella mia testa portandomi a nuove riflessioni e divagazioni.

Incredibilmente sono riuscita anche a trovare una mezzora tutta per me, mentre la casa dorme, per scrivere queste quattro righe.

Buon compleanno Virginia e grazie.


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