Unemployed, non occupato, senza lavoro ma sicuramente ricco di creatività e inventiva. Con un bagaglio di conoscenze costruite durante gli studi e tanta voglia di mettersi alla prova, di entrare in campo eppure la possibilità manca, non viene data. E se viene concessa, spesso porta con sé la sensazione che può provare un funambolo in equilibrio sul filo, ma priva di adrenalina.
Inoccupazione e giovani, tema sociale fortemente attuale e di discussione.


La Fondazione UNHATE (istituita da Benetton dalla fine del 2011) propone, ai giovani inoccupati tra i 18 e i 30 di tutto il mondo, di ideare e presentare un progetto di qualunque ambito che potrebbe avere una ricaduta sociale concreta sulla loro comunità.Sul sito web della Fondazione UNHATE la comunità on line potrà votarli e i cento progetti più meritevoli saranno supportati dalla Fondazione che contribuirà a trasformarli in realtà. C’è anche un video http://www.youtube.com/watch?v=zKZ3w_Vg4o8 a supporto di questa comunicazione e vederlo fa un certo effetto, è semplice, mostra ragazzi e ragazze di tutto il mondo alle prese con lo stesso problema, nella stessa condizione. Ciò che colpisce è l’espressione che hanno di delusione eppure accompagnata da una luce negli occhi che esprime indignazione e desiderio di cambiare.
Benetton è usuale nello scegliere tematiche sociali e nel creare dibattito, a di là degli interessi di marketing, ancora una volta scelgo di scrivere di un’iniziativa che ha con sé il messaggio del non fermarsi, di guardare oltre e in questo caso al mondo che più mi è vicino. Mi auguro davvero che i fortunati vincitori possano vedere il loro progetto prendere forma, diventare una realtà concreta in cui dare dimostrazione del loro impegno e delle loro capacità. E tutti gli altri avranno dato testimonianza del potere innovativo, creativo e di sperimentazione di cui sono portatori le giovani generazioni.
“Molto importanti sono i giovani, ma non solo i giovani geniali, ma più semplicemente quei giovani motivati e alla forza che possono avere dei ragazzi “normali” nell’età in cui vogliono spaccare il mondo…”( cit. Luciano Benetton)





