La sentenza della Corte di Strasburgo arriva come un colpo di frusta e obbliga l’Italia a riconoscere le unioni omosessuali. Ma mi facciano il piacere.
E dopo la condanna per reato di tortura del 7 aprile scorso, una nuova sentenza giunge a proposito delle unioni omosessuali. I Giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno condannato l’Italia per violazione dei diritti di tutela delle coppie omosessuali, obbligando il nostro Paese ad introdurre il riconoscimento legale delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.
L’Italia è un Paese di torturatori e di dittatori.
Tortura, violazione dei diritti della persona: roba forte, parole pesanti, che fanno pensare che l’Italia sia un Paese violento e dittatoriale. Ma che hanno questi Giudici al posto del cervello, i semi di zucca?
Da notare, inoltre, che questa ridicola sentenza è stata emessa dopo una battaglia iniziata dieci anni fa, in seguito al ricorso presentato da tre coppie omosessuali sulla base della mancanza di applicazione dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (“Diritto al rispetto della vita privata e familiare”). E questo la dice lunga sull’efficienza di questi giudici.
Dice la Corte che l’Italia è l’unica grande democrazia a non riconoscere le unioni omosessuali e che le coppie formate da persone dello stesso sesso hanno gli stessi diritti di riconoscimento e di tutela della loro relazione, paragonabili al matrimonio, al pari delle coppie eterosessuali. Questione di punti di vista, aggiungo io.
L’Italia può fare ricorso entro tre mesi contro la sentenza, ma questo non succederà, visto che proprio il Premier Renzi, nei giorni scorsi, ha promesso che sulle unioni civili si interverrà entro l’anno, spinto anche dal ridicolo sciopero della fame durato venti giorni (faceva solo colazione la mattina) che ha fatto l’Onorevole Ivan Scalfarotto (LGBT ringraziano).
Al momento le unioni omosessuali non sono riconosciute in Grecia, Russia, Turchia e Ucraina. Lo sono invece in Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna.
Oltre alle unioni omosessuali pensiamo anche al diritto alla sopravvivenza.
Dicono che ci sia un vuoto legislativo, ma ci sarebbero anche altri vuoti, come per esempio il diritto degli italiani al lavoro, ad una pensione decente, ad un tetto sotto il quale potere vivere, alla sicurezza: non è tortura questa, oltre che violazione dei diritti umani?
A proposito, perchè i Grandi Parrucconi Togati di Strasburgo non condannano i Paesi europei che si rifiutano di ospitare gli immigrati, lasciandoli in pancia all’Italia con tutti i problemi annessi e connessi? Non è anche questa violazione dei diritti civili dell’uomo? Non rientra tutto questo anche nel reato di tortura? Evidentemente legalizzare la cannabis o unire in matrimonio gay e lesbiche sono problemi molto più urgenti e importanti.
Per molti questa situazione riflette un’evoluzione dei costumi, una diversa presa di coscienza di (alcuni) cittadini. Ma, secondo me, è uno stravolgimento delle tradizioni e una volontà di imporre delle decisioni che, a volte, vanno contro natura. Come la decisione di due giorni fa della Corte di Cassazione che ha sancito che, per cambiare sesso all’anagrafe, non è necessario un intervento chirurgico: è il caso di una donna nata uomo, che ha chiesto e ottenuto di cambiare sesso sui documenti, anche se non ha nessuna intenzione di operarsi.
In Italia il dibattito sulle unioni omosessuali e sulle adozioni di bambini (ma questo è un altro problema scottante) si è trasformato nell’ennesimo scontro politico, un altro muro che divide.
Il Parlamento, dunque, adotterà i provvedimenti “suggeriti” dalla Corte Europea o riterrà che i tempi non sono ancora maturi? O come si fece 40 anni fa con il divorzio, non sarebbe meglio indire un referendum popolare, che rappresenta un modo più democratico e diretto per decidere su problemi di importanza sociale così rilevante?
