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Una vita di profilo. Gente comune di Robert Redford

Creato il 23 dicembre 2010 da Spaceoddity
Una vita di profilo. Gente comune di Robert RedfordForse chi non conosce lo splendido film di Robert Redford può essere indotto a pensare che la 'gente comune' (tit. or. Ordinary People) del titolo possa far riferimento a una qualche tendenza neorealista comparabile alla tradizionale dettato europeo (e italiano in particolare). Ma non c'è nessuna connotazione di medietà in questa famiglia sconvolta dalla tragedia, al punto da costringere lo spettatore a chiedersi, ancora una volta, cosa voglia dire essere normali, comuni, gente tra la gente.
Calvin, Beth e Conrad, appartengono alla high-middle class americana e non sembrano temere il futuro. In realtà, su questa famiglia pesa di più il passato, che li sottrae a un confronto diretto con la realtà: la morte di Buck, Buck il figlio bello e amabile, separa padre, madre e figlio minore dal loro contesto, li pone in disparte.
Calvin (Donald Sutherland) è un padre affettuosissimo, premuroso e passionale, preoccupato per quel giovane figlio, Conrad (Timothy Hutton), che ha tentato seriamente il suicidio per sanare i suoi sensi di colpa per la morte del fratello. Di contro, Beth (Mary Tyler Moore) sembra essersi estraniata dai suoi sentimenti e dalla sua sofferenza, in cerca di una vita che sia quanto più possibile normale, ordinaria, aliena dalla sofferenza del presente e del passato.
Una vita di profilo. Gente comune di Robert RedfordMa non si può sfuggire al proprio dolore. Lo sa bene Conrad, che prova a sanare la distanza tra sé e il fratello morto, addentrandosi nel suo dolore, dopo aver tentato di farlo sgorgare col sangue dalle vene del polso. Conrad, il bel nuotatore che lascia la squadra e i cattivi risultati nei tempi, per incontrare uno psichiatra (Judd Hirsch) e provare a definire cosa ci sia di normale, di ordinario nella sua vita e nei suoi sensi di colpa. E lo sa Calvin, che si tortura su un episodio al funerale di Buck.
Beth, la madre, sembra l'unica a non saperlo: non manca d'affetto, manca di quel trasporto che Conrad chiede con forza e che il marito non basta a supplire. Il rapporto tra padre e figlio, il più sano possibile, date le circostanze e le persone coinvolte, è totalmente sbilanciato a favore di quest'ultimo e Beth lo nota bene: in un circolo vizioso di delusioni e carenze affettive, la donna manifesta un bisogno a tratti disperato della presenza di Calvin.
Una vita di profilo. Gente comune di Robert RedfordPadre, madre e figlio s'inseguono e rifuggono l'uno dall'altro, incapaci di padroneggiare ciò che loro accade. Non difetta in loro il dialogo, ma ne manca una prospettiva, uno sguardo al di là delle preoccupazioni che il confronto reciproco comporta. Conrad, il sensibilissimo Conny, incontra e sembra anche amare una ragazza, ma soffre di un'impossibilità a mettere insieme i pezzi di un sentimento: così, tra i due, sovrabbondano marche connettive del discorso, ma senza un reale seguito: quasi un'attesa che l'altro faccia il primo passo, il passo più importante in quel delicato momento che è l'incontro con l'altro.
Eccellenti il senso della misura e il garbo in questo toccante film di Redford del 1980, vincitore di quattro premi oscar (film, regia, sceneggiatura, Timothy Hutton, quale attore non protagonista). Ma Calvin, Beth e Conrad raccontano valori universali del mondo occidentale moderno e, se li guardi nel volto, sono tutt'altro che comuni. Portano, ciascuno, il peso del proprio mondo, schiacciati sullo sfondo da ignote forze centrifughe.

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