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Università, ma quanto mi costi?

Da Lasil
Università, ma quanto mi costi?
Quanti di noi, o amanti di Facebook e di pagine Spotted, non han potuto far a meno di notare questa parte di post apparso nei giorni scorsi?
Post col quale, mio malgrado, devo concordare sulla maggior parte dei punti:
  • Le tasse di UNIGE sono commisurate al reddito familiare e alla facoltà che uno frequenta: molto bene, adesso vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè chi studia in facoltà come Medicina, Ingegneria ecc, debba pagare più tasse di chi invece studia, ad esempio, Lingue o Lettere. Molti penseranno ''Ma perchè ci sono i laboratori'': laboratori che, a detta degli studenti che li frequentano, sono sporchi, le attrezzature avrebbero bisogno di una sistemata, a volte mancano le sedie per sedersi e altro materiale. Perciò, di fatto, gli studenti pagano per un servizio mediocre.  Ma questa è solo la faccia posteriore della medaglia, perchè il dilemma è: Perchè devo pagare dai 1500 ai 2500€ all'anno per star seduto in un'aula con le sedie rotte, i tavoli storti o spaccati, perchè devo far lezione in un'aula da 100 posti quando a seguire il corso siamo in 200, perchè devo congelare in un'aula e sudare come un cammello nel deserto in un'altra, perchè non posso poggiare uno zaino per terra che si solleva una nube di polvere che manco fossimo al cimitero di Staglieno? Perchè devo accecarmi per leggere una lavagna quando abbiamo dei proiettori e basterebbe ingrandire l'immagine, e non c'è un tecnico in tutto l'istituto che sappia farlo? Perchè il wifi dell'università non legge tra un po' manco la pagina di Wikipedia? Si attendono risposte che non arriveranno mai.
  •  Il problema ascensori: personalmente, oltre alla facoltà di Scienze Politiche, ho frequentato solo la facoltà di Ingegneria, dove per usare l'ascensore o sei un vip, o se non hai la chiave, sei NESSUNO. In via Balbi sperare di prender l'ascensore è come fare una coda alla cassa, sei posti per almeno 20 persone, la cda è inevitabile. Ci mancano solo i numerini. Lo stesso all'albergo dei poveri, dove ti devi presentare con le stampelle, per sperare che qualcuno ti permetta di usarlo..e a volte non ci sono manco le persone ad aprirtelo, per fortuna ci sono pochi ragazzi in sedia a rotelle. Perciò non oso pensare cosa passino gli studenti fuorisede che al venerdì tornano a casa con le valige..eroi a sopportare tutto questo.
  • Il discorso docenti è forse quello più difficile in assoluto.. dopo ormai quasi 4 anni di università, devo ammetter di aver incrociato solo 3 docenti veramente disponibili e motivati a fare il proprio lavoro. Ne san qualcosa le mie gambe e i miei nervi ore ed ore ad aspettare al DISPOS il professore per il ricevimento, o le email partite 3 anni fa e mai più tornate..Ma penso che i buoni docenti ci siano ancora, anche se in via d'estinzione.. forse è solo difficile trovarli. Sicuramente se per ogni insegnante che non ha più voglia di far questo mestiere, ne venisse messo uno giovane e magari neolaureato, il mondo girerebbe meglio.
  • L'argomento adulti all'università mi sta particolarmente a cuore... non perchè abbia qualcosa contro di loro, penso che prendere una laurea anche da adulti non sia meno importante che prenderla da giovani, ma scoccia molto l'atteggiamento privilegiato che viene destinato a queta categoria.. Ne sono testimonianza i numerosi casi in cui, all'esame, agli adulti viene fatta una domanda sola perchè 'sa devo tornare al lavoro', mentre noi giovincelli veniamo torchiati anche per un'ora, oppure quando viene stabilito che la prof non richiede le firme delle presenze, e gli adulti si fanno un foglio a parte dove firmare per 'farsi vedere bene' dall'insegnante..
    Tutto ciò è abbastanza irritante, soprattutto perchè ci sono moltissimi studenti giovani che lavorano anche loro, e si comportano come se fossero 'comuni mortali'.. ed in teoria, se loro sono adulti, dovrebbero dare il buon esempio.. siamo messi proprio male allora.
Ci sarebbero ancora moltissime cose da dire..ma ne parleremo la prossima puntata. Per ora, fatevi del sano sangue marcio con queste riflessioni. 

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