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Allora fu edificata dai suoi abitanti Orta / ricca di pesci, di frutti e di bell’oliva./ Quella valle, che di fronte, in mezzo, vi corrisponde, è Pella / che prende il miele dal favo e dolci uve dalle viti.
A comporre questi versi fu Enea Silvio Piccolomini, un personaggio davvero singolare. Fu un intellettuale umanista, un avventuriero, un poeta di corte, un uomo di mondo, un abile ambasciatore e un accorto urbanista. Al culmine di una carriera che solo ai suoi tempi era possibile percorrere, divenne addirittura Papa col nome di Pio II. Giunto al soglio pontificio, assediato dai parenti che chiedevano aiuto, compose alcuni versi che testimoniano l’antico malcostume italico del nepotismo: «Quand'ero solo Enea / nessun mi conoscea / Ora che son Pio / tutti mi chiaman zio».
Quando giunse sul lago d’Orta il Piccolomini trovò il miele, che era il principale dolcificante in uso. Non avrebbe invece potuto trovare lo zucchero, che pure doveva conoscere, in quanto all’epoca era ancora una merce rara e pregiata.
Lo zucchero cominciò a diffondersi in Europa nel medioevo, importato dai pesi arabi. L’imperatore Federico II nel Duecento ne promosse la coltivazione in Sicilia Per molti secoli tuttavia, il “sale arabo” come era chiamato, rimase una merce costosissima e usata per lo più ad uso farmaceutico.
Con la scoperta dell’America le cose iniziarono a cambiare, perché Spagnoli e Portoghesi promossero la coltivazione della canna da zucchero in varie zone delle Americhe. Lo zucchero americano soppiantò completamente quello arabo e cominciò a diffondersi in Europa.
Tuttavia c’è un retroscena amaro di questa storia dolce. Per coltivare le piantagioni di canna da zucchero vennero deportati nelle Americhe come schiavi milioni di africani. Moltissimi di loro morirono durante i terribili viaggi sulle infami navi negriere e terminarono il loro viaggio in fondo all’oceano.
Lo zucchero che usiamo comunemente però non è di solito quello ricavato dalla canna da zucchero. Già nel Cinquecento un agronomo francese aveva scoperto che era possibile ricavarlo cuocendo le barbabietole, che erano coltivate come foraggio per gli animali. Tuttavia gli interessi economici dei produttori e degli importatori di zucchero di canna fecero sì che questa scoperta non portasse a risultati concreti.
La svolta si ebbe nell’Ottocento, quando le guerre tra la Francia e l’Inghilterra portarono ad un blocco delle importazioni di zucchero di canna in Europa. Napoleone diede impulso alla coltivazione della barbabietola da zucchero, che nei decenni successivi finì con il soppiantare quello di canna.
La foto è una cortesia di ELE.
La bottega del mistero è una rubrica del programma Siamo in Onda su Puntoradio.
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