Ricordate quando il sindaco di Milano silurò Vittorio Sgarbi estromettendolo dalla sua giunta? Il critico d’arte fece ricorso al TAR che gli diede ragione, ma poi lo stesso si dimise perché nel frattempo era diventato sindaco di Salemi.
Facendo una ricerca, in Italia, ci saranno una decina di casi di assessori licenziati che si sono appellati alla giustizia amministrativa, di cui nessuno, dicasi nessuno, in Sicilia.
Il sindaco Consiglio, però, visto le grane capitate al suo illustre collega milanese, ha voluto usare prudenza riguardo il licenziamento dell’assessore Angela Viviano.
Anziché darle il ben servito tout court, ha avviato un “procedimento amministrativo”, che si concluderà dopo 10 giorni e dopo le eventuali memorie difensive prodotte dall’assessore.
Insomma, si è voluto estendere la legislazione che disciplina i procedimenti amministrativi nella vicenda politica che riguarda l’assessore Viviano e il suo licenziamento dall’incarico di assessore a seguito dei noti fatti che l’hanno vista coinvolta.
Si è proceduto, quindi, per “analogia”. L’analogia è un procedimento di astrazione logica, attraverso il quale viene risolto un caso non previsto dalla legge, applicando la disciplina espressamente prevista per un caso diverso, ma collegato a quello in esame da un rapporto di similitudine.
Perché questo “eccesso di zelo” da parte del sindaco? Perché è stata avviata questa procedura proprio per l’assessore Viviano? Perché nel passato, per gli altri assessori dimessi dal sindaco, si è proceduto invece nel modo più “tradizionale”? Non ci risulta, infatti, che per gli assessori che in questi anni hanno fatto parte della giunta Consiglio si sia percorsa questa strada. Semmai abbiamo assistito a laconici “non sussistendo più il rapporto di fiducia… le revoco l’incarico…”.
In questo caso, invece, Mimmo Consiglio intende seguire la legge. E se una legge non c’è, procede per analogia.
Che strano. Sarebbe il caso di dire “unni viri, unni sbiri”.
Già, da un lato l’amministrazione Consiglio ha prodotto atti infischiandosene di seguire alla lettera leggi e normative, vedi l’annullamento dell’albo degli avvocati o l’affidamento del servizio di protezione civile senza regolare bando pubblico. Dall’altro, invece, diventa zelante su fatti non espressamente regolamentati dalla legge.
Fatto sta che l’assessore Angela Viviano risulta ancora membro della giunta Consiglio, benché senza deleghe. E lo sarà ancora per almeno altri 10 giorni. E, non solo ha il diritto di partecipare alle riunioni di giunta dove vengono deliberati atti per l’interesse del paese, ma continua a percepire lo stipendio. Come se nulla fosse.
A farla breve, i cittadini stanno pagando un assessore a vuoto.