Articolo di Nadia Saccardi.
In fin dei conti Amsterdam, è la città-mito della post-adolescenza. Così, avendo poco denaro ma tempo da buttare ho deciso di farci una capatina anch’io.
L’esperienza ha lasciato il segno: partenza all’alba in stato di faticoso post-sbornia, dodici ore di viaggio di andata prendendo qualsiasi mezzo di trasporto (facciamo fosse mia esplicita intenzione scegliere il tragitto panoramico per vedere tutta l’Olanda relativamente in poche ore), arrivo nella zona Ovest di Amsterdam dove so
Non essendoci spese per l’affitto dell’alloggio, posso godermela un pò, così tra coffee shops, un tour nel “Red Light District”, qualche tentativo di visitare un museo, poi abbandonato in favore di un giro all’aria aperta (non troppo fredda nonostante la stagione) e l’esplorazione di nuove case occupate, finisco a scontrarmi con la vetrina di un negozio di scarpe dalle fogge avanguardistiche: UNITE NUDE ™. Nonostante i saldi, il mio badget non mi consente di tirare fuori il portafogli. Mi guardo un po’ intorno, il negozio è buio ma delle luci vivide illuminano le scarpe esposte. Sono attirata dalla scritta “FREE”: una struttura metallica sostiene un pacco di riviste. Ne prendo una, mi infilo in un coffee e inizio a sfogliarla: pubblicizza il marchio mostrando i photoshoot della collezione AI 2010.
Il brand nasce
nel 2003 dalla collaborazione fra un architetto olandese, Rem D Koolhaas eun produttore di scarpe inglese, Galahad Clark. I due vedono nella collaborazione una chiave fondamentale per il successo della loro impresa ed hanno quindi lavorato anche con altri editori e giornalisti, con designer industriali e fashion designer, fotografi, curatori e altri
brands.
Il negozio in Spuistraat 125, via centrale nella capitale olandese, ha
fatto da punto di riferimento per quelli aperti nel corso del 2010 a NY, Vienna e Shanghai,
segni evidenti dell’espansione internazionale del mercato del brand.
I retail stores sono concepiti come spazi completamenti bui dove solo i prodotti esposti vengono illuminati. Nasce quindi The Wall of light ™, un’installazione controllata da un computer che mostra le
scarpe come fossero dei quadri incapsulati in una cornice geometrica, sintetizzando e trasmettando in tal modo quella che è la filosofia del brand: la ricerca di un connubio fra arte concettuale e design d’alto livello. Pubblicato in: Uncategorized