I genitori, si sa, fantasticano sempre
sul futuro dei loro figli. E, fino a ieri, quando pensavo alla
possibilità che uno dei miei possa essere omosessuale avevo paura.
Paura per le difficoltà che, senza colpa alcuna, gli/le sarebbe
toccato di vivere. Da ieri ho un po' meno paura. Perché so, per
esempio, che se il mio ipotetico figlio gay sta male il suo compagno
potrà assisterlo. Non è affatto poco, non è affatto un piccolo
passo. Significa riconoscimento. Questo non cancellerà di colpo gli
omofobi, certo. Ma da oggi (o meglio da quando il ddl approvato al
Senato sarà approvato anche dalla Camera e diventerà legge),
davanti al medico omofobo che si rifiuta di fornire notizie al
compagno o alla compagna di un paziente solo perché gay si potrà
tirare fuori questa legge e sbattergliela sul naso.
Lo stralcio dell'adozione del configlio
(per usare l'espressione suggerita dalla Crusca) è stata
dolorosissima, ma le leggi in parlamento si fanno con i numeri, non
con le chiacchiere. E il voltafaccia dei Cinque Stelle è stato
vergognoso. Voltafaccia cominciato, ricordiamolo, non con il rifiuto
di votare il supercanguro, ma con la decisione presa precedentemente
di lasciare libertà di coscienza sull'adozione del configlio. Il che
significa che, con ogni probabilità, questo punto sarebbe comunque
stato espunto dalla legge, con l'ulteriore gravissimo rischio che la
votazione sui singoli emendamenti mettesse a rischio altri punti
essenziali del ddl.
Negli scorsi frenetici giorni il
dibattito si è spostato dentro la comunità Lgbt con una asprezza di
toni sinceramente incomprensibile. Si sono creati due schieramenti:
quelli del “meglio la legge senza la stepchild adoption che nessuna
legge” e quelli del “la stepchild adoption era il minimo
sindacale, senza quella meglio nessuna legge”. Io trovo entrambe
queste posizioni legittime e non capisco le accuse rivolte a molti
sostenitori della prima di essersi venduti a Renzi o simili. Non
riesco a capire perché il dibattito pubblico non debba fondarsi su
una precondizione indispensabile: attribuire all'altro, fino a prova
contraria, la buona fede. Il ddl Cirinnà era comunque già un
compromesso, questo lo ammettevano tutti. Ora, c'è chi quel
compromesso lo ha ritenuto ancora accettabile anche senza l'adozione
del configlio, e chi no. Non mi pare il caso di gridare a tradimenti
e simili. Leggo che con questa legge si sancisce la discriminazione.
Ma, se vogliamo ragionare così, allora qualunque cosa che non fosse
il matrimonio egualitario era discriminatoria.
Sul terreno dei diritti, delle vite
concrete delle persone, ogni passo – piccolo o grande – può fare
la differenza. Può cambiare la vita.
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