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Università, la protesta sbarca a Teatro

Creato il 03 dicembre 2010 da Lalternativa

La protesta degli studenti contro la riforma dell’Università a cura della Gelmini, si fa aulica e sbarca nei teatri di lirica.

Il nuovo scenario della protesta universitaria sembrano proprio essere i teatri, attraverso i quali si salda anche il disagio dei lavoratori della cultura colpiti dai tagli: oggi è stato il caso del Massimo di Palermo, occupato e liberato dai ragazzi al canto di “Và pensiero”.

A ispirare questa occupazione sono stati gli studenti baresi che,  il 30 novembre, per primi hanno occupato il teatro Petruzzelli. E ieri, invece, é stata la volta degli studenti dei Dams di Roma 3 all’apertura della stagione dell’Opera e, soprattutto, al San Carlo di Napoli, dove i rappresentati delle maestranze e dei musicisti hanno detto che un incontro pacifico è stato reso violento dall’intervento della polizia. E dove oggi gli studenti sono tornati per imbavagliarsi davanti al teatro.

Al momento non si hanno notizie di particolari iniziative, ma martedì è in programma la prima della Scala: già i sindacati Cgil e Cub hanno annunciato la loro protesta nella piazza, con i Cub che hanno esteso l’invito agli studenti. E sempre martedì a Firenze è prevista la prima della Tosca. A Palermo, dopo quanto avvenuto a Napoli tutto si è svolto senza particolari problemi: il direttore di sala ha denunciato di essere stato aggredito.

Intanto, alcuni dei circa tremila studenti che stavano manifestando contro la riforma Gelmini, hanno occupato all’improvviso il Teatro Massimo, uno dei più grandi d’ Europa. I manifestanti sono entrati all’interno del Teatro, la cui biglietteria era aperta, invadendo la platea e salendo sul palco del tempio della lirica. Poi, prima di uscire, assieme al coro del teatro, hanno intonato “Và pensiero” e sono stati applauditi dagli attori che stavano provando “La fanciulla del west”.

Alla protesta, come in altre parti d’Italia hanno partecipato sia gli alunni di alcuni istituti superiori della città sia gli studenti universitari che già questa mattina avevano occupato simbolicamente l’aula magna della facoltà di Ingegneria.

Sul versante politico è intervenuto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, secondo il quale riformare l’università è indispensabile, “ma è necessario introdurre il criterio del merito”. Per Fini non vi è dubbio che la protesta di questi giorni ha visto in campo ragazzi strumentalizzati, “i professionisti della protesta”, ma anche molti giovani “che esprimevano il desiderio di migliorare le cose”. Da registrare anche la polemica dei Giovani democratici, che hanno criticato Renzo Bossi per la sua frase: “La riforma dell’università è indispensabile, spesso i giovani vanno in piazza oggi non sapendo quali sono i punti della riforma”: “Renzo Bossi – hanno replicato i GD – si rassegni: gli studenti italiani sono molto più coscienti e liberi di quello che vorrebbero le destre. E l’11 dicembre saranno in piazza per continuare a ribadire il proprio no a questo governo e il loro impegno per un’università e un paese migliore”.

Insomma, la protesta degli studenti  contro la riforma dell’università non si ferma, nonostante il provvedimento sia al Senato in attesa che si voti la fiducia il 14 dicembre, e anzi viene rilanciata con nuove iniziative e con l’appoggio dei liceali: come a Napoli dove hanno occupato i binari della metropolitana, come a Roma dove hanno sfilato per le vie del centro e fatto un’occupazione lampo alla stazione Tiburtina o come a Torino, dove hanno bloccato il traffico.


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