Titolo: Una stella tra i rami del melo
Titolo Originale: My sister lives on the mantelpiece
Casa Editrice: Adriano Salani Editore
Pagine: 208
Prezzo: € 14,80
Data Pubblicazione: Settembre 2011 Trama: Tutti continuavano a dire che col tempo sarebbe passata, ma Jamie sa che è solo una di quelle bugie che i grandi dicono nelle situazioni difficili. Da quando sua sorella Rose è morta in un attentato sono passati cinque anni, e ora è peggio che mai: il papà beve, la mamma se n’è andata con un altro e a Jamie sono rimaste tante domande a cui deve rispondere da solo. Anche sua sorella Jasmine, la gemella di Rose, non sembra essersi ripresa: si è tinta i capelli di rosa, si è fatta un piercing e ha smesso di mangiare. Jamie però ha deciso di salvarsi: gioca con il suo gatto Roger, pensa alla maglietta di Spider-Man che desidera tanto e fa amicizia con Sunya, una bambina musulmana, cercando di tenerlo nascosto al padre. Quando un giorno vede alla tv l’appello per partecipare a una trasmissione di giovani talenti, sogna che possa essere un modo per salvare la sua famiglia... Sullo sfondo del piccolo mondo di Jamie rimbombano le grandi questioni dell’umanità, ma è la sua voce trasparente e pura, sono i suoi occhi ingenui di bambino che danno la misura della forza che hanno solo le cose essenziali: l’amore della mamma, la verità della morte, l’immensità della vita.
RECENSIONE
«Se non fossimo andati a Trafalgar Square o se non esistessero i piccioni o se fosse stata una bambina più obbediente, Rose oggi sarebbe ancora viva e la mia famiglia sarebbe felice.»Com’è possibile che, in poche pagine, siano concentrate così tante emozioni? Una stella tra i rami del melo è uno di quei libri che suscita una miriade di sentimenti: rabbia, impotenza, tenerezza, compassione. Forse dipende dal fatto che, sebbene Jamie abbia solo 10 anni, negli ultimi cinque la sua vita è stata una continua tragedia?
Tutto è cominciato quel 9 settembre a Trafalgar Square, quando un attentato di matrice islamica ha fatto saltare a pezzi la sua sorellina Rose — di dieci anni — davanti agli occhi di tutta la famiglia. Jamie non ricorda bene Rose e riesce a soffrire poco per la sua perdita, ma quella disgrazia gli fa soffrire una perdita ben più grave: l’integrità della famiglia a cui avrebbe diritto. Perché da quando Rose è morta fra i suoi genitori ci sono continue incomprensioni e recriminazioni: un perpetuo desiderio di ricordare la figlioletta morta, quasi negando l’esistenza degli altri due figli vivi, che portano ad un’irreparabile frattura, che spinge la madre fra le braccia del coordinatore del Gruppo di Sostegno di cui fa parte e il padre fra quelle dell’alcol. E d’altronde non si possono condannare neanche due genitori che soffrono una perdita così grave, a maggior ragione quando hanno assistito impotenti all’esplosione del corpicino della figlia. Ma Jamie e Jasmine ci sono ancora, non sono stati dilaniati dalla bomba, eppure per i genitori sembrano essere diventati invisibili. Jasmine, poi, in quanto gemella di Rose, è considerata dai genitori solo in quanto tale. Costretta a recitare una parte, ad essere due persone contemporaneamente, finché un giorno — stufa di dover negare la vera Jas — non decide di tingersi i capelli di rosa shocking e di farsi un piercing, lasciando i genitori sconvolti.
