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Non è una ricetta, è una piccola lezione di vita...
Scendiamo (anzi, saliamo) per un attimo, nel mondo della letteratura per bambini. Quella piccola e sempre spalancata finestra, che fa vedere storie e fa crescere, anche chi è già grande. Una zuppa di sasso è un racconto per bambini scritto e illustrato da Anaïs Vaugelade. Edito da Babalibri nel 2001 e giunto a una ristampa nel 2013.
“È notte. È inverno. Un vecchio lupo si avvicina al villaggio dove vivono gli animali”.
Questo è l'incipit del racconto, forse tra i più semplici che io abbia mai letto. Il lupo arriva in un villaggio, sembra stanco e venire da lontano, e porta con sé un sacco bianco che tiene sulle spalle. La prima casa che incontra è quella della gallina, si ferma e bussa alla porta. Io vorrei raccontarvela tutta, davvero, e anche se potrei tranquillamente farlo, data la brevità del racconto, preferisco rimandarvi qui, dove la storia potete leggerla con tanto di illustrazioni.(Poi tornate però eh?)
Per i più frettolosi (ma consiglio a tutti di leggerla!), diciamo che questo lupo (ed è un lupo, quindi immaginate subito l'idea fatta da un bambino, ma anche da un adulto) arriva e bussa alla porta della casa della gallina. Capirai, la gallina poverina non è che pensasse a una visita di cortesia, almeno, non al primo approccio con il lupo "cattivo". Comprensibile d'altronde. Ma sapete qual è stata la prima piccola grande sorpresa di questa storia?
La gallina, nonostante la paura, decide di aprire la porta (è una gallina coraggiosa, non c'è dubbio).Vince la curiosità e, di conseguenza, quella di chi legge aumenta a dismisura. Perché tu "grande" ti chiedi se davvero abbia fatto bene oppure no, ad aprire. E il lettore bambino, ti chiedi cosa avrà pensato, cosa si sarà chiesto. Essere mamma è straordinario, non sempre facile, però vuoi mettere la gioia e la paura anche, nel vedere le espressioni che cambiano a seconda dell'evolversi della storia, sul viso di tuo figlio? Beh è difficile da spiegare, ma io questa storia del lupo e della sua insolita zuppa, l'ho capita solamente grazie a mio figlio. Il lupo una volta entrato in casa della gallina, si accomoda davanti al camino. Chiede una pentola alla gallina per cuocere la zuppa. Anche lei subito sorpresa e incuriosita dall'ingrediente principe, si pone le sue domande, e pensa a come fa lei di solito la sua zuppa. Così, consiglia al lupo di aggiungere del sedano. Il lupo accoglie con piacere il suggerimento della gallina, e "arricchisce" la sua zuppa di un nuovo ingrediente.
L'arricchimento della zuppa è un po' metafora della nostra vita, le persone che incontriamo e come queste, nel bene o nel male, ci riempiano le giornate, allontanando la solitudine. Perché durante la preparazione della zuppa, in casa della gallina, arrivano altri animali. Prima si affaccia curioso e spaventato, il porcello. Domanda se va tutto bene (normale, aveva visto entrare un lupo in casa della gallina...), la gallina lo rassicura tanto che anche lui entra, e suggerisce un nuovo ingrediente. E' così che la zuppa acquista nel sapore e nel significato. Il porcello prima, poi il cavallo e l'oca, la capra, la pecora e il cane. Tutti questi animali si ritroveranno a condividere la zuppa a casa della gallina, e ognuno di loro, porta alla zuppa qualcosa in "più". Tutti, dopo aver sentito addosso la paura che le fiabe, le leggi della natura e anche un po' i luoghi comuni diffondono, hanno condiviso per un attimo la magia della gioia semplice. Condividere, vincere le paure e abbattere i pregiudizi (ma io qui chiamerei in causa zio Tim, e gli chiederei come minimo di farne un meraviglioso corto in stop motion, no?), è questo che troviamo nella storia del lupo e della zuppa di sasso.
Però qualcosa mi sfugge, non è solo la semplicità disarmante. C'è dell'altro, e mio figlio ha provato a farmelo capire. Perché alla fine il lupo va via, si riprende il suo sasso, il suo sacco e lascia la casa della gallina. Quando questa chiede se tornerà, il lupo rimane in silenzio, e poi va via. E' quasi certo che il lupo in effetti non torni dalla gallina, e dopo il punto dell'ultima pagina, l'autrice decide di illustrare un ultimo pezzo della storia, o meglio, di una "prossima" storia. Si vede il lupo davanti la porta di un'altra casa e, un nuovo amico ad aprire, curioso e spaventato proprio come lo era stata la gallina prima di lui.
Io non ho avvertito nulla in questo passaggio, mio figlio invece..."Mamma, perché il lupo va via?"."Eh, perché era tardi e tutti gli amici animali dovevano andare a letto"."E non torna più dalla gallina?."No, ehm, cioè, sì...forse sì amore, chi lo sa".
Lui rimane in silenzio, si gira dall'altra parte del lettone per poi voltarsi di nuovo. Mi guarda, è triste, anzi "tristissimo".
"Amore che hai, perché quella faccia?"."Sono triste perché il lupo è andato via"."Ma è andato a cercare nuovi amici, così tutti assaggiano la sua zuppa di sasso. Vedi, ora il lupo ha già trovato un amico in più, e comincia una nuova storia (indico l'ultima illustrazione)"."Ma io volevo che il lupo tornava dalla gallina, in questa storia".
Non so dire con precisione cosa abbia rattristato così mio figlio. Dopo la contentezza esplosa in lui, per aver visto che il lupo con il coltello, non avrebbe fatto del male a nessuno e che davvero, voleva mangiare solo la sua zuppa, è arrivata la tristezza. Forse aveva visto che tutti insieme quegli animali erano davvero felici. Tutto era bello, perfetto. E forse, proprio per questo, non doveva finire...
*Grazie ad un'amica divoratrice di libri e mamma, per avermi consigliato questo piccolo saggio sulla vita.
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