Mi dimentico sempre di quanto sia bello il luogo in cui vivo.
E di come spesso, frequentando case di amici, ci si trovi faccia a faccia con la toscanità più schietta, verace, e non con noiosissime invenzioni "finto povero" che imperversano nei "mercatoni" e in agriturismi acchiappaturisti.
La bellezza emerge proprio dalla spontaneità, dal disinteresse nello styling, dalla casualità. Molti hanno ancora la fortuna di vivere nella casa dei propri nonni, dove sembra, anzi è così, che il tempo non sia mai passato.
Succede che ci si trovi un sabato pomeriggio con gli amici orchestrali, una volta tanto senza strumenti e spartiti.
Oggi la musica saranno le voci e le risate di una compagnia affiatata che ha condiviso moltissime emozioni negli anni.
Arrivo a casa di Angela, la fortunata proprietaria del casale alle porte di Siena, quando la luce del sole sta calando riversandosi come un fiume di lava dorata su tutto il paesaggio, e quello che riesco a provare è un infinito senso di gratitudine e di privilegio. Ma evito di parlare. Mi godo ogni istante, e se posso, cerco di immobilizzarlo con un clic.
Come in ogni merenda cena-toscana che si rispetti, non può mancare la brace, succulenti salsicce e saporito costoleccio preparati dalle mani esperte di abili barbecue men.
Mentre qualche coraggioso sfida il fumo sulla brace, la compagnia apre le danze con ottimo pecorino e salame da sposare a delle fresche favette già pronte in rustici certi sulle tavole
Intorno alle numerose tavolate che la nostra ospite ha allestito con cura, c'è anche chi spera di ricevere un assaggino delle bontà che gli sfilano sotto il naso.
Io mi guardo intorno, e non smetto di pensare a voi, alle mie amiche foodblogger, che in questo capanno degli attrezzi, approntato per l'occasione in sala ricevimenti, perderebbero la testa per gli incredibili oggetti appesi e disposti ovunque in maniera casuale.
Non ho potuto fotografare la fetta per ovvie ragioni, ma voglio ringraziare Ambra per aver condiviso la ricetta, perché posso giurarvi che è una delle torte più buone che abbia mai assaggiato in vita mia.
Non è propriamente un dolce primaverile ma ho cominciato l'operazione svuota dispensa e mi sono resa conto di avere ancora tantissime nocciole piemontesi già sbucciate e tostate, in più quelle che mi ha regalato Ale, e che con il caldo incombente rischiano di irrancidire, quindi dovrò dar fondo a tutta la frutta secca che stanzia sui miei scaffali.
Ingredienti per 10/12 persone
350 gr di nocciole IGP Piemonte, sgusciate e tostate
150 gr di burro
250 gr di zucchero
100 gr di farina
3 uova
un pizzico di sale
una bustina di lievito
Tritate le nocciole finemente. Io le ho messe ne cutter con 100 gr dello zucchero previsto in maniera da non far rilasciare l'olio durante l'operazione. Cercate di tritarle con il pulse.
Mescolatele quindi con il resto dello zucchero, della farina setacciata con il lievito.
Separate le uova. Sbattete i tuorli leggermente ed aggiungeteli al composto cercando di ammorbidirlo con un cucchiaio di legno.
Fondete il burro ed aggiungetelo alla farina di nocciole con il sale. Io ho aggiunto a mio gusto, un cucchiaino di estratto di vaniglia.
Montate a neve ferma gli albumi ed aggiungeteli con estrema delicatezza al tutto.
Sistemate il composto in una teglia da 26 cm imburrata e coperta da carta da forno.
Cuocete in forno preriscaldato a 200° per 35/40 minuti.
Fate attenzione alla cottura. Non deve seccarsi troppo.
Se vi piacciono i Brut ma bon, questa torta vi farà impazzire. Il profumo delle noccioli è inebriante e si sposa meravigliosamente con del moscato naturale o dello Spumante d'Asti.