Una settimana pesante si è appena chiusa e una nuova, che non promette nulla di buono, si apre. Sì va beh, grazie alle solite conoscenze, per giovedì abbiamo un appuntamento in un’agenzia qui vicino. Ma penso si tratti più che altro del solito scambio di cortesie che non sortirà il minimo risultato.
Martedì avrò invece un probabile, ennesimo scontro con la commercialista. È una vecchia conoscenza di questo blog e, purtroppo, la ritengo anche una causa percentualmente nemmeno troppo minoritaria della perdita, come cliente, del mafioso pelato. Purtroppo ho mani e piedi legati; come posso andare alla ricerca di un altro commercialista? Quando mi chiederà qual è il mio giro d’affari attuale, cosa potrò mai rispondergli? Zero? Ecco perché, per ora, non posso che combattere con questa stupida troia che non vuole capire la situazione, che continua a spedire parcelle completamente impazzite e contro le quali devo costantemente combattere. Ma il commercialista non dovrebbe essere colui che tutela i miei interessi? Che indica la strada migliore, la più conveniente?
A volte mi domando come mai nella vita mi capitano cose così insensate, irreali, stupidamente controsenso. Come, per esempio, portare l’auto a fare il tagliando e ritrovarmi il giorno dopo con le frecce che lampeggiano impazzite a velocità parossistiche. Oppure non riuscire a venir fuori da questa schifosa bronchite che non mi fa dormire la notte e che pare voglia farmi scoppiare i polmoni. Oppure ritrovarmi a lavorare gratis con l’ex direttore su un progetto di cinquanta pagine senza nessuna prospettiva certa di effettiva realizzazione. O cercare di mettermi in contatto con l’art director, quello che pare Carl Marx con dieci anni in meno, e scoprire che si trova in Sudan o qualche posto del genere, per conto del “partito” a verificare come risolvere problemi legati all’approvvigionamento idrico e roba simile. O sentire l’insegnante di chitarra di C. che ci consiglia di farlo studiare composizione perché è un ragazzo di rara capacità e poi, sempre dallo stesso ragazzo, ritrovarmi due insufficienze nel pagellino del primo quadrimestre. Non so, mi sembra di vivere su diversi mondi, in due universi paralleli, in diversi spazio-tempo; uno in cui le cose cominciano nel modo giusto, secondo le regole che ci aspetteremmo, per poi trovarmi a concludere ciò che è iniziato come doveva in un altro mondo, in cui le cose vanno a rovescio, in cui il topo mangia il gatto e gli imbecilli comandano.
Magazine Lavoro
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