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UniStem Day, evento nazionale sulle cellule staminali.

Creato il 19 marzo 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Una giornata per educare alla scienza e in particolare sulle cellule staminali ha coinvolto 34 atenei italiani e 2 europei.
Comprendere l’importanza della cultura scientifica e della sua diffusione per combattere chi specula grazie alla disinformazione diffusa, questo il grande obiettivo di UniStem Day.

I ricercatori del NICO (Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi), hanno spiegato a ragazzi la storia e le nuove avanguardie nel campo delle staminali. Dalla clonazione del primo animale, una rana, agli esperimenti del premio Nobel Yamanaka di differenziazione delle cellule staminali adulte in cellule staminali pluripotenti indotte.

Le cellule pluripotenti hanno la capacità di dare origine ai tipi cellulari che si sviluppano nell’embrione da 3 foglietti germinativi dai quali derivano tutte le cellule del corpo. L’unica fonte di queste cellule è costituita dai tessuti embrionali e dai tessuti fetali; la riprogrammazione operata da Yamanaka trasformando cellule somatiche adulte in cellule pluripotenti indotte ha aperto la strada per un possibile uso terapeutico della rigenerazione tessutale. Prima di questa scoperta le cellule staminali potevano essere ottenute solo attraverso la distruzione degli embrioni.

Oggi le terapie riconosciute nelle quali è impiegato l’uso delle staminali sono: la ricostruzione della cornea, la ricostruzione della pelle e il trapianto di cellule staminali del sangue. Tutte le altre “terapie” sono in fase di sperimentazione e non vi sono sufficienti test per provarne la reale efficacia e la non cancerogenicità nel trattamento di alcune patologie.

Un’importante ricerca sulla durata della vita delle nostre cellule è stata esposta dal direttore del NICO Ferdinando Rossi. Nell’esperimento condotto i ricercatori hanno prelevato dei neuroni di topo e li hanno trasferiti nell’embrione di ratto. I topi hanno una vita media di due anni, a differenza dei ratti che vivono in media un anno in più. Gli stessi neuroni che nel topo sopravvivevano due anni, fino alla morte del topo, nel ratto sono sopravvissuti infatti tre anni. Questo esperimento ha portato a costatare che in un organismo più longevo il neurone presentava una vita più lunga, adattando quindi il suo ciclo vitale a quello dell’organismo. Si è potuto quindi definire come il neurone abbia una vita slegata da quella dell’organismo.

Durante l’evento è stato dato spazio ai giovani per potersi confrontare con i ricercatori, così come importanti sono stati i momenti dedicati all’etica e alle staminali, per capire i confini entro cui la scienza deve spingersi e quando questa diventa accanimento. UniStem Day si è concluso con un omaggio a Rita Levi Montalcini a cui la V edizione è stata dedicata.

Articolo di Olga Anna Furchì

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