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Una vacanza speciale per Anita

Da Fiaba


Giovedì 06 Dicembre 2012 10:00 Scritto da Roberto Dimitri

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C’era una volta una bambina di nome Anita che viveva con i suoi genitori nella grande città “Difrettainfuria” dove tutti andavano di corsa.

Un giorno i suoi genitori, stanchi della loro vita frenetica, decisero di farsi una vacanza nella tranquilla casa in montagna, ma Anita non abituata alla tranquillità non voleva proprio andarci.

Iniziò a piangere a più non posso,ma nulla di fatto. I due erano ormai convinti di voler partire.

Anita andò a letto senza più replicare, per l’eccessivo pianto si addormentò subito abbandonandosi ai sogni.

Improvvisamente la bambina si ritrovò in giro per il paesino di montagna dove notò uno cupo chalet col tetto spiovente pieno di gracchianti corvi e una donna con una corona in testa,bardata in uno scuro e gonfio abito che ordinava acida di entrare nello chalet a una lunga fila di bambini dall’aria triste!

Anita si avvicinò per saperne di più e chiese ad un bambino che intimorito bisbigliò: “É la Regina Desolata,ama la solitudine, vuole trasformare tutto in un paese fantasma tenendoci prigionieri nel suo chalet! Non possiamo giocare, non possiamo essere bambini!”

Anita arrabbiata andò verso la Regina: "Lascia subito questi bambini! Se vuoi vivere nella noia ritirarti nel tuo chalet! La tua mamma non ti ha insegnato le buone maniere?"

La Regina stranamente imbarazzata, non sopportando i pungenti attacchi della tenace Anita,ordinò ai suoi corvi di catturarla e subito l’afferrarono per le braccia portandola sul punto più alto del tetto. Anita non voleva dargliela vinta e pensando a come sconfiggere la Regina, le ritornò in mente il volto imbarazzato della donna quando le fu nominata la mamma.

L’attenta bambina capì che il motivo di tanta durezza della Regina era la sua mamma.

Allora Anita le canticchiò :“Oh mia cara e triste Regina, quali sono i tuoi ricordi da bambina? Quale gioco ti piaceva piùfare? Oh signora cupa e severa, ma la tua mamma durante i giochi con te c’era?"

La Regina stanata scoppiò in un lungo pianto liberatorio: “Avrei voluto tanto giocare con mia madre come facevano  tutti i bambini, ma doveva rispettare le regole del Regno controllata dai ministri che ci divisero … secondo loro disturbavo la Regina, ma era la mia mamma! E così sono cresciuta qui da sola, odiando il gioco, l’allegria, i bambini!” 

Ricominciò a piangere, le lacrime scendevano a dirotto bagnandola e trasformandola: gli abiti passarono dal triste nero ad un rosso accesso, la sua pelle da rugosa si levigò diventando come di porcellana, persino lo chalet prese colore coni balconi fioriti, i corvi si tramutarono in intonati usignoli.

Una volta trasformata, la Regina ordinò agli usignoli di liberare Anita e i bambini e poi le si avvicinò ringraziandola per averle aperto il cuore.

Dal quel momento in poi il suo chalet fu aperto a tutti i bambini del paese.

Il mattino seguente, al suono della sveglia, Anita si svegliò di buon umore capendo che la storia della Regina fu un sogno, dal quale però imparò  la bellezza dello stare insieme con la propria famiglia aldilà del posto in cui ci si ritrova.



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