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Unioni civili, piccoli passi che cambiano la vita

Creato il 26 febbraio 2016 da Animabella
I genitori, si sa, fantasticano sempre sul futuro dei loro figli. E, fino a ieri, quando pensavo alla possibilità che uno dei miei possa essere omosessuale avevo paura. Paura per le difficoltà che, senza colpa alcuna, gli/le sarebbe toccato di vivere. Da ieri ho un po' meno paura. Perché so, per esempio, che se il mio ipotetico figlio gay sta male il suo compagno potrà assisterlo. Non è affatto poco, non è affatto un piccolo passo. Significa riconoscimento. Questo non cancellerà di colpo gli omofobi, certo. Ma da oggi (o meglio da quando il ddl approvato al Senato sarà approvato anche dalla Camera e diventerà legge), davanti al medico omofobo che si rifiuta di fornire notizie al compagno o alla compagna di un paziente solo perché gay si potrà tirare fuori questa legge e sbattergliela sul naso.
Lo stralcio dell'adozione del configlio (per usare l'espressione suggerita dalla Crusca) è stata dolorosissima, ma le leggi in parlamento si fanno con i numeri, non con le chiacchiere. E il voltafaccia dei Cinque Stelle è stato vergognoso. Voltafaccia cominciato, ricordiamolo, non con il rifiuto di votare il supercanguro, ma con la decisione presa precedentemente di lasciare libertà di coscienza sull'adozione del configlio. Il che significa che, con ogni probabilità, questo punto sarebbe comunque stato espunto dalla legge, con l'ulteriore gravissimo rischio che la votazione sui singoli emendamenti mettesse a rischio altri punti essenziali del ddl.
Negli scorsi frenetici giorni il dibattito si è spostato dentro la comunità Lgbt con una asprezza di toni sinceramente incomprensibile. Si sono creati due schieramenti: quelli del “meglio la legge senza la stepchild adoption che nessuna legge” e quelli del “la stepchild adoption era il minimo sindacale, senza quella meglio nessuna legge”. Io trovo entrambe queste posizioni legittime e non capisco le accuse rivolte a molti sostenitori della prima di essersi venduti a Renzi o simili. Non riesco a capire perché il dibattito pubblico non debba fondarsi su una precondizione indispensabile: attribuire all'altro, fino a prova contraria, la buona fede. Il ddl Cirinnà era comunque già un compromesso, questo lo ammettevano tutti. Ora, c'è chi quel compromesso lo ha ritenuto ancora accettabile anche senza l'adozione del configlio, e chi no. Non mi pare il caso di gridare a tradimenti e simili. Leggo che con questa legge si sancisce la discriminazione. Ma, se vogliamo ragionare così, allora qualunque cosa che non fosse il matrimonio egualitario era discriminatoria.
Sul terreno dei diritti, delle vite concrete delle persone, ogni passo – piccolo o grande – può fare la differenza. Può cambiare la vita.

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