Il giorno del quindicesimo compleanno delle gemelle è come se fosse solo il compleanno di Rose, con il padre che pensa a portare le fette di torta sulla mensola del caminetto anziché darle ai figli affamati, e la madre che decide di andare via di casa. Per dimenticare — e per evitare — gli onnipresenti musulmani di Londra, il padre decide di trasferirsi con Jamie e Jas nel Lake District. Jamie — la cui vita era già difficile a Londra — si dovrà adeguare ad un nuovo ambiente, in cui ci sono amicizie collaudate da anni, con un’insegnante vecchio stampo che fa vergognare gli alunni che non hanno una famiglia perfetta come quella delle pubblicità, assegnando temi in cui il povero Jamie è costretto ad inventare di avere una famiglia idilliaca, con entrambe le gemelle vive e allegre, per non sentirsi diverso dagli altri. Ma questo non è sufficiente: infatti l’unica persona che gli offre la sua amicizia è la sua piccola compagna di banco: Sunya, una bambina musulmana, che indossa uno hijab. Jamie sa che a suo padre non farebbe piacere sapere che familiarizza con i musulmani, ma Sunya è davvero una bambina speciale, intelligente e fantasiosa. Sunya, che ha sofferto per essere stata emarginata fino a quel momento, sa quali sono i sentimenti di Jamie. L’amicizia fra i due piccoli diventa una prova di coraggio e un sentimento sempre più profondo, che sfiderà i pregiudizi razziali e religiosi del mondo intero.
Il rapporto fra Jamie e Jasmine è un legame fortissimo. Sono i due fratelli sopravvissuti, ma non solo: sono i due unici elementi lucidi della famiglia, gli unici che si sforzano di crescere, di emergere, di vivere. Fra loro non c’è solo una relazione fratello-sorella, ma anche un legame madre-figlio, perché la giovanissima Jasmine ha dovuto accollarsi l’onere di crescere il fratellino che sembra essere diventato trasparente per i genitori, sotto lo sguardo dell’onnipresente urna sulla mensola del caminetto.
Si vede un grande teatro e un tizio che dice: «Il più famoso talent show del Regno Unito realizzerà i tuoi sogni. Chiama questo numero e cambia la tua vita» e io penso a quanto sarebbe bello prendere il telefono come i grandi e ordinare una vita diversa come se fosse una pizza o qualcosa del genere. Chiederei un papà che non bevesse e una mamma che non se ne fosse andata, ma Jas non la cambierei di una virgola.Il titolo del libro in inglese: Mia sorella vive sulla mensola del caminetto è un titolo forte, che ci fa sentire l’incombente presenza di Rose in ogni pagina, in ogni riga, eppure anche il titolo italiano è molto bello e significativo: Una stella fra i rami del melo, perché ci fa vedere il forte legame fra Jamie e Jas, che guardano attraverso la finestra e i rami del melo le stelle, i loro segni zodiacali che li proteggono dall’alto.
Jas è dei Gemelli, il che è strano visto che lei non è più gemella di nessuno. Il mio segno zodiacale è il Leone. Jas si è messa in ginocchio sul cuscino e me l’ha indicato in cielo. Non assomiglia molto a un animale, ma lei ha detto che ogni volta che qualcosa va storto devo pensare al leone d’argento che mi sta sopra la testa e tutto andrà per il meglio. Volevo domandarle perché diceva una cosa simile proprio ora che papà ci aveva promesso di ricominciare tutto da capo, ma poi ho pensato all’urna sulla mensola del camino e ho avuto troppa paura della risposta. La mattina dopo ho trovato una bottiglia vuota di vodka nella spazzatura e ho capito che la vita nel Lake District sarebbe stata esattamente la stessa che a Londra.Oltre a Sunya e a Jasmine, l’unico essere vivente che fa sentire a Jamie di esistere è Roger — il gatto di Rose — divenuto da cinque anni il suo gatto, che sa quando il bambino ha bisogno anche di una sola carezza, e passa sfiorandolo con la coda come nel tentativo di dirgli: «Non sei trasparente, io ti vedo».
Narrato in prima persona dal piccolo Jamie — che parla al presente — con un linguaggio semplice, diretto e struggente, Una stella tra i rami del melo è la storia di un bambino forte, che combatte per dichiarare la sua esistenza al mondo, per esigere la sua porzione di amore, suo diritto sacrosanto. È la storia di due ragazzi che devono maturare in fretta per fare da genitori ai propri stessi genitori. Commuovente dalla prima all’ultima pagina, ma anche ironico e divertente, perché gli occhi di un bambino — anche se di un bambino molto maturo — sanno guardare il mondo con una semplicità giocosa, nonostante tutta la sofferenza. L'AUTORE:
Annabel Pitcher è nata nel 1982 e si è laureata in Letteratura inglese a Oxford. Ha fatto numerosi lavori prima di decidere di viaggiare per il mondo e dedicarsi alla scrittura. Vive con il marito nello Yorkshire e sta lavorando al suo secondo romanzo.